“Credo in un solo Dio, Padre
Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra”.
Creatore del cielo e della terra”.
Quale uomo, di qualunque espressione
religiosa presente sulla terra, perfino i miscredenti, non si è rivolto a Dio,
invocando il suo aiuto, se non altro perché in preda a momenti di disperazione?
Credere in ‘qualcosa’ o in ‘qualcuno’ è un atteggiamento che ciascuno di noi
compie, spesso inconsapevolmente, anche molte volte in una sola giornata: si
crede nell’efficacia di una medicina, pur non conoscendola, nelle parole di un
docente o di un genitore,
nella diagnosi medica, nelle previsioni meteo, nelle
promesse dell’innamorato ecc. ma questa si può definire in generale fede umana. Quando invece ci si
rivolge con la preghiera o determinati riti a Dio, all’Eterno, all’Assoluto, a
Qualcuno che ci trascende, si parla di fede
religiosa, ma non è ancora la fede cristiana contemplata nel Credo.
Per vivere la fede cristiana bisogna
innanzitutto affermare di credere non in un Dio generico, sia pure Onnipotente
e Trascendente, nel quale molti credono, bensì:
“in un solo Dio, Padre
Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra”.
In particolare le due parole “Padre” e “Creatore” sono
quelle che fanno la differenza perché sono prerogativa unica ed esclusiva della
fede cristiana, rivelate da Dio fin dall’antichità e confermate poi da Gesù
Cristo, che ha molto insistito sulla parola ‘Padre’ con cui ha voluto iniziare
la stupenda preghiera del ‘Padre nostro’.
Mentre però è stata sempre
pacificamente accettata da tutti la definizione di ‘Padre’ rivolta a Dio, non
poche difficoltà ha provocato invece il credere in un Dio che crea l’esistenza
dell’universo dal ‘nulla’, come troviamo nella tradizione ebraica e nella
Bibbia ai primi capitoli della Genesi, perché si è istintivamente più propensi
a credere a quell’assioma della filosofia antica che dice ‘nulla si crea dal nulla’ (ex nihilo nihil), secondo cui è
impossibile che l’essere possa nascere dal non essere. Tuttavia anche questo fa
sorgere delle domande, perché ci si chiede infatti: “Ma il primo essere, il
propulsore di tutto, da chi può aver avuto l’esistenza?”.
Infatti, sono state proprio le
considerazioni sull’origine del mondo e dell’uomo, sulle sue finalità, sul
senso della vita e della morte ecc. (domande che oggi si vogliono sfuggire come
se non ci riguardassero affatto) a dare vita alle scuole filosofiche greche
(scuola jonica, pitagorica, eleatica, i sofisti ecc.) con i grandi Socrate,
Platone e Aristotele, a cui hanno attinto i nostri più grandi santi cristiani,
quali Agostino e Tommaso, sia pure con i dovuti “distinguo”, soprattutto per
quanto riguarda la concezione panteistica greca dell’eternità e divinità del
mondo che, pur presupponendo, secondo la concezione Aristotelica, l’esistenza
di un “Motore Primo Immobile”, cioè di una “Forza divina” che ha il potere di
muovere il mondo senza essere a sua volta mossa, era comunque ancora lontana
dal concetto cristiano di creazione.[1]
Questo, comunque, è già un buon
motivo per dimostrare come può esistere
una forte sintonia tra ‘fede e ragione’, cioè tra le proposte della fede
cristiana rivelata nella Sacra Scrittura e l’intelletto umano, quando è usato
rettamente nella ricerca della verità e del bene. Per il semplice fatto che
Dio, che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, è lo stesso identico
Dio che ha poi rivelato sé stesso ai Profeti, ed è lo stesso identico Dio che
ha creato la natura con le sue leggi, permettendo all’intelligenza dell’uomo di
scoprirne gli arcani più profondi e di “dominare e soggiogare gli altri esseri
viventi” (Gen.1,27-29).[2]
Ci sarebbe da trasalire di gioia per
questo privilegio dato da Dio all’uomo, (laddove per ‘soggiogare e dominare’
non si intende certo fare violenza alla natura, ma conoscerla, lavorarla,
utilizzarla e metterla a disposizione di tutti), invece mai nella storia dell’umanità è stata respinta e combattuta come
pericolo universale questa rivelazione di Dio come Creatore. [3]
A onor del vero non è sempre stato
così perché, dopo le filosofie scolastiche e patristiche che hanno contrassegnato
la cultura medievale privilegiando l’immagine di Dio Padre e creatore, i secoli
che seguirono, dall’Umanesimo e Rinascimento fino ai nostri giorni, pur focalizzando
l’attenzione prioritaria sull’uomo e sulle sue potenzialità, hanno visto un
proliferare di menti geniali soprattutto tra i cristiani, e tra questi molti
sacerdoti e religiosi di cui parleremo.
A scatenare un’autentica guerra
contro il concetto cristiano di “Creazione” è stato verso la fine del XIX secolo il prorompere della scienza con le scoperte nel campo della genetica e
con la teoria evoluzionista di Darwin che è stata subito imposta come dogma
indiscutibile e assoluto, nonostante le ripetute contestazioni di molti
scienziati e le ultime scoperte del DNA, che hanno ulteriormente invalidato
questa teoria. Mentre segnaliamo nelle note alcuni libri interessanti
sull’argomento, cerchiamo di dare brevemente una risposta flash di carattere
generale.
1) Darwin mise per iscritto nel 1859
il frutto delle sue ricerche secondo le quali la vita nasce dal caso e trova il
suo sviluppo attraverso le mutazioni genetiche che, per mezzo della selezione
naturale, passano dal meno perfetto al più perfetto nella continua lotta per
l’esistenza;
2) anche l’uomo è frutto
dell’evoluzione perchè proviene da antichissimi individui sub-umani non
intelligenti che hanno dato vita alle scimmie le quali si sono evolute col
tempo prendendo posizione eretta e dando vita all’uomo. [4]
Innanzitutto bisogna premettere che
l’evoluzione in sé (non l’evoluzionismo), è compatibile con il pensiero
cristiano e con il concetto di creazione, al punto che fu in qualche modo
intuita già da S. Basilio, da S. Gregorio di Nissa, S. Agostino e tanti altri,
i quali ritenevano che Dio, nel creare la materia, avesse immesso in essa le capacità
o “rationes seminales”, per generare nel tempo le varie creature. Infatti il
genetista cattolico Sermonti, premio nobel 2005, ammise la possibilità dell’evoluzione,
però solo dentro una determinata specie, (es. lo spuntare di code o tentacoli
in alcuni animali, la mutazione di ali e piume negli uccelli, il mutare di caratteristiche
somatiche in certe razze umane ecc.) però mai si è verificato il caso di un
netto passaggio evolutivo da una specie all’altra, e men che meno si sono
trovati i cosiddetti ‘anelli mancanti’ a provare le affermazioni di Darwin, “a motivo della stabilità del DNA che, nel
diversificare una specie dall’altra, la determina e identifica per sempre,
irreversibilmente”.[5] Mai
si è verificato che da un uovo di gallina sia nato un gattino o un canarino o
altri elementi naturali in evoluzione verso il più perfetto.
La teoria Darwiniana non solo non è
compatibile con la genetica, ma neppure con la paleontologia e la fisica
sperimentale in quanto gli scienziati, tra cui Kelvin, fondatore della
termodinamica, affermano che l’evoluzionismo, diverso dall’evoluzione, è
impossibile anche per mancanza di tempo necessario alla formazione di tali
processi, dal momento che il caso non riuscirebbe a mettere insieme in 300
miliardi di anni neppure una sola proteina, mentre la terra ha solo 4 miliardi
di anni.[6]
Ma dopo che questa propaganda ci è
stata bombardata come verità assoluta per oltre un secolo sin dalle scuole
primarie, ha provocato una specie di complesso di inferiorità nei cristiani che
hanno dovuto quasi difendersi dal ridicolo, ma il peggio è che ha creato una profonda spaccatura tra fede
e ragione, cioè tra la Parola di Dio Rivelata, considerata fideismo per
ignoranti, e la “parola indiscutibile” dello scientismo evoluzionista, fornendo
l’esca a liberi pensatori e falsi teologi per spazzare via, assieme ad Adamo ed
Eva, anche il peccato originale e la stessa Incarnazione e Risurrezione di
Cristo, rendendo perciò inutile la presenza della Chiesa da Lui fondata e
tacciando di imbecilli coloro che si ostinano a credere nel “Credo”. [7]
Infatti si esprime proprio così l’ateo
Odifreddi nel suo ultimo libro “Perché non possiamo essere cristiani” “il mondo è fatto in gran parte di cretini,
cioè, etimologicamente, di cristiani. Il cristianesimo, infatti, è indegno
della razionalità e dell’intelligenza dell’uomo perché si è fatto buggerare da
Cristo e dai suoi stupidi seguaci”.[8]
È vero che molta gente continua a
credere in Dio, almeno nella Chiesa e nei Seminari, ma in un Dio vago e
indefinito che ha perso molti dei connotati del Dio cristiano per assumere
quelli del dio massone, grande architetto del mondo. La massoneria si è servita
anche di Darwin per colpire ulteriormente la Chiesa, col tacito consenso,
purtroppo, di ignobili falsari cattolici.[9]
[1] Antonio Livi, Tommaso
d’Aquino, il futuro del pensiero cristiano, ed. Mondadori
G. K.
Chesterton, Tommaso d’Aquino, ed. Fede & Cultura
[2] Umberto Fasol, Chi èstato? I racconti delle origini tra scienza e teologia, ed. Fede & Cultura
[3] Francesco Agnoli, Dio,
questo sconosciuto, riflessioni su scienza, storia e morale, Sugarco Ed.
[4] Ch. R. Darwin, L’origine
delle specie per opera della selezione naturale
[5] Giuseppe Sermonti,
Dimenticare Darwin, Rimini 2003.
[6] Daniel Raffard de Brienne,
Per finirla con l’evoluzionismo, ed. Il Minotauro.
Roberto de
Mattei, Evoluzionismo, il tramonto di una ipotesi, ed. Cantagalli
[7] D. E. Ravalico, La
creazione non è una favola, Milano 1987.
[8] Piergiorgio Odifreddi,
Perché non possiamo essere cristiani, e meno che mai cattolici, Ed Longanesi.
[9] Giovanni Cavalcoli, Parolechiare sulla vita della Chiesa, Chiesa e Massoneria, ed. Fede & Cultura.
Beh, almeno Sermonti sarà felice del Nobel che gli hai appena assegnato...
RispondiEliminaGrazie Patrizia per il tuo impegno per la verità.
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