Sembra che lo spettacolo presentato più
volte da Benigni alla televisione su “I Dieci Comandamenti”, al di là
dell’altissima “audience” che di solito accompagna sempre questo attore, indubbiamente
di grande capacità, sia stato approvato all’unanimità, applaudito e incoraggiato
soprattutto dalle autorità ecclesiastiche, Vescovi, Abati, Cei, encomi su
l’Osservatore Romano e su Avvenire, come se fosse ormai l’unica voce di quella
Verità di fede che da tempo molti Sacerdoti e Vescovi si rifiutano di insegnare,
per lasciarla proclamare ai novelli “apostoli”, meglio detto “apostati”, tanto
che perfino papa Francesco sembra si sia congratulato con l’attore al
telefono
per oltre un’ora, almeno a quanto riferiscono fonti vaticane riprese da “Il
Giornale” del 19 dicembre.
Certo, in tempi di ateismo come i
nostri, d’immoralità pubblica, di gravi ingiustizie, di rifiuto del sacro dove
si fa sfoggio soprattutto di stupidità e di agnosticismo irrazionale, sentir
parlare con molto rispetto dei “Dieci Comandamenti” da un comico non certo cattolico
praticante, non può che destare nei cristiani molta ammirazione e perfino commozione
profonda che sfocia inevitabilmente negli applausi. Anche perché la gente, alla
fine, ha bisogno di sentir parlare di cose belle e sacre.
VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO. Tuttavia, dopo un’attenta analisi della narrazione,
sorgono inevitabilmente dei dubbi, almeno da parte di chi ha ricevuto una buona
formazione cristiana perché, se è vero che Benigni, come da sua dichiarazione,
si è ispirato per questo commento sia alle fonti “dell’Esodo” che a quelle del teologo
protestante valdese Paolo Ricca, si capisce il perché le sue spiegazioni siano
state tutte molto ossequiose della Legge ebraica antica secondo i costumi e le
leggi del Vecchio Testamento, ma altrettanto ambigue, se non talvolta perfino irriverenti
nei confronti della Chiesa cattolica la quale avrebbe in un certo senso interpretato
arbitrariamente, secondo lui, certi Comandamenti, caricando i cristiani di doveri
e di oppressioni che non sarebbero stati previsti da Dio al momento di
consegnare a Mosè le Tavole della Legge.
Come se la Chiesa fosse una qualunque associazione umana di tipo
culturale-religioso che ha fatto irruzione nella storia con la pretesa di
stravolgere tutto l’insegnamento del Vecchio Testamento per presentare il suo
“Nuovo Testamento” aggiornato,
corretto e reso ancora più severo per rendere schiavi gli uomini. Forse questi
attori, scrittori, sedicenti teologi oggi di moda che sentono quasi il dovere
di commentare le Sacre Scritture come “novelli profeti” rimanendo però ben arroccati
alla loro visione atea o anticlericale della storia, cioè i vari Augias, Mancuso,
Dan Brawn, Odifreddi, Benigni ecc. con tutto il rispetto per le loro intenzioni
che solo Dio giudicherà, non hanno ancora capito che, quando parlano di Chiesa, devono fare i conti anche con Gesù Cristo che
ha fondato la Chiesa e che è inseparabilmente unito ad essa, perché è proprio
attraverso la Chiesa, (Mistero grande, se vogliamo, ma reale, vero, palpabile
che andrebbe studiato e approfondito senza pregiudizi), che Gesù perpetua la
sua presenza viva e vera in mezzo a noi fino alla fine del mondo.
E Gesù è venuto circa duemila anni dopo Mosè, non ad abolire ma a “perfezionare”
la Legge Antica: “Non pensate che io sia
venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per
dare compimento” (Mt, 5,17) sintetizzando e
semplificando, in un certo senso, quella miriade di leggi, comandi, regole,
divieti, obblighi ecc. di cui è pieno il Vecchio Testamento, soprattutto nei due
libri del “Levitico” e dei “Numeri”. S. Giovanni nel
Prologo al suo Vangelo afferma che “la
legge fu data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità vennero per mezzo di
Gesù Cristo”.
GESU’ CRISTO SALVATORE. Ma ciò che è ancora più sconvolgente è che Gesù è
venuto in mezzo a noi non come uno dei tanti Profeti, ma come Figlio di Dio,
vero Uomo e vero Dio, come Salvatore dell’umanità. Di quale salvezza si tratti, anche
il credente ha le idee confuse oggi, purtroppo, perché si pensa alla salvezza
dalla guerra, dalla fame, dalle ingiustizie, dalle malattie ecc. ed è vero,
perchè anche da questo ci vuole liberare il Signore a cui sta a cuore anche la
nostra felicità terrena, ma la vita passa in fretta e tutti ci troveremo di
fronte all’unico, vero, grande problema che accomuna tutti gli uomini di tutti
i tempi: la nostra vita dopo la morte,
cioè la nostra salvezza eterna, fatto che non possiamo permetterci il lusso
di prendere alla leggera, perchè allora sì che avremo fallito tutto, nonostante
le nostre ricchezze! “A che giova
all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua anima? (Mt. 16,24).
GESU’ CRISTO, LEGISLATORE E GIUDICE. La dottrina di Gesù è certamente basata sull’amore,
ma su un amore esigente, impegnativo, santo, come ad esempio l’amore per i
genitori, il “Quarto dolcissimo Comandamento: Onora tuo padre e tua madre” che
peraltro Benigni ha saputo commentare egregiamente. Gesù ha presentato la sua dottrina
con molta autorevolezza tanto che la gente lo chiamava “Maestro, Rabbi (…) Ma chi è costui che parla con tanta autorità?... Egli
infatti insegna come uno che ha autorità e non come i loro Scribi” (Mt.
7,28).
San Matteo dedica tre capitoli, il
5,6,7 a questi temi di “contrasto” se così si può dire, cioè laddove Gesù più
volte dichiara: “Avete inteso che fu detto agli antichi (…) MA IO VI DICO (…)” Ad
esempio, parlando del Quinto Comandamento “Non uccidere” Gesù afferma:“Avete
inteso che fu detto agli antichi “Non uccidere”, chi avrà ucciso sarà
sottoposto a giudizio. MA IO VI DICO:
chiunque si adira con il proprio fratello sarà sottoposto a giudizio…”(Mt.5,21)
paragonando l’ira all’odio omicida. E altrove, parlando della fedeltà coniugale
e del divieto di ripudiare la propria moglie come prevedeva la legge mosaica,
affermava con forza: “Per la durezza
del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma all’inizio
della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo
padre e sua madre e i due saranno una carne sola. L’uomo dunque non separi ciò
che Dio ha congiunto”.(Mc. 10,1) ecc.
In pratica Gesù ha perfezionato “la
legge antica” fornendoci i mezzi spirituali necessari affinchè l’uomo potesse vivere
“la legge nuova”, ma nel contempo, si è proclamato anche Giudice del nostro
operato con un giudizio particolare su ciascun uomo subito dopo la sua morte, e
un secondo Giudizio Universale alla fine del mondo. (Mt. 25,31)
TERZO COMANDAMENTO “RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE”. Mentre il popolo ebraico celebrava
il sabato come festa sacra perché ricordava il “Riposo di Dio” nel settimo
giorno dopo la creazione, (Gen.2,2) la Chiesa fin dai primissimi tempi identificò invece nella domenica, cioè il primo giorno della creazione, la
sacralità della festa, riassumendo in questo “Giorno del Signore” tre
fondamentali interventi di Dio: la Creazione, la Risurrezione di Cristo e la
discesa dello Spirito Santo (Pentecoste). Siccome tutto questo si realizza nella
vita di Gesù Cristo, soprattutto nella sua Morte e Risurrezione, Egli stesso ci
ha comandato di perpetuarne la memoria nei secoli attraverso la celebrazione dell’Eucaristia
(Santa Messa):“Fate questo in memoria di
me”.
E’ nella Messa infatti che il
cristiano prega in modo unico e speciale perché si trova alla presenza di Gesù
Cristo vivo e vero attraverso il sacerdote; ascolta la Parola di Dio nelle
Letture fortificando la sua fede; riceve aiuti, grazie e benedizioni per la sua
vita e per affrontare con fede e coraggio difficoltà, prove e persecuzioni; se è
in grazia di Dio, cioè senza peccato mortale, può accostarsi alla Comunione del
Suo Corpo e Sangue, e infine partecipa a quella “salvezza eterna” che Cristo ci
ha meritato. Questo incontro comunitario settimanale nella S. Messa serve
inoltre a condividere la gioia della festa anche assieme ai propri confratelli
nella fede. Da questo si può capire che
non c’è cristiano senza la Messa perché è la sua carta di identità. Tutti
infatti pregano Dio, a qualunque religione appartengano, ma solo il cristiano
ha la Messa, cioè prega Dio alla presenza di Gesù Cristo vivo e vero, e Lo può
ricevere anche sacramentalmente.
E’ vero che si può andare a Messa
solo per formalità, o per abitudine, o per ipocrisia, senza la consapevolezza
del grande Mistero che lì si compie, perdendo così anche i frutti di questo
grande sacramento, e per questo è indispensabile preparazione, studio e
formazione cristiana, tuttavia sta di fatto che senza la Messa partecipata
consapevolmente non si è veri cristiani e oltretutto ci si gioca l’anima per
tutta l’eternità, con buona pace di Benigni e altri battezzati come lui che pensano
che la Messa è un optionall, anzi un obbligo imposto dalla Chiesa perché la
moda è di credere che si possa andare in Cielo con le solo nostre sole forze, con
le nostre opere buone, ma senza Cristo. Molto difficile, se non impossibile
perché Gesù afferma :“Senza di me non
potete fare nulla!”.
“QUINTO COMANDAMENTO: NON UCCIDERE” Abbiamo visto sopra quante sfaccettature nel modo di
vivere il quinto Comandamento. Peccato davvero che Benigni non abbia mai
accennato al crimine contro l’umanità peggiore di tutti, l’aborto, che ha
sterminato ormai milioni di creature innocenti nel grembo materno, perché
avrebbe fatto calare irreversibilmente “l’audience” e, molto probabilmente,
anche la parcella per questa sua prestazione, 4 milioni di euro a quanto pare!
Che ne direbbe oggi Gesù di tutto
quel mondo terrificante delle manipolazioni genetiche, di quei bambini in
provetta figli di NN perché di tre o più genitori sconosciuti per giunta, di
quei milioni di embrioni congelati, già creature di Dio perché fecondati e destinati
alla morte prima di nascere? Solo la voce della Chiesa si sente tuonare nel
deserto di un mondo glaciale senz’anima e senza speranza.
SESTO COMANDAMENTO “NON COMMETTERE ADULTERIO”. Molto tempo ha poi dedicato Benigni
a commentare ironicamente il “Sesto Comandamento”, manipolato, secondo lui, dalla Chiesa cattolica che lo avrebbe
presentato sotto la voce “Non commettere
atti impuri” sempre allo scopo di caricare le persone di gioghi insopportabili
e di sensi di colpa. Il tutto descritto con dovizie di particolari e di esempi
pietosi, tutti all’insegna delle risate più sonore perché sono argomenti che si
prestano facilmente ad essere banalizzati o volgarizzati.
Certo ai tempi del Vecchio
Testamento gli Ebrei avevano un concetto molto alto dell’importanza dei
rapporti sessuali (basti pensare che dopo le nozze, come nel caso della Madonna
e S. Giuseppe, la coppia restava per un altro anno in casa propria senza vivere
il rapporto coniugale), mentre invece la nostra società li deride a tal punto
da incentivare i ragazzini ad avere esperienze di tutti i tipi e qualità,
nonostante la Chiesa abbia messo in guardia da questi rapporti precoci che compromettono
poi la fedeltà matrimoniale, come sta effettivamente accadendo con un disastro
di famiglie irresponsabili, sfasciate, infelici, pazze e spesso perfino
criminali.
Forse che un ragazzo/a abituato ad avere esperienze sessuali varie sin
da adolescente o poco più, come auspicava Benigni in nome di “santa
liberazione”, potrà essere in grado di vivere la fedeltà con una sola donna,
sua moglie, dopo il matrimonio, se non viene aiutato a dominare i suoi istinti
sin da ragazzo? La
fedeltà coniugale non si improvvisa e tanto meno è un dono calato dal cielo ma
si conquista per gradi, come per tutte le altre virtù. E il matrimonio è un
punto di partenza e non di arrivo che va difeso da tutte le insidie interne ed
esterne, in nome della giustizia e della parola data, anche in assenza di
attrazione fisica, la quale va e viene con il passar degli anni, ma non è certo
l’unico fondamento su cui si basa il matrimonio e la famiglia.
LOTTA ASCETICA E CASTITA’. La Chiesa è sempre
stata Madre e Maestra e, conoscendo il cuore dell’uomo, ha cercato di aiutarlo
a realizzare pienamente sé stesso anche attraverso la cosiddetta “lotta
ascetica” cioè quel combattimento interiore personale, continuo, per mantenersi
casti e fedeli, vincendo gli istinti e le eventuali cattive tendenze, di cui si
vantano anche altre religioni, quali il Buddismo e l’Induismo. Senza dire che
la castità è stata lodata anche dai popoli pagani (es. Cicerone, 43 a.C. –
Plauto, 184 a.C. – Valerio Massimo, 1° sec. d.C. – G. Giovenale, 96 d.C. ecc.)
perchè in ogni anima, anche la più viziosa, resta un po’ di nostalgia del bello
e del pulito. Non sembra che tutta questa libertà sessuale oggi di moda sia
fonte di gioia da parte dei giovani che non sanno più amare nemmeno sé stessi,
purtroppo!
Siamo tutti pronti a vituperare quei
politici, professionisti o sacerdoti che si macchiano di colpe gravi e non solo
sessuali, quali la disonestà, l’imbroglio, il raggiro, la frode, l’usura ecc.
ma non pensiamo mai che, senza l’osservanza dei Dieci Comandamenti e il ricorso
alla preghiera cristiana è impossibile vivere da persone oneste?
LE 15 GLORIE DELLA CHIESA. La dottrina che Gesù ci ha portato, pur nella sua semplicità
e concretezza, è indubbiamente molto più esigente di quella antica, ma per
questo egli ci ha anche consegnato “i mezzi” per poterla vivere che sono i
Sette Sacramenti, aiuti divini speciali per essere santi come Lui è Santo. Si
tratta di mete altissime, molto esigenti, ma con Gesù lo sforzo naturale per
vivere certe virtù impegnative quali la fedeltà, la castità, la povertà e
l’obbedienza che la Chiesa richiede a tutti i fedeli ma in particolare ai
consacrati, non solo è possibile, ma è anche fonte di grande gioia, come
milioni di santi hanno testimoniato e continuano a fare in ogni parte del mondo.
E voler rimarcare pubblicamente con insistenza quasi maniacale solo i
“mali” della Chiesa, cioè i peccati di ciascuno di noi che Cristo perdona, non
solo non è rispettoso della verità ma è anche una gravissima ingiustizia, sia nei confronti della Chiesa che è
la Sposa di Cristo, Una, Santa, Cattolica e Apostolica, sia nei confronti delle
migliaia di martiri che ogni ora, ogni minuto che passa soffrono persecuzioni
indicibili in ogni parte del mondo per non rinnegare Gesù Cristo, il grande
Amore della loro vita. Come quella santa donna, Asia Bibi, madre di cinque
figli, in carcere disumano da quasi 5 anni per non voler abiurare alle sua fede
cristiana. E non è prigioniera di una banda di fanatici terroristi ma di uno
Stato riconosciuto pubblicamente, il Pakistan, che non fa altro che applicare
la legge islamica. Questo per farci capire che cosa è effettivamente l’Islam
anche quello moderato, ufficiale! Non c’è dialogo che tenga. Davanti all’avanzata
dell’Islam ci salverà solo la potenza di Gesù Cristo se lo invochiamo tutti con
forza e con fede.
E’ ora di sbandierare invece le glorie della Chiesa in oltre duemila
anni di storia, di quei cristiani pieni di fede, di amore e di coraggio che hanno solcato mari e cieli per evangelizzare
partendo dalle necessità più impellenti: casa, scuola, agricoltura, ospedali,
tanto che le opere umanitarie in tutto il mondo sono realizzate per circa il 90
dalla Chiesa cattolica, dai missionari, volontari, veri Santi spesso finiti in
malo modo, bruciati, torturati, crocifissi, decapitati! Basta
con lo sputare nel piatto dove si mangia!!! Noi cattolici non apparteniamo ad
un’Associazione a delinquere, ma siamo fieri e orgogliosi di appartenere alla
Chiesa di Cristo, a Cristo stesso, nonostante le nostre debolezze e nonostante
il tradimento di coloro che rischiano di giocarsi l’anima per tutta l’eternità.
LA VERGINITA’ DI MARIA. Una delle novità in assoluto portata da Gesù Cristo
rispetto a tutte le virtù presenti nel Vecchio Testamento, è la VIRTU’ DELLA
VERGINITA’, di fatto sconosciuta prima di Cristo come virtù e semmai sopportata
con rassegnazione dalle ragazze se svaniva per loro la possibilità del
matrimonio. Gesù ce ne volle dare l’esempio essendo egli Vergine e volendo
nascere da una donna sempre Vergine, prima, durante e dopo il parto. Dio aveva
preservato Maria dal peccato originale in vista di affidarle questo compito
sublime di essere la Madre del Salvatore. E poiché la salvezza dell’uomo non
può venire dall’uomo ma solo da Dio, il Salvatore del mondo non poteva che
essere frutto di un intervento diretto di Dio per opera dello Spirito Santo,
come solo Lui può fare.
A proposito della Verginità di
Maria, si narra che nel 1823 ad Ariano Irpino (Avellino) due celebri
predicatori domenicani furono invitati a esorcizzare un ragazzo di dodici anni
che era solito parlare su dettato del diavolo. Si discuteva allora sul dogma di “Maria
Vergine”, dogma che Papa Pio IX avrebbe proclamato più tardi, nel 1854. I due
frati imposero al demonio di dimostrare che Maria era Immacolata in maniera del
tutto singolare, cioè attraverso un sonetto, una poesia di 14 versi
endecasillabi. In effetti il diavolo parlò attraverso la bocca del ragazzo
usando espressioni che solo la Madonna poteva proferire, permettendo che si
realizzasse quanto chiesto dai due frati. Ecco il Sonetto che venne poi
presentato allo stesso Papa che lo lesse molto compiaciuto.
IL SONETTO DELL’IMMACOLATA
Vera Madre son io di un Dio che è
Figlio
E son figlia di Lui, benché sua
Madre.
“Ab aeterno” nacque
Egli, ed è mio Figlio.
Nel tempo io nacqui,
eppur gli son Madre.
Egli è il mio Creator, ed è mio
Figlio.
Son io sua creatura, e gli son
Madre.
Fu prodigio divin
l’esser mio Figlio,
un Dio eterno, e me,
aver per Madre.
L’esser è quasi comun, tra Madre e
Figlio,
perché l’esser dal Figlio ebbe la
Madre,
e l’esser dalla Madre ebbe anche il
Figlio.
Or, se l’esser dal
Figlio ebbe la Madre,
o s’ha da dir che fu
macchiato il Figlio,
o senza macchia, s’ha
da dir la Madre.
Che Gesù, Giuseppe e
Maria ci assistano e proteggano in questo non facile Nuovo Anno 2015.
January 9, 2015
RispondiEliminaQuattro milioni per denigrare la Chiesa
http://eucharistandmission.blogspot.it/2015/01/quattro-milioni-per-denigrare-la-chiesa.html
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January 9, 2015
The 150th anniversary of the Syllabus of Errors is not being celebrated in the Catholic Church since the CDF assumes there are known exceptions to Pope Pius IX in Vatican Council II
http://eucharistandmission.blogspot.it/2015/01/the-150-anniversary-of-syllabus-of.html
Grazie per questo scritto, che approvo totalmente! Ad un certo punto, ho smesso di seguire la trasmissione di Benigni e proprio quando parlava del 6° Comandamento... Paolo Morandi
RispondiEliminaVedi: www.paolomorandi.worpress.com
"...Si discuteva allora sul dogma di “Maria Vergine”, dogma che Papa Pio IX avrebbe proclamato più tardi, nel 1854..."
RispondiEliminaLei confonde l'immacolata concezione con la verginità di Maria... Ignoranza grave!