Sento il dovere di rispondere alle
affermazioni rivoltemi dal Direttore editoriale delle Edizioni San Paolo, don
Giacomo Perego, a seguito della mia prima lettera dal titolo “Felici di
sputarsi addosso” con chiaro riferimento non tanto agli episodi di pedofilia
nel Clero, quanto piuttosto a quella sorta di morboso compiacimento secondo cui
bisogna tenere viva la memoria di questi fatti fino alla nausea, attraverso
libri, convegni e racconti scabrosi. Ma a chi giova tutto ciò? Forse nella
speranza di ricavarne un discreto guadagno, anche se è
risaputo che poi il
diavolo sa trasformare questo guadagno in perdite gravissime, sia economiche,
che morali, che vocazionali nei confronti di chi vuole continuare a giocare col
fuoco, un fuoco temporale che potrebbe trasformarsi in fuoco eterno per certi
giocatori d’azzardo! Davanti a una strenua difesa delle proprie ragioni da
parte del Reverendo in questione, esposte in sette punti che non trovano
comunque giustificazione alcuna, vista la gravità della cosa, ho pensato di offrire
ulteriori chiarimenti flash, insieme a qualche salutare provocazione.
Perché fermarsi solo sulla pedofilia e non avere
il coraggio di parlare di omosessualità, dal momento che tali rapporti si
compiono per lo più con ragazzotti ben consapevoli dai 15-16 anni in su, e non certo con fanciulli innocenti, (tranne
che per una minima parte di casi!) e così pure della sete di denaro e di potere
di molti preti! E ognuno di noi conosce fatti concreti e persone vive da
poter riempire le pagine di molte riviste scandalistiche. Perche non tirare
fuori anche quelli stilando una sorta di romanzetto misto a verità su questi
altrettanto esecrabili fatti che non riguardano il passato remoto ma il
presente? Basterebbe un libro per ogni diocesi! Su! Coraggio, cari scrittori e cari editori,
datevi da fare perché, siccome il mondo è ormai pieno di scandali, di imbrogli,
tradimenti, adulteri, gender, trans, droghe, suicidi, omicidi, ecc. tanto vale
che gli stessi cattolici ne approfittino per ricavarne dei vantaggi economici,
felici e orgogliosi di sputare su sé stessi sbandierando le loro stesse miserie
di casa cattolica senza cercare altrove!
- Ma da quando in qua, ci si
domanda esterrefatti, i Vescovi hanno l’obbligo di denunciare i loro preti
trasformandosi in Ufficiali giudiziari o Pubblici Ministeri? E la Chiesa
in una sorta di Gestapo che ha il dovere di denunciare e imprigionare,
anziché di perdonare, fatti e misfatti di tutti coloro che, più o meno
pentiti, cercano in Essa misericordia? Il Magistero della Chiesa proibisce
categoricamente e drasticamente di denunciare le colpe perfino di un
omicida che si è confessato!!! E allora come mai un Vescovo ha il dovere
di denunciare al Tribunale civile il prete che si confessa di questo reato
di pedofilia? Ma li avete trasformati tutti in terribili poliziotti i
nostri Vescovi, voi atei, agnostici e massoni del diavolo… E i nostri
Vescovi, intimoriti da questa aggressiva campagna diabolica contro la
Chiesa, si sono rassegnati diventando dei meschini lucida-scarpe di quel
potere delle tenebre che vuole solo la distruzione di Cristo e della
Chiesa!
- Da quando in qua la Chiesa, o
meglio le autorità ecclesiastiche hanno il dovere di compiere eclatanti
mea culpa davanti a una società corrotta e perversa che ha volutamente
teso lacci e reti alle nuove generazioni costringendo tutti, docenti,
medici, preti ecc., a inginocchiarsi al suo volere, a forza di martellare di
pornografia morbosa tv, giornali, scuole, strade e tutto? Costringendo perfino Prelati e Vescovi
a peccare di simonia, cioè a vendere le cose sacre per risarcire la
bramosia di vendetta di presunte e mai accertate “vittime”! Siamo così
sommersi da tanto letame che riuscire a rimanere casti è diventato non
solo eroico ma quasi impossibile, e di questo dobbiamo ringraziare le
lobby potenti di questa società di Satana, la quale mentre sparge veleno
ovunque, finge di scandalizzarsi chiedendosi il perché di tante
intossicazioni! E noi, poveri fessi, facciamo il suo gioco luciferino cadendo
come pere marce, anzi prostrandoci ai suoi piedi a chiedere pietà ai
nostri uccisori!
Questo non significa
che un Vescovo non debba prendere provvedimenti severi quando viene a
conoscenza di questi fatti che comunque sono reato e peccato gravissimo! Ma lo farà con discrezione, senza
suonare la grancassa preparando la ghigliottina sulla pubblica piazza per colui
che ha confessato, sia pure costretto, le sue colpe! Lo farà nel rispetto della dignità della persona peccatrice, a maggior
ragione se consacrato, e invocando quella misericordia che Gesù ha sempre
esigito da tutti: vittime e colpevoli, perché entrambi hanno bisogno di
misericordia, perché nessuno si senta il dovere di credersi perfetto e senza
colpa, perché Dio stesso nel giorno
del Giudizio si ergerà a Giudice severo non solo verso tutti i peccatori
incalliti, ma ancor di più contro quei tutti coloro che hanno approfittato di
questo periodo di offuscamento e di miseria per ricavarne dei grossi profitti!
scusa la mia domanda....ma scrivi da un penitenziario? sicuramente, dai contenuti hai una condanna a non meno di 20 anni....
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