Vorrei
scrivere solo di cose edificanti, di eventi spirituali, morali e anche civili
fondati sull’amore per nostro Signore Gesù Cristo e sulla fedeltà
incondizionata a Lui, insomma di esempi, come quelli dei Santi, che ci servano
come modello su cui basarci per essere anche noi spronati ad agire con lo
stesso coraggio e fedeltà.
Purtroppo
davanti alla realtà di una chiesa cattolica apostolica romana che si sta
consegnando incondizionatamente, in nome di un falso e
pericoloso ecumenismo, nelle mani di coloro che l’hanno distrutta lungo i secoli, Luterani, Anglicani e protestanti vari, non possiamo che provare una grande fitta al cuore come lama a doppio taglio. È il momento di aumentare la nostra fede guardando a quel Gesù umiliato davanti a Pilato ma fedele alla sua missione di Redentore inviato dal Padre, e all’esempio di molti santi e martiri che continuano a dare la vita per Gesù in modo eroico, in ogni parte del mondo e ad ogni minuto che passa, a tal punto da pensare che “ci deve essere per forza un gran premio nell’aldilà se si arriva a questi estremi di fedeltà eroica.
pericoloso ecumenismo, nelle mani di coloro che l’hanno distrutta lungo i secoli, Luterani, Anglicani e protestanti vari, non possiamo che provare una grande fitta al cuore come lama a doppio taglio. È il momento di aumentare la nostra fede guardando a quel Gesù umiliato davanti a Pilato ma fedele alla sua missione di Redentore inviato dal Padre, e all’esempio di molti santi e martiri che continuano a dare la vita per Gesù in modo eroico, in ogni parte del mondo e ad ogni minuto che passa, a tal punto da pensare che “ci deve essere per forza un gran premio nell’aldilà se si arriva a questi estremi di fedeltà eroica.
D’altra
parte qui non c’è in palio la vincita ad una grande lotteria che ci sistema per
tutta la vita, ma la vittoria più grande e strepitosa in assoluto che è la
“Vita eterna”, il Paradiso (o l’Inferno) per tutta l’eternità, che ci crediamo
o no, perché è Parola di Dio inconfutabile, nonostante le stramberie di certi
Prelati che ultimamente sembra facciano a gara per negare la dottrina dei
quattro “Novissimi”: (Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso) e il patrimonio
dottrinale, spirituale e soprannaturale su cui è fondata la stessa Chiesa di
Gesù e i Sacramenti da Lui istituiti.
SANTI E MARTIRI DELL’EUCARISTIA. Mi viene in mente in questo
momento Asia Bibi incarcerata da oltre sette anni nelle prigioni del
Pakistan per non rinnegare Gesù in nome di Maometto che resiste alle peggiori
angherie grazie a frammenti di pane consacrato che i suoi famigliari le portano
quando possono.
E i
martiri di Abitene, in Tunisia, nell’anno 304, ai quali era stato imposto,
sotto la dominazione dell’Imperatore Diocleziano, di non riunirsi la domenica
per pregare. I 49 cristiani hanno risposto all’unisono: “SINE DOMINICO NON POSSUMUS”,
senza la domenica non possiamo né essere né vivere da cristiani, vale a dire
non possiamo vivere senza riunirci nel “Giorno del Signore” per celebrare
l’Eucaristia. E così preferirono il martirio. Infatti i cristiani fin
dall’inizio hanno visto nella Domenica, giorno della Risurrezione di Gesù, e
nell’Eucaristia celebrata in questo giorno dai primi Apostoli, un elemento
costitutivo della loro stessa identità.
In
tempi più recenti, come non ricordare un santo sopravvissuto per 13 anni nelle
terribili carceri del Vietnam grazie all’Eucaristia,
il card. Van Thuan (1928-2002) che riusciva a celebrare la santa Messa di nascosto
pronunciando le Parole della consacrazione liturgica tenendo dentro il palmo
della mano, come fosse stato un calice, un pezzetto di pane e qualche goccia di
vino e una d’acqua. In questo modo si cibava del Corpo e Sangue di Gesù che gli
dava la forza di perseverare in condizioni terrificanti a tal punto da riuscire
a convertire anche i suoi carcerieri.
Per
venire ai nostri giorni, è davvero emozionante anche la storia di un sacerdote
della diocesi di Verona, don Ferdinando Rancan, salito al cielo
quest’anno in concetto di santità, che ha vissuto la fedeltà al suo impegno
sacerdotale con vero eroismo, nonostante il Vescovo di allora, per un malinteso
che Dio talvolta permette per provare la nostra fedeltà, lo abbia voluto
estromettere proprio alla vigila della sua Ordinazione sacerdotale all’età di
24 anni, creandogli un grave trauma. Ma proprio grazie alla sua fedeltà eroica,
frutto dell’amore che aveva per Gesù nel voler perseverare a tutti i costi,
consapevole di “che cosa” rischiava di perdere se avesse ceduto alle lusinghe
del mondo, è riuscito poi a raggiungere la tanto sospirata meta del sacerdozio,
attraverso strade davvero tortuose e incredibili che proseguirono anche dopo la
sua sofferta ordinazione. Tutto questo don Ferdinando Rancan lo ha narrato in
un libro che prossimamente uscirà dal titolo “Storia di un somarello”,
perchè lui si è sempre considerato il somarello di Gesù, quello che aveva
accompagnato la Sacra Famiglia in Egitto.
SANTA MESSA CATTOLICA, UNICA ED ESCLUSIVA. Quella Santa Messa,
celebrazione liturgica unica ed esclusiva, prerogativa del cristiano cattolico
per volere di Dio, unico vero baluardo contro l’assalto del potere delle
tenebre, adesso rischia di essere vanificata in nome di un falso ecumenismo
perché, modificando Parole e Gesti di Gesù al momento della Consacrazione,
cuore e centro di tutta la Liturgia, non abbiamo affatto la Presenza viva e
reale di Gesù col suo Corpo, Sangue Anima e Divinità sotto le specie del Pane e
del Vino, ma quel pezzo di pane rimane pane e quella specie di celebrazione
diventa addirittura sacrilega perché si manomette volutamente quello che la
volontà di Dio ha manifestato da oltre duemila anni e che il Papa e la Chiesa
hanno il dovere di custodire e tramandare lungo i secoli nella loro integrità.
Se
alcuni aspetti della Liturgia possono essere modificati dalla Chiesa, ad
esempio le modalità del digiuno, la distribuzione dei santi nel calendario,
alcune modalità nel ricevere i Sacramenti, o determinate preghiere liturgiche
espresse in maniera più moderna e accessibile al nostro linguaggio, (lasciamo
perdere la decisione di ricevere la Comunione sulla mano che è una scelta
arbitraria e abominevole), la maggioranza di tutte le altre formule liturgiche
devono essere mantenute integre e intoccabili. Dal momento in cui lo stesso
Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, durante l’Ultima Cena
del Giovedì Santo con i suoi Apostoli ha stabilito che il suo sacrificio sulla
croce, di valore infinito, incommensurabile, avvenuto il venerdì santo con la sua passione e morte in croce, potesse perpetuarsi nei
secoli come riparazione dei peccati e come effusione di grazie sul mondo in
quel
particolare modo da Egli stesso indicato e voluto, (consacrazione del pane e
del vino con Parole ben precise) nessuna autorità al mondo, nemmeno il Papa, servo dei servi di Dio, può manomettere una
parola o un gesto di quello che ha fatto e stabilito Gesù.
SANTA MESSA: SACRIFICIO DI GESU’ PRIMA CHE
BANCHETTO. Molti
vogliono ignorare questo aspetto sacrificale della cosiddetta “Ultima Cena” di
Gesù per focalizzare l’attenzione solo sull’importanza del “banchetto”,
presentato come “Cena di Gesù con gli Apostoli”, simbolo della festa per la
comunità, perché se vogliamo che la gente venga in chiesa bisogna fare festa,
dicono ormai quasi tutti i preti nella loro super ignoranza dottrinale e
teologica e soprattutto nella loro mancanza di fede perché non hanno più tempo
per pregare davanti al Santissimo e pertanto non vengono più illuminati dallo
Spirito Santo e sono lasciati in balia delle loro idee balzane. Ma la gente sa
dove andare a fare festa, non ha certo bisogno di andare in chiesa, perché
dalla chiesa si aspetta invece silenzio, meditazione, preghiera, consolazione e
catechesi robusta e profonda! E’ anche per questo motivo che gli stessi
fedeli, visto che dalla Chiesa non ottengono più ciò che si aspettano, vanno a
rifugiarsi nelle pratiche orientali, grandissimo pericolo per il corpo e per
l’anima, perché a certi movimenti del corpo, esempio lo yoga, viene abbinato
anche un concetto filosofico di stampo esoterico che stride con la Parola di
Dio e porta un po’ alla volta sulla strada pericolosa della magia, gravissimo
pericolo. Se non si adora più l’unico, vero Dio nelle tre persone della
Santissima Trinità: “Padre Figlio e Spirito Santo” inevitabilmente si finisce
per adorare le creature, gli idoli, lo stesso Satana. E uscire da lì sono
fatiche e dolori, dicono gli esorcisti.
ATTENZIONE ALLE PAROLE DELLA CONSACRAZIONE. Ciascun laico deve prestare
molta attenzione alle Parole che il sacerdote celebrante pronuncia al momento
della Consacrazione, condizione unica e indispensabile perché avvenga il vero
miracolo della cosiddetta “transustanziazione”, che devono essere pronunciate
separatamente per la consacrazione del pane prima (sotto forma di ostia o
particola), e poi del vino:
“Prendete
e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo
offerto in sacrificio per voi”.
“Prendete e bevetene tutti: questo è il
calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per
tutti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”
Oltre
a questa formula ben precisa che il celebrante deve pronunciare con
l’intenzione di fare ciò che vuole la Chiesa, “condizione essenziale” per la
validità dell’Eucaristia, bisogna che il sacerdote si attenga anche alla
lettura delle preghiere liturgiche del Canone previste dalla Chiesa lungo i
secoli e contenute nel messale liturgico che il Magistero della Chiesa formato
dai Vescovi e dal Papa lungo i secoli ha stabilito nei quattro cosiddetti
“Canoni della Messa”, che sono le preghiere eucaristiche ufficiali prima e dopo
la Consacrazione dell’Ostia Santa. In caso di confusione o dubbio si è invitati
a non fare la Comunione perché non è vero Corpo di Gesù ed evitare in seguito
di frequentare determinate chiese preferendo altre più fedeli. Si fa come si
può, ma andarsi a impiccare da soli, consapevolmente, è da stolti. Meglio stare
alla larga da quelle chiese dove non si celebra il vero sacrificio eucaristico
e recitare un Rosario o più di riparazione finchè il Signore stesso non ci darà
dei chiari segni per porre rimedio a questa graduale distruzione della sua
Santa Chiesa, come dicono le profezie anche nel n675 del catechismo della
Chiesa cattolica.
MESSA ANTICA E MESSA NUOVA. Ci sono poi i cosiddetti “Tradizionalisti” che
vogliono rimanere arroccati alla Santa Messa di S. Pio V, e sono liberissimi di
farlo. Tuttavia, se è vero che certe preghiere liturgiche antiche pronunciate
per lo più dal solo sacerdote a bassa voce hanno un loro fascino di mistero e
un particolare contenuto ascetico e di impetrazione, bisogna anche avere un po’
di realismo e valutare anche dal punto di vista diciamo pedagogico-pratico la
questione: ai tempi di San Pio V (1550 in poi) non c’erano né microfoni né
illuminazione e in quelle enormi chiese semibuie ma super affollate si
invitavano i fedeli a rimanere in silenzio per quasi tutto il tempo della Messa
in cui il celebrante non poteva certo “sgolarsi” dal fondo dell’abside e non
gli restava altro da fare che pregare in silenzio la sua Messa mentre la fede
della gente, che allora era davvero grande, si manifestava come poteva: col
silenzio contemplativo ma anche estraniandosi dall’azione del celebrante con
canti gregoriani, con la recita del Rosario coi vicini, con l’accensione di
qualche candela, intercalate da qualche “Dominus vobiscum!” ecc.
Ma
adesso che si può comunicare attraverso altoparlanti e illuminazione, la gente
ha bisogno di essere fatta partecipe di questa azione di Cristo realizzata
attraverso il celebrante durante la Santa Messa perché non è solo “affare del
prete”, e pertanto è giusto che anche i fedeli seguano tutte le preghiere che
il sacerdote pronuncia ad alta voce, alternando il doveroso silenzio
contemplativo (soprattutto al momento solenne della Consacrazione in cui ci si
deve inginocchiare) alla preghiera comunitaria, o rispondendo alle invocazioni
del sacerdote nella certezza di formare tutti insieme “Un solo Corpo Mistico”
quello di Gesù. Perché poi questi gruppi di tradizionalisti o Lefebriani che
disdegnano queste Messe post conciliari, diciamo così, sono gli stessi che, in
mancanza della loro Messa antica, vanno a ricevere la Santa Comunione alla
chetichella in una qualunque celebrazione liturgica di quelle attuali. Ciò vuol
dire che credono nella Transustanziazione che avviene nelle nostre Sante Messe,
anche se le snobbano tanto.
Papa
Benedetto XVI che aveva ben capito queste e altre cose, ha cercato di andare
loro incontro in mille modi, innanzitutto togliendo loro la abominevole e
indegna scomunica, ma formulando appositamente per loro e per i simpatizzanti
della messa antica un documento specifico, un “Motu proprio” super boicottato
sia dai tradizionalisti che dai progressisti perché sembra che non abbia
soddisfatto né gli uni, né ancor meno gli altri. Povero Papa Benedetto, santo,
dotto e martire!! Bersagliato da tutte le parti.
Ultimamente
l’eroico card. Robert Sarah sostenuto dallo stesso Papa Benedetto XVI aveva
tentato (entrambi ostacolati ovviamente) di dar vita a una specie di cosiddetta
“Riconciliazione Liturgica” includendo nella Santa Messa le due forme
essenziali del medesimo rito, quello antico e quello nuovo, vale a dire, la
preziosità e sacralità di certe preghiere liturgiche antiche intoccabili con la
necessità di renderle accessibili alla gente di adesso che, come detto, ha
bisogno più di silenzio che di chitarre, nella consapevolezza comunque del Mistero
sublime che si sta realizzando sull’altare anche attraverso preghiere comuni o
come risposta a quelle del sacerdote celebrante.
Tuttavia
le manovre luciferine contro qualunque forma di vera Santa Messa cattolica,
antica o nuova, sono adesso davvero potenti e insidiose, soprattutto perché
promosse da chi siede addirittura sul trono di Dio e dal suo circondario: ecco
l’abominio della desolazione di cui parla il profeta Daniele. E’ già
importante averne la consapevolezza anche se ferisce il cuore.
PROMESSA DI GESU’ SEMPRE REALIZZATA. È precisamente attraverso la
celebrazione della Santa Messa, come Gesù ha voluto e come il Papa e la
gerarchia della Chiesa devono rispettare come volontà di Dio, che si realizza
quella promessa di Gesù ai suoi apostoli prima di salire al Cielo “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. E la sua presenza tra noi è
viva e vera, e non simbolica come accade per coloro che, pur dicendosi
cristiani, hanno abbandonato di fatto l’unica vera strada voluta da Gesù per
costruirsi “cisterne screpolate” dove Gesù non è più presente se non
simbolicamente. Il catechismo della chiesa cattolica nel compendio, lo spiega
molto bene dal n. 271 al 294 riassumendolo così: “Nell’Eucaristia c’è lo stesso
Gesù Cristo che è nel cielo, e che nacque in terra dalla Santissima Vergine
Maria”. Molto chiaro è il “catechismo maggiore di San Pio X” laddove afferma al
n. 659 quali sono i fini per i quali si offre il sacrificio della santa Messa.
Sono quattro: per onorare Dio come si conviene; per ringraziarlo di tutti i
suoi benefici; per implorare il suo perdono per i nostri peccati; per
chiedergli tutte le grazie di cui abbiamo bisogno.
A
prova di tutto ciò, Dio ha voluto anche lasciarci dei segni tangibili della
veridicità di questo sacramento che sono migliaia in tutto il mondo e che
provano in maniera inconfutabile il portentoso miracolo che avviene durante la
Santa Messa, ad esempio attraverso la trasformazione dell’Ostia nel miocardio del
cuore di Cristo, e del Vino in grumoli di sangue mantenutisi perfetti lungo i
secoli, come il miracolo di Lanciano a Chieti e di moltissimi altri raccolti in
un libro che vale la pena acquistare “I miracoli eucaristici” editrice Studium
domenicano. Uno di questi miracoli prodigiosi è avvenuto nel 1992 a Buenos
Aires quando era arcivescovo papa Bergoglio.
IMPORTANZA DEL GIOVEDI’ SANTO. Da questo breve
panorama, spero si possa capire meglio l’importanza che ha la festa liturgica
del GIOVEDI’ SANTO, giorno nel quale avvengono, per volere di Gesù, due grandi
miracoli che chiamiamo Sacramenti. Il primo miracolo è l’istituzione
dell’Eucaristia, come visto, e il secondo è legato al primo in quanto per fare
questo, Gesù ha voluto conferire il “Sacramento dell’Ordine Sacro”, grazie al
quale la missione affidata da Cristo agli Apostoli continua ad essere
esercitata nella Chiesa, sino alla fine dei tempi. Tenendo presente che, come
dice San Tommaso, “Solo Cristo è il vero sacerdote, gli altri sono i suoi
ministri”.
Ricordiamoli
tutti e sette questi meravigliosi Sacramenti che sono interventi diretti di Dio
nella nostra vita allo scopo di santificarci: Il Battesimo che ci fa figli di
Dio; La Cresima ci fa suoi testimoni nel mondo; L’Eucaristia che ci nutre del
Corpo di Gesù; la Confessione o Penitenza che ci perdona i peccati; l’Unzione
dei malati che ci sostiene nella malattia. E infine i due sacramenti che sono
al servizio della missione e della vita: Ordine Sacro e Matrimonio.
L’importante
è avere la consapevolezza della sublimità di quello che è avvenuto la sera del
Giovedì Santo per opera di Gesù Cristo: l’istituzione dei due sacramenti più importanti in assoluto: il Sacerdozio e
la Santa Eucaristia, giorno che dovrebbe avere la stessa importanza della Santa
Pasqua.
CHE FA IL PAPA IL GIOVEDI’ SANTO? La festa liturgica del
Giovedì Santo che, per i motivi che abbiamo visto, è da paragonare per
importanza a quella della Pasqua, giorno della Risurrezione di Gesù, è sempre
stata celebrata da tutti i Papi prima dell’avvento di Bergoglio con molta
solennità, in San Pietro, con Messa cantata e benedizione solenne. Ebbene che
fa papa Bergoglio precisamente il Giovedì Santo dove ci si aspetta la stessa
continuità con gli altri Papi che lo hanno preceduto? Se ne infischia altamente
(scusate l’espressione ma è degna del gesto che compie) di tutti i Sacramenti,
delle Parole di Gesù, della tradizione bimillenaria della Chiesa cattolica ecc.
per andare a lavare i piedi a un manipolo di gente, per lo più musulmani
(mentre Gesù aveva lavato i piedi solo ai suoi apostoli e non agli estranei),
mostrandosi davanti al mondo come il nuovo profeta che privilegia la carità
piuttosto che le fredde “tradizioni” degne della naftalina, attirandosi gli
applausi solo di miscredenti e ignoranti, ma siccome ormai gli ignoranti tra i
fedeli cattolici e altrove sono tantissimi… non ci stupiamo più di nulla,
fino a quando “Qualcuno” non interverrà con i suoi sistemi “divini” a fare
chiarezza e forse anche giustizia. C’è un libro di don Nicola Bux estremamente
chiaro in proposito che si intitola “Con i Sacramenti non si scherza”.
Sin
dal primo giovedì santo del 2013 ho provato sconcerto e grande dolore per
questo fatto deplorevole, ma ho trovato conforto nella preghiera di riparazione
dettata dall’Angelo ai tre pastorelli di Fatima che richiama anche quella di
Suor Faustina e che, in pratica, potrebbe essere una preghiera adatta per
supplire al nostro desiderio di ricevere Gesù qualora non ci fosse concesso di
avere una vera Santa Messa Cattolica per i motivi sopra detti. Eccola:
Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo,
io ti adoro profondamente
e ti offro il preziosissimo Corpo, Sangue, anima e
divinità
di nostro Signore Gesù Cristo
presente in tutti i Tabernacoli del mondo
e nelle Sante Messe celebrate oggi nel mondo.
In riparazione dei sacrilegi, oltraggi e indifferenze
con cui Egli è offeso.
E per i meriti infiniti del Suo Sacratissimo Cuore
e del Cuore Immacolato di Maria
ti raccomandiamo la conversione dei poveri peccatori,
le anime sante del Purgatorio,
le necessità della Chiesa, del Papa
dell’Italia e delle nostre famiglie.
Così sia
Mai lette tante sciocchezze sulla Santa Messa in Rito Antico in un solo articolo. Mettere in un solo calderone i fedeli del Vetus Ordo etichettandoli tutti come lefebvriani (e facendo quasi intendere che la scomunica comminata ai vescovi della Fraternità San Pio X fosse estesa a tutti i cattolici tradizionali) è una grave inesattezza, pure un po' perfida. Ma addirittura far derivare l'uso di pregare sottovoce al fatto che "ai tempi di San Pio V (1550 in poi) non c’erano né microfoni né illuminazione", oltre a peccare di uno storicismo di sapore progressista non troppo lontano dalla boutade di Sosa Abascal sull'assenza di registratori ai tempi di Gesù, denota una terribile ignoranza della teologia della Santa Messa e un disprezzo (sicuramente involontario, o almeno voglio sperarlo) per il Magistero della Chiesa, che non avrebbe saputo adeguare le norme liturgiche al progresso tecnologico (l'invenzione degli altoparlanti alla fine degli anni Venti del Novecento). Insomma, alla fine si cade nel solito "per fortuna che è arrivato il concilio a rimettere a posto le cose".
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