Licenziato dal
servizio diplomatico vaticano
E del confratello don
Patrizio Poggi
Sono stata spinta a scrivere in
merito a questo argomento perché, essendo ormai di pubblico dominio, avendolo
io seguito personalmente da vicino come psico-pedagogista, e vedendo come è
stato presentato in modo inesatto, se non addirittura falso, sulle testate di
alcune riviste, anche on line, quali “Riscossa Cristiana” del 18 luglio,
attraverso un certo Adriano Vigevani, ho sentito il dovere di intervenire per
fare chiarezza e dare il mio piccolo
contributo, per amore della verità, nel
tentativo di rendere il giusto onore a chi ha subito un trattamento ingiusto e
calunnioso.
Conosco Mons. Luca Lorusso da alcuni
anni, tanto che è stato anche ospite a casa mia un paio di volte assieme a un
suo parente, e ancor di più conosco l’altro sacerdote citato dal Vigevani nel
suo articolo, don Patrizio Poggi, da oltre dieci anni, cioè da quando doveva
scontare la pena, perché accusato di pedofilia, presso l’Istituto dei Padri
Venturini di Trento. Questo mio intervento, pertanto, si appoggia anche sulla
testimonianza di alcuni sacerdoti che hanno seguito spiritualmente e aiutato
moralmente don Patrizio Poggi durante tutta questa incredibile e dolorosa
vicenda.
Ebbene, Mons. Lorusso ha avuto il grande merito di aiutare un suo
confratello nel sacerdozio, don Poggi, proprio in questo periodo di grande
difficoltà, quando tutti gli altri, tranne pochi, lo hanno abbandonato. Se si voleva con questo articolo rivalutare la figura di Mons. Lorusso,
come è giusto, molto bene! Ma non vedo perché lo si è fatto denigrando
gravemente il suo amico e confratello, don Patrizio Poggi, con un livore
che è del tutto fuori luogo, quasi che qualcuno volesse mettere zizzania anche
tra loro due. False sono le accuse che vengono mosse dal Vigevani contro don
Poggi laddove afferma che: “Mons. Lorusso
è caduto vittima di un gioco messo in piedi dal Poggi tant’è vero che poi
quest’ultimo gli ha chiesto scusa per lettera”. Mai e poi mai don Poggi ha scritto cose
simili a don Luca perchè mai lo ha tradito, anzi gli è sempre stato
riconoscente, lo stima moltissimo e sono tuttora in ottimi rapporti di sincera
amicizia e di fraternità anche se da lontano, ovviamente! Che il Vigevani
fornisca le prove di quanto ha affermato!
Non mi soffermo sui processi imposti
contro la volontà di don Poggi dai suoi superiori in nome “dell’obbedienza sacerdotale”, e conclusisi con la massima condanna
che lo ridusse allo stato laicale, nonostante il suo desiderio di continuare ad
essere sacerdote. Spero solo che il buon
Dio faccia luce su queste e altre ingiustizie che sono piombate sulla testa di
molti sacerdoti innocenti, perché se è vero che esiste la piaga della
pedofilia, e non solo nel Clero, che è coinvolto, dicono le statistiche, solo
per lo 0,1% in tutto il mondo, non per questo si deve tagliare ciecamente ogni
erba al primo insorgere di una flebile denuncia, tutta da provare, perché così
si fa il gioco del nemico della Chiesa che ha trovato astutamente il modo di
danneggiarne l’immagine nel mondo, facendole spillare oltretutto molti
quattrini come risarcimento di “danni presunti” e impossibili da provare fino
in fondo.
Se due o tre ragazzotti, ad esempio,
minorenni ma ben astuti, come nel caso di don Poggi, decidono di accusare un
prete di aver avuto rapporti con loro, o per vendetta o per avere risarcimenti
economici, per quel povero prete è la fine! Infatti alcuni si sono suicidati
piuttosto di affrontare simili calunnie e processi interminabili dai quali si
sapeva che ne sarebbero usciti solo sconfitti, infangati e umiliati! E per
giunta con l’obbligo di lasciare il sacerdozio! E questo perché le autorità
ecclesiastiche sono sempre state più propense a credere ciecamente agli
accusatori piuttosto che ai loro sacerdoti!
A prova della facilità con cui si può cadere nelle reti del nemico, è il
fatto accaduto qui a Verona per quanto riguarda l’Istituto Provolo, il cui
fondatore, il Servo di Dio don Antonio Provolo (1801–1842) è stato un vero
“pioniere” nell’educazione dei sordomuti, permettendo loro di comunicare col mondo creando
strutture apposite e alfabeto gestuale per loro, aprendo scuole anche per i
docenti e fondando una congregazione di sacerdoti che si occupassero della loro
formazione spirituale ecc. Ebbene circa un paio di anni fa questo più che
benemerito Istituto è stato su tutte le cronache scandalistiche perché i suoi
sacerdoti erano stati accusati, un po’ tutti, alla grande, in modo sommario e
generico, di pedofilia nei confronti dei loro allievi! Solo dopo indicibili
umiliazioni, sofferenze, maldicenze ecc. che li hanno portati sulla pubblica
gogna, è risultato che era tutto assolutamente falso perché “il motore
pensante” di tutto questo era partito da un gruppo di ex alunni i quali, sostenuti
da alcuni legali, avevano preteso il possesso di un prestigioso terreno sul
lago di Garda lasciato in eredità alla scuola, in quanto pareva che ne avessero
il diritto in qualità di ex alunni, ma siccome il Tar ha dato loro torto, hanno
pensato bene di vendicarsi nei confronti dell’Istituto accusando i sacerdoti di
questi reati che mai essi hanno commesso. Risultato? La grancassa mediatica
scandalistica ha avuto il sopravvento sulle due righe di doveroso chiarimento e
di scuse perché il “fatto non sussiste” e la pratica è stata archiviata!
“ARCHIVIATA?” E chi risarcisce l’immagine infangata di questi eroi?
Non sono andata a
verificare se l’espulsione dal sacerdozio per quei sacerdoti che si sono
macchiati di questo reato di pedofilia è prevista dal codice di diritto
canonico o da quale documento ecclesiastico, ma in tutti i casi viene da
chiedersi:
- “Perchè
estromettere per sempre un prete pedofilo dal sacerdozio (doveroso invece
allontanarlo dal luogo dove ha commesso questi atti!) se veramente dimostra
coi fatti di essere pentito e di impegnarsi perché ciò non accada più?
Forse che un uomo sposato, adultero anche con minori, ma sinceramente
pentito e perdonato da Dio e dalla moglie, viene obbligato a rompere il
suo matrimonio e a rovinare per sempre la sua vita e la sua famiglia?
- Forse
che non dobbiamo avere fiducia che, con la grazia di Dio, si possono
vincere tutte le tentazioni prima di buttare via, come si suol dire, “il
bambino con l’acqua sporca?”
- Non
sarebbe più prudente valutare caso per caso anziché estrometterli tutti in
massa alla cieca con un sistema che sa da “purghe staliniste”? Si parla di
qualche centinaio di preti in tutto
il mondo estromessi dal sacerdozio che hanno avuto la vita rovinata, molti
dei quali adescati e caduti stupidamente in questo peccato che hanno poi
superato bene col pentimento e con una vita retta. Ben più esigente e
severo deve essere invece il trattamento per quei preti, educatori,
docenti ecc. che non vogliono assolutamente cambiare vita!
- Perché
mai la Chiesa, (soprattutto con gli ultimi due Papi) si è prostrata
un’infinità di volte, fino alla nausea, ai piedi di una società corrotta,
falsa e ipocrita, chiedendo perdono per questi e altri peccati con
inquietante ostentazione, come se fosse un’associazione a delinquere,
quando invece in duemila anni di storia ci ha dato milioni di Eroi e di Santi,
una cultura meravigliosa fondata sulla dignità di ogni persona come
soggetto di diritto?
- Non è altrettanto grave, anzi
ancor più peccaminoso il tradimento della fede, della dottrina cattolica,
da parte di molti ecclesiastici tra i quali molti docenti che insegnano
eresie nei Seminari, indisturbati, anzi riveriti? Infatti è il tradimento della
vera fede, la cattiva dottrina, l’eresia presentata come verità, la Parola
di Dio manipolata, che apre la strada a tutti gli altri peccati e
perversioni, lussuria in testa, perché quando non è più la Verità di Gesù
Cristo ad illuminare la mente e ad aprire il cuore alla gioia, il cammino
si offusca e diventa sempre più difficile e pesante e si diventa più
facilmente preda del Maligno.
La verità è che questi due bravi sacerdoti citati sono entrambi vittime
innocenti di tutto un meccanismo perverso che si è insinuato ormai in molti
settori della Chiesa per il fatto che hanno tentato, forse un po’ ingenuamente,
di fornire le prove dell’esistenza di un giro di “preti gay” ben attivo in
certe zone di Roma, ricerche che ritenevano in coscienza utili al fine di fare
un po’ di pulizia all’interno della Chiesa. Questa denuncia firmata da entrambi i sacerdoti e
depositata presso gli uffici competenti è stata fatta non certo sulla base di
superficiali illazioni “animate da sete
di vendetta con animo avvelenato”, giudizi calunniosi e arbitrari formulati
dal Vigevani, ma allegando prove, documenti, foto e testimonianze! Tant’è vero
che è ancora tutto al vaglio della Magistratura che non ha affatto archiviato
la denuncia ma sta vagliando questa e altra “deplorevole” documentazione giunta
in suo possesso da altri canali, perché pare che si tratti addirittura di un complesso
giro di prostituzione. Pertanto, se
vogliamo parlare di “accanimento”, si deve chiamare innanzitutto in causa il
Vicariato di Roma che si è accanito non solo nei confronti di Mons. Lorusso,
sospendendolo dal suo prestigioso incarico presso il servizio diplomatico
vaticano che ha sempre svolto con diligenza e spirito di servizio verso la
Chiesa, per confinarlo a Taranto, ma
anche di don Poggi, in maniera assai più pesante e indegna gettandolo in
carcere “per calunnia”! Trattamento ingiusto che neppure il codice penale
prevede!
E’ forse un mistero l’esistenza di Prelati, anche di un certo livello,
che persistono nelle loro trasgressioni e poi vanno a celebrare la Messa come
se fosse la normalità assoluta all’interno della Chiesa? Invece si tratta di
grave sacrilegio, perché si compie volutamente e senza desiderio di conversione
una celebrazione sacra in peccato mortale, fatto gravissimo che fa danno non solo a chi lo
compie ma a tutto il Corpo Mistico della Chiesa perché impedisce l’affluire
della Grazia che ci aiuta nelle difficoltà, e ci lascia in balìa del potere
delle tenebre, senza difese, come sta capitando sotto i nostri occhi. E queste non sono illazioni o calunnie
ma ci sono articoli e foto su “Panorama” mai smentiti, denunce scritte come ha
avuto il coraggio di fare quel sacerdote polacco don Dariusz Oko, dottore di
ricerca del dipartimento di filosofia dell’università pontifica Giov. Paolo II
di Cracovia, rischiando anche lui grosso, tant’è vero che “le purghe vaticane”
sembra abbiano “sistemato” anche lui non si sa bene dove! (http://www.conciliovaticanosecondo.it).
E se non sono arrivati all’omicidio commissionato è solo perché temono che si
possa risalire troppo facilmente ai mandanti. Così è ormai ridotto il Vaticano,
non più Sede della Chiesa di Cristo, ma del suo nemico peggiore, il diavolo!
Perché la vera Chiesa di Cristo è per ora nascosta nelle catacombe e sta
soffrendo un vero martirio, fisico, morale e spirituale, nell’attesa che il
Signore Gesù venga presto a far luce sulla Verità e sul Bene, facendola
risorgere in tutto il suo splendore, bellezza e giustizia.
Alla luce di quanto sopra, si arriva a questo assurdo paradosso: se un
sacerdote ha dei rapporti con un ragazzotto di 16, 17 anni, minore ma
consapevole, è immediatamente radiato dall’albo, per così dire, del sacerdozio,
perché prete pedofilo! Mentre se le stesse cose le compie con un ragazzo dai 18
in su, viene non solo tollerato, ma in molti casi, anche fatto avanzare in
carriera perché fa parte della categoria dei “preti gay”, difesa, onorata e
sponsorizzata dal mondo intero e, Dio non voglia, anche dalla Chiesa! E se non
sei d’accordo ti accusano di omofobia. Il Magistero perenne della Chiesa è sempre stato assai
severo con tutte le espressioni omosessuali, non con la persona verso la quale
prevale la misericordia se questa la cerca con cuore pentito e si fa aiutare, (ci
sono Centri e Istituti preposti a questo) ma certamente nei confronti
dell’azione contro natura, considerata uno dei quattro peccati che “gridano
vendetta al cospetto di Dio” proprio perché andare contro natura è come andare
contro il disegno di Dio sull’uomo e la donna, con gravi conseguenze anche
psicologiche, fisiche e fisiologiche per chi si ostina a camminare in questa valle oscura. Dio
perdona sempre, l’uomo qualche volta, la natura mai! Dice il saggio. (Vedi
in merito: Roberto Marchesini, “Omosessualità e Magistero della Chiesa”,
comprensione e speranza, Sugarco ed.)
(Fabio Bernabei, Chiesa e omosessualità, Fede & Cultura)
Ma da quando è diventata di moda quell’espressione a tutti ben nota: “Chi sono io per?...” i gay si sono
ringalluzziti e
alcune associazioni GLBTQ hanno fatto un elenco di tutte le “variopinte e
variegate” unioni sessuali finora possibili, anzi incentivabili, il cui elenco
è arrivato finora solo al numero di 58!!!. (Chiara Atzori, Il binario
indifferente, Uomo e donna o GLBTQ? Gay, Lesbiche, Bisex, Trans, Queer) e farà
parte del nuovo programma scolastico con docenti omosessuali, trans e compagnia
a insegnare queste schifezze ai nostri bambini come se fossero virtù! Nessuna autorità ecclesiastica ha avuto il
coraggio di dimostrare la sua indignazione gridando “Vergogna!” davanti a
questo orrore, a questo autentico crimine contro l’umanità innocente? E poi
fingono di scandalizzarsi per la presenza dei baby squillo e della pedofilia!!!
Società ipocrita, falsa e omicida, come il diavolo che l’ha ispirata! E con
queste premesse staremo a vedere che piega prenderà il prossimo Sinodo, se la
Chiesa continuerà ad essere “Segno di contraddizione” nel mondo, come vuole
Gesù, o se si “inginocchierà” peccaminosamente alle mode del mondo, chiamando
direttamente in causa la giustizia di Dio e anche la sua collera. Quando ciò
dovesse accadere, non chiediamoci il perche ma battiamoci il petto chiedendo
pietà e misericordia!
Ha già fatto molti danni quello slogan pericoloso che presenta una
vecchia “Chiesa matrigna” che impone macigni insopportabili sulle spalle dei
suoi figli, privandoli dei loro diritti e della loro felicità. Noi vogliamo
recuperare invece l’immagine della “Chiesa Madre” che usa l’autorevolezza che
le ha conferito Gesù Cristo per togliere il coltello dalle mani del bambino
cocciuto e testardo con cui può far del male a sé stesso e agli altri, una Chiesa Madre che, proprio perché vuole la felicità dei suoi figli,
sia quella terrena che quella eterna, li mette in guardia, senza usare
fucili, ma con dottrina chiara, esortazioni, encicliche, ammonizioni, offrendo
mezzi spirituali e aiuti fraterni per far crescere le persone fedeli e anche
gioiose, ma se alla base di tutto questo sforzo non c’è un’intensa vita di
preghiera, una vita ascetica di unione con Dio, soprattutto per le anime
consacrate, accade che “il castello interiore”, come spiega la grande Santa
Teresa, non regge, crolla su sé stesso e sugli altri, e allora si va
spasmodicamente alla ricerca di qualche miserabile compensazione umana che
lascia poi tanta delusione, amarezza e insoddisfazione perché l’anima che ha
abbandonato Dio, parafrasando Dante: “ha
natura si malvagia e ria, che mai non empie le bramose voglie, e dopo il pasto,
ha più fame che pria”. (Par. 1°c.)
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