Verona, Santa Pasqua 2014
Al Presidente della e
p.c. Segretario Generale
della CEI
Conferenza Episcopale Italiana Mons.
Nunzio Galantino
Card. Angelo Bagnasco Circonvallazione
Aurelia, 50
Piazza Matteotti, 4 00165
Roma
16123 Genova
Direttore
dell’Ufficio Nazionale
Per
la Pastorale della famiglia
Don
Paolo Gentili
Via
Aurelia, 468
00165
Roma
LETTERA APERTA: UN RINGRAZIAMENTO
PUBBLICO E UNA PETIZIONE
IL RUOLO DELLA CHIESA NELLA SOCIETA’
Sento il dovere di ringraziare la
Conferenza Episcopale Italiana, nelle Vostre Ill.me Persone, per aver avuto il
coraggio di bloccare il tentativo delle autorità civili italiane di pretendere
che le Istituzioni ecclesiastiche si sostituiscano a quelle politiche nel
combattere la pedofilia tra il Clero.
Infatti
la denuncia pubblica dei preti colpevoli di questo reato da parte dei
rispettivi Vescovi ai tribunali civili, denunce che hanno creato sofferenze,
traumi, umiliazioni e defezioni a tutto il Clero mondiale, per la stragrande
maggioranza innocente, perché compiute oltretutto in maniera plateale, ostentativa, da parte di una “Chiesa” che si è arresa
e consegnata senza contraddittorio nelle mani della giustizia civile, è una
pretesa luciferina che, grazie alla Vostra fermezza, è stata adesso bloccata,
anche se in ritardo, purtroppo. Infatti, non solo esistono per tale scopo i
tribunali ecclesiastici con la dovuta riservatezza per ciascun caso, onde
evitare la gogna mediatica e lo scandalo pubblico
sempre deprecabile, ma, al di
là di questo, come fedeli cattolici, ci chiediamo:
- come può un Vescovo, come da Voi egregiamente
espresso, trasformarsi in Pubblico Ministero che denuncia chi si rivolge a
lui manifestando le sue debolezze e chiedendo magari aiuto per venirne
fuori, soprattutto se pentito e desideroso di cambiare radicalmente vita?
- Come può un Vescovo o un Sacerdote che vengono
a conoscenza di altri reati, anche da parte di laici, (es. omicidio,
truffa, usura, ricettazione, concussione, rapporti innaturali di vario
genere, spaccio di droghe ecc…) a maggior ragione se confessati nel Sacramento
della Riconciliazione che esige il silenzio più assoluto, come possono
costoro tradire il loro specifico ruolo ministeriale per diventare una
sorta di “delatore pubblico” assumendo la veste di giudice implacabile che
consegna alla giustizia umana il penitente che a lui si affida?
Con queste premesse, rischia di venire svilito sia il sacramento della
Confessione, che nulla ha da spartire con i tribunali umani, sia la figura del
Vescovo come Pastore d’anime che non è affatto un rigido carabiniere. Chi ha
perduto di vista la missione della Chiesa come realtà umana-soprannaturale, anzi,
chi la vede come un nemico da abbattere, è ovvio che cerchi di ridurla a una
delle molte istituzioni umane da tenere al guinzaglio e da strumentalizzare per
i propri interessi.
Questo nulla toglie, ovviamente, al dovere
sacrosanto che hanno tutti i Vescovi di intervenire con fermezza nei confronti
dei sacerdoti colpevoli, con i rimedi o le pene ecclesiastiche previste, nella
consapevolezza, comunque, che in mezzo a uno tsunami di denunce mai provate a
sufficienza, anche verso sacerdoti defunti che non si potevano difendere, sono
state inoltrate anche molte denunce false, che nessuno ha avuto il coraggio di
verificare. Proprio oggi, sabato santo, ho avuto notizia di un sacerdote in
carcere per pedofilia da 4 anni che è risultato innocente! Chi risarcirà
soprattutto il suo trauma psichico? La sua immagine di sacerdote?
Alcuni sono
morti di crepacuore, altri si sono suicidati perché accusati falsamente! Bisogna
essere molto prudenti prima di accettare ciecamente ogni denuncia come fosse la
fonte della verità. Io stessa, ad esempio, ho dovuto testimoniare in favore di
ben due sacerdoti accusati ingiustamente di questo reato, uno per odio nei suoi
confronti, (te la faccio pagare io!), e l’altro perché tre furbi sedicenni o
poco più (minori ma non certo bambini) avevano complottato per fargli spillare
soldi in cambio di “infossare” le calunnie. E le autorità ecclesiastiche in
questo cataclisma erano più propense a credere agli accusatori piuttosto che ai
loro confratelli sacerdoti! Questo è assurdo ma anche comprensibile perché si è
creato un clima da rivoluzione bolscevica in tutto questo!
Come già espresso in una mia precedente
lettera su “I preti e la pedofilia” ci si chiede:
- come può questa società dell’ipocrisia e della
lussuria imposta con orgoglio, avere il coraggio di denunciare le “baby
squillo” e i preti pedofili quando sono decenni che nelle scuole si
insegna una sorta di educazione sessuale che è solo “libertinaggio
sessuale?”
- A maggior ragione da quando si vuole “sublimare”
la perversione sessuale a diritto inviolabile con l’idiozia del gender,
autentica scuola di prostituzione legalizzata che insegna ai bambini sin
dalle primarie a toccarsi, a esplorarsi, a invertire la loro realtà
sessuale, offuscando la consapevolezza della loro identità di persona e
gettandoli nella disperazione più grande!
- Ci meravigliamo dunque del cedimento di alcuni
sacerdoti costretti a nuotare con fatica in mezzo alla melma putrida,
spesso circondati da ricatti, insidie e trappole di ogni tipo!
- Perché non puntare il dito contro le miserie
che stanno emergendo anche nei parlamenti di tutto il mondo? Politici regolarmente
sposati che consumano rapporti e orge con chiunque, e che sprecano danaro
pubblico per i loro luridi piaceri, mentre il popolo fa la fame? Non è
certo il matrimonio che garantisce la fedeltà, ma la lotta di ciascuno
contro le seduzioni del male.
Allora perché far pagare solo alla Chiesa Cattolica queste colpe se è la
società che le impone ipocritamente a tutti? Nella storia della Chiesa si ricorda che più di una volta Papi e
Vescovi hanno alzato la loro voce contro le iniquità di Re e Imperatori chiedendo
alla società civile di fare ammenda dei propri peccati! Adesso accade
esattamente il contrario perché vediamo una Chiesa stracciona che si batte il
petto, prostrata ai piedi del mondo, come se fosse un’Associazione a
delinquere. Questo Gesù Cristo non lo potrà tollerare a lungo, perché sono
peccati gravissimi contro la Giustizia e lo Spirito Santo che Dio potrebbe
punire severamente!
Purtroppo,
mentre si continua a denunciare la situazione dei poveri e dei politici
corrotti ecc. non si ha il coraggio di andare alla radice del “perché” di
questo avanzare della corruzione a livello globale che consiste nel proliferare
del peccato di sodomia voluta dal diavolo! La
perversione sessuale sta alla base di ogni altro tipo di iniquità, di
immoralità e di disonestà perché è come un torrente melmoso in piena che
travolge tutti coloro che gli si avvicinano in un vortice di iniquità. La
sodomia intesa nel suo aspetto più ampio che non è solo omosessualità, bensì il
considerare il rapporto carnale-genitale libero da qualunque legge morale e
aperto anche all’incesto, è un peccato gravissimo perché rovina l’uomo come
immagine e somiglianza di Dio e la famiglia da Lui voluta secondo il suo
progetto. E’ vero che si sono levate alcune voci autorevoli, quali il Presidente
della Cei, Card. Bagnasco, il nostro Vescovo di Verona, Mons. Zenti, quello di
Bologna, di Trieste, di Torino, di Ferrara ecc., la stessa Nota Pastorale della
Cei del Triveneto ecc. tuttavia ci aspettiamo una forte reazione a livello Ecclesiale
Nazionale perché la situazione è drammatica:
PER QUESTO VENIAMO A CHIEDERE UMILMENTE ALLA CEI E A TUTTI I VESCOVI DI
CHIAMARE A RACCOLTA TUTTE LE DIOCESI, LE ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI, ECC. PER UNA
MANIFESTAZIONE PUBBLICA RILEVANTE, COME NEL “FAMILY DAY” DEL 2007, POSSIBILMENTE
ENTRO GIUGNO, RIVENDICANDO
QUESTI SACROSANTI DIRITTI:
- la libertà di difendere l’unica, vera famiglia
formata da un uomo e da una donna;
- il diritto del bambino ad avere un padre e una
madre;
- la libertà di pensiero e di opinione;
- il divieto di insegnamento del gender nelle
scuole che profana l’innocenza dei nostri bambini.
Da promuovere il più presto
possibile, prima che venga approvato il disegno di legge Scalfarotto che
prevede il carcere per i “reati” di opinione, cioè quella legge assurda contro
l’omofobia dove il bambino viene considerato solo oggetto per soddisfare le
voglie di “coppie di fatto” che, etero o omo che siano, in realtà non fanno
mistero di considerare un loro diritto l’unione carnale con chicchessia, e, Dio
non voglia che prima o poi, non reclamino anche il diritto di portarsi a letto
il figlio adottivo, in ossequio alle loro tendenze che sono da ritenere “sacre,
intoccabili, indiscutibili, impunibili”.
Con
l’auspicio che nostro Signore Gesù Cristo, morto e risorto per la salvezza
degli uomini, con l’intercessione della Vergine Maria e di San Giuseppe, come
recita la preghiera: “ci liberi dai mali
che ora ci affliggono e ci conduca alla salvezza eterna”.
P.S. Si invitano coloro che leggono e condividono,
Movimenti, Parrocchie, Istituzioni, Associazioni, privati o altro, a inoltrare
analoga richiesta alla Cei unendosi compatti. L’unione fa la forza. Coraggio!
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