ANNO DELLA FEDE N. 3 – IL BIG BANG
Credo in Dio, Padre
Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili…
Doveroso chiarimento: ritengo opportuno chiarire
qualche dubbio postomi a seguito di queste lettere che esulano dall’argomento
della fede per invadere il campo della scienza, come se compito del cristiano
fosse solo quello di pregare Dio alla cieca, estraniandosi dal resto del mondo.
Si tratta di argomenti accessibili a tutti, e non solo prerogativa per
esperti,
come neppure io lo sono, argomenti che un credente di media cultura (come è
ormai la maggior parte della gente) ha il dovere di affrontare, approfondire e
almeno in buona parte risolvere, se non vuole cadere nelle solite trappole del
nemico che vuole rendere sempre più insanabile, come detto, la spaccatura tra
fede e ragione, tra Parola di Dio e parola della scienza, relegando i credenti,
a forza di menzogne, nella categoria degli imbecilli.
Mio intento è solo quello di invogliare la gente a leggere almeno
qualcuna delle opere evidenziate nelle note, perché, mentre parlano di scienza
in modo chiaro e accessibile alla media cultura, sono aiuti formidabili per
capire e gustare anche le verità della nostra fede contenute nel “Credo”, nella
certezza che il Dio cristiano, Uno e Trino,
non ci inganna chiedendoci di inginocchiarci davanti a Lui, piuttosto che davanti
a ‘sua maestà’ Darwin, responsabile di aver eliminato il Dio vero per
intronizzare ‘il caso’, cioè un assioma infondato e gratuito come unico
artefice della vita. Non possiamo più accettare che cristiani impegnati per la
nuova evangelizzazione, studenti, docenti, per non dire sacerdoti o Vescovi, continuino
a difendere, anche se in buona fede, la teoria dell’evoluzionismo (che non è l’evoluzione)
che nega la creazione, teorie che, soprattutto con le ultime scoperte del DNA e
di quelle cosmologiche di cui accenneremo, hanno subìto una clamorosa sconfitta.
Io stessa, anni addietro, dopo aver letto qualcuna di queste opere e
ascoltato opportune conferenze, (ricordo in particolare quelle assai incisive
dei prof. Giancarlo Cavalleri e Francesco Grianti, docenti universitari di
fisica generale e nucleare), ho dovuto in un certo senso riformulare con grande
gioia il mio atto di fede, come una nuova, luminosa conversione, pur essendo
sempre stata credente, perchè finalmente ho capito che la Parola di Dio è la
stessa parola della scienza, però quella vera, e non quella strumentalizzata da
falsi scienziati al fine di demolire la nostra fede cattolica. La cultura
mondiale di tutti i tempi brulica di scienziati e umanisti credenti di
altissimo livello, molti di essi cattolici, come ha segnalato in un libro molto interessante il prof. Francesco Agnoli:
‘Scienziati, dunque credenti!’.[1]
Ma chi ha il coraggio di citare questi illustri personaggi nelle nostre
scuole, nei nostri seminari, nei nostri istituti teologici e religiosi, dove
troneggia come verità assoluta l’abominevole e falsa figura dello scimmione che
si alza un po’ alla volta su due piedi, come se questo fosse sufficiente per giustificare
la differenza abissale che distingue l’uomo da qualunque altro essere vivente? Non
solo biologica (c’è più informazione in una sola cellula umana che in tutte le
cellule animali messe insieme), ma spirituale: il linguaggio, la coscienza di
sé e dell’universo, lo studio, la libertà, il rapporto con il Trascendente, perché
l’uomo è l’unico essere fatto a ‘immagine e somiglianza di Dio’, e destinato
alla Vita Eterna.
Finchè nei Seminari e Istituti
religiosi, nei vari studi teologici di tante diocesi italiane, si continua a
dare spazio ai nuovi falsari, ai vari pseudo teologi alla “Vito Mancuso” che
sono ascoltati e riveriti molto più del Papa, falsari che hanno trasferito al
campo teologico le conseguenze assurde della teoria evoluzionista, negando il
peccato originale, ci meravigliamo dei frutti che vediamo intorno a noi? Seminari e noviziati semideserti, gente che abbandona chiese e Messe, cercando
aiuto presso le varie sette perché delusa dalla Chiesa cattolica, meglio detto,
da certi falsari della Chiesa cattolica, falsari e traditori, che non hanno più
nulla di vero e di santo da offrire, ma si barcamenano tra confusione, eresia e
qualche pizzico di verità per confondere le coscienze.[2]
E come soluzione cosa propongono alcuni
Vescovi? La riduzione delle Sante Messe
nella speranza che almeno quelle che restano siano un po’ più frequentate, a
tal punto che molti sacerdoti preferiscono celebrare solo una Santa Messa
festiva, privilegiando nei giorni feriali altre attività. Massima stoltezza! È ciò
che vuole la Massoneria la quale, dopo aver demolito tutti i baluardi della
nostra fede: catechesi, morale, famiglia naturale, sacralità della vita,
sacerdozio, ecc. adesso sta puntando i suoi cannoni contro l’ultimo baluardo
che ancora regge: la Messa cattolica, nella consapevolezza che, meno Messe ci sono, più siamo esposti agli
attacchi del nemico perchè meno grazie piovono dal Cielo, meno aiuti ci
offre il Signore per le nostre necessità spirituali e materiali, finchè non
saremo costretti ad arrenderci al loro piano diabolico che è quello di
sottomettere l’umanità al Nuovo Ordine Mondiale, cioè a Satana. E sotto il
dominio di Satana sono dolori acuti, qui sulla terra e, ancor peggio,
nell’aldilà, perché non esiste una morale neutra, laica, che accontenta tutti
in una pacifica fratellanza universale, come costoro vanno sbandierando: o si è con Gesù Cristo cioè con la Verità
che è felicità, o si è con Satana, cioè con la menzogna che è disperazione.
C’è ancora tempo per reagire e per andare contro corrente con forza, in
questo luminoso “Anno della Fede” voluto dal nostro amatissimo Santo Padre
Benedetto XVI. Cristo ci aspetta sempre!
Le scoperte
cosmologiche: il big bang
Affascinante oltre ogni immaginazione è la storia
dell’universo che la scienza ci propone oggi perché l’assurdo è che proprio
dalla scienza che voleva negare l’esistenza della creazione è stata invece
fatta una scoperta a dir poco sensazionale che, guarda caso la coincidenza, si
ravvicina in modo incredibile al concetto cristiano di creazione.
Questa scoperta, accettata da tutti
per la sua evidenza, è stata denominata “big-bang”, dal fisico ateo Sir Fred
Hoyle, che l’aveva così definita quasi con disprezzo perché la considerava
troppo cristiana, in quanto presuppone un mondo originatosi dal nulla, quasi a
coincidere con quella frase della Genesi “Fiat lux” pronunciata da Dio
all’inizio della creazione, un mondo in
cui moto, spazio e tempo hanno iniziato ad esistere in un momento ben preciso e
potrebbero un giorno scomparire, fenomeni relativi e non assoluti, regolati
da leggi fisiche ben mirate e non casuali, poste in essere da un Creatore,
inteso come ‘Legislatore supremo’ o ‘divino Artefice’, conclusioni alle quali
erano già pervenuti secoli addietro scienziati del livello di Copernico (1500),
Keplero, e il grande Galilei (1600) e che oggi la scienza ha ulteriormente convalidato
con i sofisticati strumenti di cui è in possesso.
I fisici dei nostri tempi, infatti, hanno
potuto ricostruire con altissima precisione questi complicatissimi processi,
soprattutto grazie alle scoperte ‘dell’estremamente piccolo’, fino all’interno
delle componenti più infinitesime dell’atomo, a tal punto che uno dei più
illustri docenti di astronomia e di storia della scienza della celebre
università di Harvard, il prof. Owen Gingerich, considera la scoperta del cosiddetto
“big-bang” uno dei tanti motivi scientifici per intravedere, dietro l’universo,
un progetto divino.[3]
Per dirla qui in breve, nella
speranza di suscitare abbastanza curiosità nei lettori da invogliarli ad
approfondire meglio il tema attraverso i libri citati, si può dire che al
momento del ‘big bang’ o grande esplosione iniziale, l’universo poteva avere la
dimensione di una capocchia di spillo o anche meno, come una sfera
incredibilmente compressa di materia e di energia a temperature elevatissime
(mille miliardi di gradi circa) che si espandeva a una velocità di gran lunga
superiore a quella della luce. Un minuto dopo il big bang, la temperatura
dell’universo in espansione era scesa a circa 10 miliardi di gradi, tre minuti
dopo a circa un miliardo di gradi che è la temperatura presente oggi
all’interno delle stelle più calde. A tale temperatura le particelle che
componevano la materia primigenia presero ad interagire fra loro e a
trasformarsi negli elementi di cui è composta oggi la materia: idrogeno (77%)
elio (23%) e da minute quantità di altri elementi. Ben diversa invece è la
composizione di questi elementi sul nostro pianeta Terra, l’unico sul quale è
possibile la vita, con buona pace dei sostenitori dell’esistenza dei marziani
ai quali crederemo solo dopo averli visti e toccati con mano. [4]
Da queste premesse molti scienziati
affermano che il nostro sole, dopo aver trasformato in elio tutto l’idrogeno
del suo nucleo, si raffredderà e si dilaterà enormemente, inglobando tutti i
pianeti ad esso più vicini, compresa la terra, per poi subire un processo
inverso, dalla dilatazione alla contrazione fino a diventare una ‘nana bianca’.
Sarà allora la fine del mondo? Sarà molto prima? Lo stesso Cristo non ce l’ha
voluto dire nel Vangelo, ma una cosa è certa: la fine del mondo per ciascuno di
noi avverrà nel momento in cui chiuderemo gli occhi a questa terra, per aprirli
per sempre alla luce della Verità e dell’Amore che non avranno tramonto, per
chi è stato fedele, o alla luce della punizione eterna per chi ha voluto
scegliere il rifiuto di Dio per privilegiare le tenebre.
Probabilmente per alcuni da fastidio
l’idea di un Dio giudice del nostro operato, perché si vorrebbe fare e disfare
a piacere quel che si vuole senza il pensiero di Qualcuno che ci sovrasta, che
vede tutto e che potrebbe anche punire le nostre cattiverie. Si può anche
capire questa sorta di paura, che non è certo il ‘Santo Timor di Dio’, ma in
tale caso, l’unico rimedio non è certo quello di rinnegare Dio, ma semmai fidarsi
di Lui, del Dio cristiano che non ha solo i connotati di un Dio supremo, Creatore
e giudice, perché è soprattutto Amore, e ama infinitamente le sue creature, le
conosce una per una, e perdona le loro debolezze per chi si rifugia nella sua
infinita misericordia.
La creazione dell’uomo.
La Bibbia narra, nel primo libro
della Genesi, cioè origine, come Dio creò il mondo in sei giorni, nell’ultimo
dei quali fu creata la coppia umana, Adamo ed Eva. Inoltre la Sacra Scrittura ci
descrive la genealogia dalla comparsa della prima coppia ad oggi, nome per
nome, attraverso patriarchi, re, profeti, uomini comuni e peccatori e perciò si
calcola che in tutto siano passati non più di 10.000 anni. Questo sembra in
contrasto eclatante con quello che ha sempre affermato la scienza, che fa
risalire l’origine dell’universo a miliardi di anni fa, e la comparsa dell’uomo
a milioni di anni fa.
A parte che quei ‘sei giorni’ della
Genesi simboleggiano il succedersi dei lunghissimi tempi dell’evoluzione
cosmica, come riferirono anche gli studi del grande astronomo Giuseppe
Armellini 1887.1958, a parte questo, sta di fatto che studi scientifici sempre
più sofisticati stanno valutando anche l’ipotesi (soprattutto attraverso lo
studio dei fossili) che l’inizio dell’universo e soprattutto della Terra possa
risalire a una data assai più recente, cioè che si tratti non di miliardi ma di
milioni di anni fa, o forse anche meno.
Come per la comparsa del big bang,
anche la data dell’inizio della vita umana sulla terra è oggi più che mai fonte
di dibattiti accesi fra le stesse correnti creazioniste che si chiedono quando
e in quale modo sia intervenuta l’azione di Dio nel mondo, se attraverso un
intervento solo iniziale, o continuo o virtuale ecc. A tale riguardo non
possono essere ignorate le ricerche di scienziati eccezionali del calibro di
Mons. Pier Carlo Landucci, ad esempio, attualmente servo di Dio in concetto di
santità, alle cui preziose opere rimando l’approfondimento di queste tematiche.[5]
Ma è altrettanto doveroso segnalare le
scoperte sensazionali a cui sono pervenuti altri scienziati, per lo più
americani e giapponesi, non credenti, di cui nessuno parla ufficialmente,a tal
punto che sembra di essere tornati ai tempi delle catacombe dove bisogna vivere
e diffondere la verità di nascosto, quasi in una catena di ‘passa-parola’,
‘pissi-pissi, bao-bao’, pena l’esclusione dalla lobby dei sapienti, per essere
confinati in quella degli ignoranti marchiati a vita, che non avranno mai un
futuro professionale. Questa è la realtà nuda e cruda, purtroppo!
Il fisico prof. Cavalleri, di cui ho
parlato, si è preso la briga di raccogliere queste notizie, vagliarle e
diffonderle citandone le fonti che noi qui brevemente segnaliamo. In un
articolo sulla rivista ‘Le Scienze’ (n. 286 del giugno 92) i professori A.C.
Wilson e R. L. Cann dell’università di Berkeley, hanno annunciato che: “I
confronti genetici nello studio del DNA mitocondriale trasmesso solo per via
materna, depongo a favore del fatto che tutta l’umanità attuale possa essere
ricondotta per ascendenza materna a una sola donna che visse probabilmente in
Africa circa 200.000 anni fa. (e non milioni di anni fa come si vorrebbe far
risalire la comparsa del primo uomo). L’umanità moderna apparve in un unico
luogo da una sola donna e da lì si propagò.”
Sensazionale è pure la scoperta che
l’homo sapiens ha abitato per decine di migliaia di anni accanto a tipi
umanoidi più arcaici (le cosiddette scimmie umanoidi, cioè i cosiddetti ominidi,
che non erano uomini) senza però mescolarsi con essi, e vi sono testimonianze
fossili che lo convalidano quali le scoperte effettuate nelle grotte di Qafzeh
in Israele che indicano appunto che uomini di Neanderthal e uomini di tipo
moderno vissero a fianco per 40.000 anni senza interscambio genetico.
Alla stessa conclusione è arrivato il
paleontologo D.M. Waddle, il quale sulla rivista Natura (vol. 368 del 31.3.94)
afferma che, studiando i più antichi crani di homo sapiens, il luogo di
comparsa della nostra specie umana potrebbe essere o l’Africa Orientale, o il
Medio Oriente, e non oltre 150.000 anni fa.
Studi e ricerche effettuate da parte
di equipe di francesi del ‘Collège de France’ sul cromosoma Y che determinano
l’appartenenza al sesso maschile, hanno stabilito che anche le linee di
discendenza paterne riconducono a un singolo progenitore che potrebbe risalire
a circa 250.000 anni fa (quindi, dentro gli errori sperimentali concessi, assai
vicino alla data della prima donna).
Pure fantasie? Errori madornali?
Probabilità da approfondire o da scartare come assurdità?
E’ logico che nel campo scientifico
tutto è in continua ricerca ed evoluzione, ma allora perché non riportare
semmai gli stessi dubbi anche alla intoccabile e quasi intramontabile teoria
darwiniana che puzza ormai di logoro e di stantio? Di statico e di arcaico? Di
menzogna più che di verità?
Questo confermerebbe quanto afferma
la Bibbia sul peccato originale (senza del quale tutta la storia degli uomini
risulterebbe incomprensibile) che non si riferisce dunque a una sorta di
indefinita popolazione primigenia formata da una moltitudine di individui, come
invitavano a pensare le scoperte iniziali della paleontologia e come ha
proposto Karl Rahnner, ma proprio a un solo uomo e a una sola donna, come
afferma la Bibbia.
Saranno poi i veri teologi a
stabilire in che cosa realmente sia consistito il peccato originale, anche se
la Bibbia dice chiaramente che si è tratto di superbia ‘diventerete come Dio’, che
è l’eterno, intramontabile peccato di tutti i tempi e di tutti gli uomini che
non accettano il dolcissimo ruolo di creature, di figli di un Padre
amorosissimo e tenerissimo che ha preparato per loro le bellezze di questo
nostro meraviglioso mondo che è la Terra in vista di ‘Cieli nuovi e terra
nuova’ che non avranno mai fine, ma si ostinano a razzolare come galline che si
beccano nel pollaio.
LE SCOPERTE BIOLOGICHE: LA CLONAZIONE.
Quale scienziato nella pretesa di negare con tanta sicurezza
l’intervento di Dio nella creazione , è stato finora in grado di creare o inventare
nuove galassie o per lo meno qualche piccolo pianeta? Nessuno! Perché gli
scienziati non inventano nulla ma scoprono leggi fisiche o biologiche o
chimiche o altro che si trovano già in natura dall’origine dell’universo,
grazie all’utilizzo di strumenti sempre più sofisticati e perfetti che
permettono di conoscere cose che crediamo nuove, ma che in realtà sono antiche
come il mondo. Ad esempio la scoperta del DNA ad opera del premio nobel Francis
Crick non è una sua invenzione o creazione, ma è una realtà esistente in natura
sin dall’origine della vita e di cui si è venuti a conoscenza solo da pochi
anni grazie a nuovi strumenti inventati dagli scienziati, ai quali va comunque
il merito di essere riusciti a scandagliare i misteri della natura per
conoscerla meglio.
D’accordo, ma come la mettiamo con l’ingegneria genetica e la
clonazione? Non è
giunto il momento di ammettere che finalmente gli scienziati sono riusciti,
alla pari di Dio se non meglio!! a costruire l’uomo in laboratorio, addirittura
prolungandone la vita in una sorta di eternità sulla terra, e scegliendo
perfino i connotati su ordinazione?
La clonazione, presentata con tono
trionfalistico come se si trattasse della facoltà di creare l’uomo in
laboratorio, “ex nihilo”, al di là del fatto che per ottenere ciò devono
comunque partire almeno da un ovulo e un nucleo e non certo dal nulla; al di là
del fatto che non si conoscono le reazioni psichiche che potrebbe avere un
simile robot umano per lui e per l’umanità intera; al di là del pericolo
rappresentato dal delirio di onnipotenza alla Frankstein che si propone di
controllare la vita umana in un chimerico e deleterio desiderio di immortalità
terrena, ecc. resta sempre il fatto che… a Dio non la si fa!
Infatti, il biochimico Erwin Chargaff, pioniere nei suoi studi sul DNA, afferma che, con la clonazione,
qualora si ottenessero le stesse, identiche caratteristiche fisico-biologiche
del donatore, il cervello risulta essere comunque unico e irrepetibile, e
inoltre diverse sarebbero gli ambienti e situazioni in cui si verrebbe a
trovare il nuovo ‘malcapitato clonato’, ergo… non abbiamo affatto la stessa
persona che vive una specie di nuova vita ripetibile nel tempo a volontà, ma un
nuovo essere, non si sa fino a che punto umano, o para-umano, comunque un povero
essere che agisce con la sua libertà e il suo cervello, con gravi rischi
comportamentali, però, perché l’uomo non è solo il risultato di un composto
organico ma assai di più, e far scaturire la vita dal gelo del laboratorio
piuttosto che dal calore dell’amore, può avere conseguenze disastrose per
tutti. I media esaltano i successi degli esperimenti ma tacciono sulle loro
gravissime conseguenze, come per la pecora Dolly invecchiata precocemente nel
giro di pochi mesi, sempre malata e deceduta in pochissimi anni.
E conclude nel suo libro “Il mistero
impenetrabile”: “La vita e la morte
bisogna lasciarle stare perché non dipendono dalla modalità di riproduzione che
si vuole dare agli esseri umani. Gli orribili esperimenti di ingegneria
genetica e di inseminazione artificiale mostrano che ci muoviamo su un piano
spaventosamente inclinato. Perciò la scienza dovrebbe culminare in una
contemplazione estatica della natura, e non in una lotta violenta contro di
essa”. [6]
QUALI SCIENZIATI? Mentre per il
lungo elenco di illustri scienziati credenti invitiamo alla lettura del libro
del prof. Agnoli già citato, una parola speciale la vogliamo spendere per due
personaggi eccezionali e ancora poco conosciuti: FERNARD CROMBETTE e NICOLO’
STENONE.
Fernard Crombette, nato in Francia nel 1880 e morto in Belgio, novantenne, nel 1970. Un
vero genio che ha composto una trentina di opere nel campo della decifrazione
della lingua egizia, ittita, etrusca, cretese, copta, atzeca, opere di fisica,
astronomia, geografia della terra antica e moderna, geologia, studi sulla
ricostruzione della storia biblica da Adamo in giù attraverso lo studio
dell’onomastica e la decrittazione dei geroglifici egiziani e del copto.
L’ultima sua opera è stata una lettura approfondita della Genesi traducendo il
testo direttamente dall’ebraico antico. Profondamente credente, ha dato vita ad
una Associazione internazionale di studiosi e scienziati cristiani (CESHE) che
si propone di riconciliare scienza e fede, proprio attraverso l’approfondimento
di entrambe le discipline attraverso le lingue antiche. [7]
Niccolò Stenone. Nel panorama scientifico del seicento, Niels Steensen, Niccolò Stenone,
(1638-1686) è una delle personalità più affascinanti e geniali di quel secolo,
peraltro già nobilitato da personaggi di alto livello quali Keplero, Newton,
Galilei, Cartesio ecc. A renderlo tale non sono solamente le sue scoperte
fondamentali in anatomia (il dotto salivare, detto di Stenone, ghiandole,
muscoli, cervello) e in altre discipline (è considerato il fondatore delle
geologia e per molti aspetti, della paleontologia e della cristallografia), ma
soprattutto le sue qualità di uomo, di scienziato e di credente. [8]
Stenone nasce in Danimarca da
genitori orafi, convinti luterani. La sua passione è l’anatomia, perciò si
iscrive all’università di Copenaghen. È un instancabile viaggiatore, uomo
versatile, minuzioso ricercatore, amico di principi e studiosi altrettanto
tenaci, quali Jan Swammerdan, fondatore dell’entomologia che intende scrivere
un libro sulle api per dimostrare la saggezza del Creatore. Così anche Stenone,
assieme alla passione per la natura, coltiva un profondo senso religioso come
fervente luterano. I suoi studi lo portano poi in Italia, precisamente a
Livorno dove è attratto da amici di grande cultura e ferventi cattolici,
Viviani, Redi ecc. che gli fanno cadere i pregiudizi negativi nei confronti
della chiesa cattolica. Qui continua i suoi studi spaziando tra discipline
scientifiche e teologiche e compone un’opera di carattere scientifico ‘De
solido’ nel quale affronta anche questioni bibliche e di fede.
Un momento particolare gli tocca
profondamente il cuore: la processione del Corpus Domini a Livorno, da dove
nasce la sua conversione al cattolicesimo aiutata dalla figura ascetica del
gesuita Paolo Segneri e da alcune nobildonne toscane profondamente credenti. Trasferitosi
poi a Firenze e accolto con grande ammirazione soprattutto dai Medici, continua
i suoi studi, soprattutto teologici in vista dell’Ordinazione sacerdotale che
avverrà a Firenze nel 1675. Inviato poi dal Papa Innocenzo XI presso i suoi
concittadini, trova molte ostilità e umiliazioni perché lo accusano di ‘resa al
papismo’, a tal punto che gli viene precluso l’insegnamento all’università. Qui
non solo risponde con garbo e fermezza parlando del Papa, dell’Eucaristia e
della Chiesa, ma si batte anche per ridurre la pressione fiscale del suo popolo
e per risollevare le famiglie povere con opportune iniziative.
Chiamato a Roma per la consacrazione
episcopale, vi si reca a piedi alla stregua di un pellegrino penitente, e accetta
poi di buon grado il compito di trasferirsi nella Germania del Nord per
occuparsi delle piccole comunità cattoliche sparse tra i protestanti dove
percorre a piedi e con molta fatica città e villaggi per incoraggiare alla
fedeltà i pochi cattolici rimasti. Gli ultimi anni sono molto duri, vive in
condizioni estreme, vende perfino l’anello vescovile e la croce d’argento per
aiutare i poveri. Dorme poco, digiuna, lavora, prega e sogna di tornare alla
sua amata Firenze, ‘exul immeritus’ come Dante.
Muore a Schwerin a soli 48 anni, e
gli stessi luterani accolgono infine con devozione la sua salma nella loro
chiesa, pieni di ammirazione. Cosimo III dei Medici, suo amico e protettore,
farà giungere la sua salma a Firenze dove è sepolto nella basilica di San
Lorenzo e dove la gente, tra cui molti studenti, lo onora e venera come santo chiedendogli
grazie con centinaia di bigliettini posti sul suo sarcofago. Giovanni Paolo II
lo ha beatificato nel 1988 e la sua festa liturgica cade il 5 dicembre.
Terminiamo con una sua significativa
preghiera:
O Signore, tu,
senza il cui beneplacito
né un capello del capo,
né una foglia dell’albero,
né un Uccello del cielo, cade.
Né il pensiero allo spirito,
né la parola alla lingua,
né l’azione alla mano, riesce,
Tu mi hai guidato
per sentieri a me sconosciuti.
Guidami ancora in futuro
sul sentiero della grazia,
sia che io veda,
sia che io non veda. Amen
(Nicolò
Stenone)
NOTE
[1] F. Agnoli, Scienziati,
dunque credenti, Come la Bibbia e la Chiesa hanno creato la scienza
sperimentale, ed. Cantagalli
F. Agnoli,
Dio, questo sconosciuto, riflessioni su scienza, storia e morale. Ed. Sugarco
[2] A. Gnocchi, M. Palmaro, La
Bella Addormentata, Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi,
perché si risveglierà, ed. Vallecchi.
- ‘Io speriamo che resto cattolico’,
Nuovo manuale di sopravvivenza contro il laicismo moderno, ed. Piemme
[3] Owen Gingerick, Cercando
Dio nell’universo, Lindau 2006.
[4] Corti, Cavalleri, Scienza
e fede, ed. Mimep Docete. (E’ un sintetico trattato, molto chiaro e alla
portata di tutti).
Stephen
Hawking, dal big bang ai buchi neri, ed. Rizzoli.
Antonino
Zichichi, Perché credo in Colui che ha fatto il mondo, ed. Il Saggiatore.
Giancarlo
Cavalleri, L’origine e l’evoluzione dell’universo, ed. Tecniche Nuove, Milano.
Griscia
Bogdanov, Jean Guiton, Dio e la scienza, ed. Bompiani.
F. Agnoli, A.
Pertosa, Contro Darwin e i suoi seguaci, (Nietzsche, Zapatero, Singer,
Veronesi, Odifreddi…) ed. Fede & C.
Massimo
Pelliconi, Diventerete come Dio, la
bioetica e l’attualità della primordiale tentazine, ed. Itaca
Umberto
Fasol, la creazione della vita, disegno intelligente o beffardo scarabocchio?,
ed. Fede & Cultura.
Stanley L.
Jaki, Disegno intelligente?, ed. Fede & Cultura
Tommaso
Scandroglio, La legge naturale, ed. Fede & Cultura.
[5] Pier Carlo Landucci, la verità
sull’evoluzione e l’origine dell’uomo, ed La Roccia, 1984.
Pier Carlo
Landucci, il mistero dell’anima umana, ed. Assisi 1952
Per Carlo
Landucci, Centro problemi di fede, ed. Assisi1953.
[6] Erwin Chargaff, il mistero
impenetrabile.
[7] Guido Landolina, la genesi
biblica fra scienza e fede, ed. Segno, 1° vol. (www.ilcatecumeno.net)
[8] Alan Cutler, La conchiglia
dei diluvio. Nicolò Stenone e la nascita della scienza della terra, Il
Saggiatore
Giov. Paolo
II, Omelia e discorso in occasione della beatificazione di Niels Steens, Roma
23.10.1988.
Giov. Paolo
II, Insegnamenti XI,3 (1988) pp. 1304-1311
e pp. 1315-1318
"Perché gli scienziati non inventano nulla ma scoprono leggi fisiche o biologiche o chimiche o altro che si trovano già in natura dall’origine dell’universo"
RispondiEliminaE tutta la matematica che conosciamo non è stata inventata dagli scienziati?
"[...] pianeta Terra, l’unico sul quale è possibile la vita, [...]"
RispondiEliminaPer poter affermare questa frase il genere umano dovrebbe conoscere esattamente tutti i pianeti esistenti, che sono esistiti e che esisteranno e in nessuno di quelli (escludendo la Terra) riscontrare le caratteristiche indispensabili per poter vivere; per cui quello che dice in questa frase è falso o per essere corretti non vero, per le conoscenze che abbiamo.
A maggior ragione quando si trovano ricerche come questa: http://phys.org/news/2012-07-potential-habitable-exoplanets.html.
Grazie Patrizia per il tuo impegno per la verità.
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