Mentre la guerra incalza da più luoghi, soprattutto quella islamica contro i cristiani, orrenda, spaventosa, così da pensare che certe efferatezze indescrivibili contro donne, uomini e bambini inermi non si possono compiere se non per intervento diretto del diavolo che prende possesso dell’uomo, per contro, abbiamo la grande consolazione della festa della “Madonna Assunta”, il 15 agosto, che ci invita a elevare lo sguardo dai flutti tempestosi di questa terra verso la nostra patria definitiva, il Cielo. La Vergine Maria, Assunta anima e
corpo in cielo, è nella gloria, accanto a suo Figlio Gesù, Regina del cielo e della terra, ma è anche sempre accanto a noi, suoi figli, e mentre ci mostra il nemico che tiene, schiavo, sotto i suoi piedi: “il serpente e la mezzaluna”, ci assicura che è lei la “Beata Vergine Nicopeia”, cioè “Operatrice di vittorie”, se ricorriamo alla sua materna protezione con la recita quotidiana del Santo Rosario.
Il Rosario è l’arma vincente del cristiano, grazie al quale, durante la battaglia di Lepanto del 1571, dietro pressante invito di Papa San Pio V, le nostre povere e sbandate truppe bloccarono miracolosamente l’avanzata dei feroci turchi musulmani, tanto che, come segno di riconoscenza, lo stesso Papa volle istituire la “festa della Madonna del Rosario” da celebrare ogni 7 ottobre. Pertanto, quand’anche dovesse mancare la Santa Messa, Sacramento potentissimo contro le insidie del Maligno, abbiamo sempre a nostra disposizione a tutte le ore del giorno e della notte il Santo Rosario con le preghiere del “Padre Nostro, Avemaria e Gloria”, e le giaculatorie, in particolare quella stupenda e antica come la Chiesa: “Sia lodato Gesù Cristo” che mai una volta Papa Bergoglio ha voluto pronunciare, per privilegiare invece la recita di un’ecumenica preghiera del “silenzio” come a dire “che ciascuno preghi il suo Dio senza dar fastidio agli altri”. E invece di far risuonare all’unisono, in tutta la piazza San Pietro la voce potente di supplica dei fedeli cristiani nella recita della commovente preghiera voluta da Gesù stesso, il Padre Nostro, ci troviamo di fronte a un nuovo, enigmatico e preoccupante silenzio, carico di inquietudine per il futuro della Chiesa e del mondo.
“Senza di me non potete fare nulla” ci ha detto Gesù Cristo nel Vangelo, e infatti lo abbiamo visto con lo scatenarsi di una guerra efferata subito dopo la proclamazione di una falsa pace in Vaticano voluta dal Papa. E mentre l’Iman non si faceva scrupolo di leggere con sfrontatezza, dal cuore della cristianità, alcuni versetti del Corano che, alla stregua di una vera maledizione, inneggiavano alla guerra contro gli infedeli, i nostri responsabili “cattolici”, con gesto vigliacco e dissacrante, hanno pensato bene di nascondere o coprire tutte le immagini sacre lungo il percorso, soprattutto quelle di Gesù e di Maria! Stolti! Ma quale pace potremmo mai conseguire rinnegando Gesù Cristo, la seconda Persona della Santissima Trinità che, assieme al Padre e allo Spirito Santo, costituiscono il fulcro portante della nostra fede, davanti al quale si inginocchiano gli Angeli, tutte le potenze del cielo e della terra, e perfino Satana anche se con un ghigno di rabbia spaventoso?
In calce troverete un link con un articolo molto forte di Antonio Socci sulla guerra in atto, pubblicato su “Libero” domenica 10 agosto che invito a leggere con attenzione, non per creare sconforto davanti all’avanzata delle forze islamiche che non fanno mistero di proclamare la conquista di Roma e di tutta l’Europa, col tacito ma eloquente consenso di tutte le altre potenze mondiali, ma semmai per avere la consapevolezza del gravissimo periodo storico che stiamo vivendo, anche a motivo del cedimento della Chiesa, unico vero baluardo contro l’avanzata del potere delle tenebre. Infatti la gran parte delle tribolazioni presenti nel mondo sono conseguenza dei nostri peccati, dei nostri tradimenti e malvagità, soprattutto per aver rinnegato e bestemmiato Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, il suo Amore per noi, la sua dottrina e i suoi Comandamenti per crearci un mondo disumano, pervertito e violento. “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro, prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. (Mt. 11,28).
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