Provocazione o profanazione?
Mentre la Cei plaude all’iniziativa (peraltro molto strana) da parte di qualche Iman di invitare i musulmani a partecipare, in segno di pace e fratellanza, alla celebrazione della Santa Messa domenicale nelle chiese cattoliche, molti si domandano perplessi quale significato può avere un simile gesto enigmatico. Come se la presenza di qualche islamico cosiddetto moderato alle funzioni cristiane scongiurasse persempre la violenza di altri Islamici dal coltello facile. E i parchi pubblici? I ristoranti? I Musei, e tutti gli altri luoghi civili li lasciamo privi delle “guardie islamiche” che dovrebbero proteggerci da altri islamici? Incredibile fino a che punto arriva la stoltezza umana! Va a finire che le chiese saranno svuotate dei cristiani e riempite di Islamici non certo per adorare Gesù presente nel Sacramento dell’Eucarestia ma Allah! E questo è profanazione perché non si tratta affatto dello stesso Dio, assolutamente no!
Eppure da certi pulpiti cattolici già si canta alla vittoria, già si parla della bellezza di adorare tutti insieme lo stesso Dio! Come si può mettere sullo stesso piano Maometto con Gesù Cristo? Sorvoliamo su quella che è stata la vita terrena di Maometto tutto dedito alle guerre più feroci e sanguinose rispetto a quella di Gesù, che non è poco, ma per il cristiano Gesù non è solo Uomo, ma Dio, la seconda Persona della Santissima Trinità venuto a mostrarci il “Volto umano” di quel Dio rivelatosi nell’Antico Testamento attraverso i Profeti! E per dimostrarci questo suo amore e parlarci di Vita Eterna dopo la morte, si è fatto inchiodare sulla croce. Il Dio cristiano, “Padre, Figlio e Spirito Santo”, “La Santissima Trinità”, nulla ha da spartire con Allah, il Dio dei musulmani! Giovanni Paolo II nell’enciclica “Redemptoris hominis” afferma che: “Gesù Cristo è il centro di tutta la storia e di tutto il cosmo”. Ecco perché manipolare la figura di Cristo è un “deicidio”, un grave peccato contro lo Spirito Santo che potrebbe avere delle conseguenze terribili per tutta l’umanità!
Purtroppo da quando Bergoglio ha inviato quel video dove si annuncia erroneamente che siamo tutti figli dello stesso Dio e che Corano e Bibbia si identificano nell’unico Dio, sembra sia stata spalancata la porta della peggiore violenza senza ritorno.
Possibile che nessuno blocchi gli sproloqui di questo strano Papa-bis venuto dalla fine del mondo? Possibile che Cardinali, Vescovi e Sacerdoti abbiano seppellito l’essenza della nostra Fede per amore di “santa fratellanza” o forse per paura della lama dei coltelli? Sottomettersi all’Islam come schiavi per avere la pace? E’ questo il sommo bene a cui aspirare? Anche a costo di seppellire, oltre alle armi, anche la nostra fede, famiglia, identità, cultura, patria, stato di diritto, coscienza, arte, musica, cucina ecc.? Credo che noi occidentali non sopravviveremo una settimana a queste condizioni e invocheremo la guerra per tornare a riprenderci quella libertà preziosa che Cristo stesso ci ha guadagnato, dice San Paolo.
Uno dei pochi Vescovi che ha avuto il coraggio di parlare per spronarci a ricorrere con forza e fede a Gesù per trovare rimedio a tanta barbarie è stato il Vescovo di Ferrara, Mons. Negri, a cui va il nostro grazie, e qualche altra voce autorevole come quella del prof. Mons. Antonio Livi, del prof. Roberto de Mattei e di pochi altri. A questo punto irreversibile della situazione storica che stiamo vivendo, o ci decidiamo a ricorrere con fede all’onnipotenza di Gesù che ci salva non solo dai peccati ma anche dalla guerra e dalle persecuzioni a forza di Sante Messe, Rosari, Processioni e Suppliche, come la pietà cristiana ci ha sempre insegnato davanti a calamità e guerre, oppure saremo destinati, a causa della nostra infedeltà, alla peggiore delle schiavitù e delle persecuzioni. In tal caso ricorrere alle armi per legittima difesa, è più che doveroso.
Gesù confido in Te! Da chi andremo o Signore? Tu solo hai parole di vita eterna. Tu solo sei la salvezza dell’umanità.
Per chi volesse approfondire l’argomento “SIAMO TUTTI FIGLI DI DIO?” dal punto di vista dottrinale-teologico, aggiungo lettera chiarificatrice inviata qualche anno fa. Buona lettura.
LE TRE RELIGIONI MONOTEISTE
Ebrei, Cristiani e Musulmani hanno lo stesso Dio?
La gente è convinta che Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo derivino dall’unico Patriarca Abramo, al quale Dio ha affidato la promessa attraverso i due figli: Isacco, figlio della moglie Sara, e Ismaele, figlio della schiava Agar, perché a entrambi Dio avrebbe dato la sua benedizione facendoli capi di numerose Nazioni. In realtà le benedizioni sono molteplici e per varie circostanze, ma quella messianica è una sola, per una sola persona, un “Eletto”, “l’Unto” del Signore, e Dio l’ha data solo ad Abramo il quale l’ha trasmessa solo a Isacco, per comando di Dio, il quale l’ha trasmessa al figlio Giacobbe, sempre per volere di Dio, e non a Esaù, nonostante fosse il primogenito. Lo stesso Giacobbe poi, trasmise la benedizione messianica a uno solo dei suoi dodici figli, non al primogenito Rubens, e neppure al prediletto Giuseppe, che portò il popolo in Egitto, ma solo a Giuda, per ispirazione diretta di Dio, perché si adempisse la Scrittura secondo cui da quella precisa discendenza sarebbe venuto il Re Davide e poi Gesù Cristo.
Si tratta infatti di benedizioni
particolari, quasi un’Investitura divina, come le Unzioni per i Re, in un certo
senso, che a quei tempi aveva un significato assai particolare perché legato
anche a un preciso mandato, una missione speciale di provenienza divina. Dio
volle benedire Isacco, figlio di Sara, il figlio della promessa, con una
benedizione messianica, appunto, tuttavia promise protezione e discendenza
anche ad Ismaele, perché, anche se figlio della schiava, era pur sempre seme di
Abramo.
In tutti i casi, se
consideriamo la successione dal punto di vista etnico, cioè della discendenza
carnale, quella genealogica, diciamo, i discendenti di Isacco, figlio della
promessa che Dio fece ad Abramo, sono gli Ebrei, ma i discendenti dell’altro
figlio di Abramo, Ismaele, figlio della schiava Agar, al quale Dio promise pure
protezione e lunga discendenza, chi sono?
Molti a questo punto pensano che i discendenti di Ismaele siano i
palestinesi-musulmani, e che pertanto facciano anch’essi parte dell’unico Padre
Abramo e delle promesse messianiche dell’unico Dio. Invece niente di più sbagliato!
Mentre i discendenti di Isacco e Giacobbe, dopo la schiavitù
in Egitto, tornarono, sotto la guida di Mosè, a occupare la Palestina
scacciandone i popoli pagani per ordine di Javè, i discendenti di Ismaele si
sparsero invece nelle terre del deserto arabo dove si mescolarono con le
popolazioni pagane lì presenti che adoravano per lo più feticci, pietre sacre
ecc.. Dopo la venuta di Cristo,
attraverso la predicazione degli Apostoli e discepoli, il Cristianesimo si andò
diffondendo in tutto il bacino del Mediterraneo convertendo molti pagani.
Pertanto fin nei primi secoli del cristianesimo, in quelle terre del così detto
“Medio Oriente”, compresa l’Arabia, si trovavano a convivere pacificamente
ebrei, cristiani e pagani.
Fu solo agli inizi del
600, con l’avvento di Maometto che tutto questo equilibrio viene spezzato,
anzi, viene fatto letteralmente a pezzi. Maometto nacque in Arabia, a la Mecca nel 570 e si trovò a
vivere in mezzo a quella realtà di pensiero ebraico-cristiano, oltre che pagano
del tempo. Sentì infatti parlare di Sacra Scrittura, di Libri sacri, di
Profeti, in particolare di Gesù, figlio di Maria, avviato in questo anche da un
Vescovo cristiano di La Mecca, Uarahà
Ben Nauffal, che era lo zio della sua prima moglie, Qadigia. Ma ad un certo
momento della sua vita, intorno ai 30 anni, ebbe delle crisi religiose
fortissime, si contorceva, digrignava i denti, finchè dichiarò di essere stato
investito di un compito speciale che, secondo lui, gli aveva affidato Dio
stesso, Allah, attraverso l’arcangelo Gabriele (ci sono diavoli che si
travestono da angeli di luce). Allah è l’unico, vero Dio al quale tutti i
popoli si devono sottomettere, e Maometto l’unico, vero profeta.[1]
Infatti il nome
“Islam” coniato da Maometto per definire i suoi seguaci, significa sottomesso,
cioè sottomesso a Dio, ad Allah, da cui deriva la parola araba “musliman”, mussulmano, cioè
aderente all’Islam, in pratica sottomesso a quella sorta di politica
religioso-teocratica, che ha il proprio Dio in Allah, un monarca assoluto e
inaccessibile che esige punizioni terribili per chi infrange la legge e tributi
di sangue per tutti gli infedeli. Maometto pertanto è l’eletto di Allah, il suo
profeta, a tal punto da vantarsi di avere ottenuto da Dio il permesso speciale
di avere venti mogli, tra cui anche bambine, mentre i suoi fedeli possono
averne al massimo solo quattro. [2]
Dopo questa sorta di strane “visioni”, Maometto si
trasformò, da inquieto cammelliere, in guerriero violento e passionario che,
nell’intento di ricondurre idolatri e pagani all’unico Dio, Allah, in realtà
fece della sua “missione” una guerra continua, una vera carneficina, vantandosi
di aver sgozzato alle porte di Medina oltre 700 ebrei che rifiutavano di
convertirsi, e obbligando i suoi seguaci a fare altrettanto attraverso la
cosiddetta “Jihad”, “la guerra santa” che egli stesso ha voluto stigmatizzare
nel Corano come indiscutibile volontà di Dio. Quel Corano che rappresenta
l’unica e sola legge, indiscutibile, l’unica fonte del diritto islamico,
religioso, civile, politico, legislativo e quant’altro, e chi osa contraddire,
merita la morte. Questi “dettagli” ed altri, non sono da sottovalutare se
vogliamo conoscere le radici e le vicende storiche di Islam e Cristianesimo e
quali reali prospettive di dialogo possono esistere.[3]
In 1400 anni di storia
abbiamo assistito a un’inspiegabile diffusione dell’Islam in tutto il mondo, a
iniziare dalla Palestina, il Medio Oriente, tutta l’Africa cristiana dove
tuttora assistiamo a persecuzioni quasi quotidiane di cristiani, l’Indonesia,
ecc. mentre tengono gli occhi sempre puntati sulla conquista dell’Europa, come
non fanno mistero di proclamare i capi islamici, moderati e non.
Com’è possibile, viene da
chiedersi, che una struttura così lesiva dei diritti umani possa essersi
diffusa tanto rapidamente? La risposta non è
semplice perché sono coinvolti molti elementi di carattere sociale, politico ed
economico che hanno prevalso, ora l’uno ora l’altro, in questi 1400 anni di
storia dell’Islam. Lo storico Huntington ha analizzato nel suo libro “Scontro
di civiltà” questa incredibile realtà. Sta
di fatto, però, che due sono gli elementi fondamentali di questa espansione: la
conquista del mondo all’Islam attraverso la violenza, e il cedimento
dell’Occidente che ha abbandonato tutto un patrimonio di valori e di fede
cristiana, fondamento della sua potenza, cultura e civiltà per annaspare in una
fantomatica cultura cosiddetta “laica”.
E se noi occidentali non possiamo vantare la cultura dei kamikaze
davanti a eventuali battaglie, cioè di coloro che si uccidono per uccidere gli
altri (semmai il cristiano offre la sua vita per dare la vita agli altri), è
pur vero che abbiamo il dovere di difenderci in caso di attacco. Quel cristiano
che, per amore del dialogo a tutti i costi, seppellisce assieme alle armi,
anche la sua dignità, la sua fede, la sua casa, la sua famiglia ecc. per
abbracciare in toto il nemico, è un traditore di Cristo e di sé stesso, e si
troverà a vivere da schiavo in casa propria, oltre che giocarsi l’anima. Alla
luce di quanto sopra, si evince che il Dio islamico, Allah, non è assolutamente
lo stesso Dio del padre Abramo, Javé, anche se molti musulmani vanno a
pregare sulla sua tomba e su quella di Sara ad Hebron. [4]
Ma c’è sempre una speranza anche davanti alla disperazione:
il Corano, così duro nella descrizione dei doveri bellici di un bravo
musulmano, presenta come eccezione straordinaria una grande considerazione di
Maria, della sua purezza assoluta, anche se solo come madre del Profeta Gesù,
ovviamente, e non come Madre di Dio. Si pensa che questa tradizione orale sia
stata trasmessa a Maometto dai cristiani presenti a quel tempo in Arabia e che
possa costituire, come diceva recentemente il Vescovo di Beirut, un “elemento di unità” quasi miracoloso sul
quale fare leva per impetrare da ambo le parti l’aiuto della Madonna
soprattutto nella difficilissima impresa del dialogo e della convivenza
pacifica con i musulmani, anzi nella speranza miracolosa della loro conversione
attraverso la Vergine Maria. Se facciamo un passo nella fede, incontriamo
le parole della Madonna a Fatima nel 1917:
Coraggio, dopo tante prove,“…
alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà!”. Perché non pensare che la
Madre di Dio possa trionfare convertendo non solo il cuore dei cristiani ormai
così induriti e incalliti nel materialismo, ma anche quello dei musulmani nella
loro ricerca sincera di Verità e di Amore?
SECONDA PARTE.
IL DIO DEGLI EBREI
Visto che noi cristiani proveniamo
dalle radici giudaiche e attingiamo tutti al Vecchio Testamento, possiamo dire
di avere almeno con gli Ebrei lo stesso Dio dell’Alleanza? Vediamolo brevemente.
· Al popolo ebraico, il popolo della
promessa che viveva in ambienti idolatri, Dio si è rivelato, attraverso Abramo,
Mosè e i Profeti, proclamandosi l’Unico, vero Dio, “IO SONO” e, mentre da una
parte gli dimostrava la sua predilezione proteggendolo contro i suoi numerosi
nemici, nel contempo esigeva dal suo popolo adorazione e obbedienza, in vista
di una missione specialissima alla quale era stato chiamato per volontà di Dio: la venuta del Salvatore del mondo, un
Ebreo, figlio di Ebrei, della discendenza di Davide!
Sappiamo dalla Storia Sacra come il “popolo eletto” fu
comunque anche più volte punito dallo stesso Dio soprattutto quando si
macchiava del peccato di idolatria, tant’è vero che proprio a motivo
dell’idolatria gli Ebrei subirono la punizione più terribile: la deportazione
in Babilonia dalla quale furono liberati grazie al re Ciro. Tornati a
Gerusalemme, ricostruirono il tempio e le mura, nell’attesa della realizzazione
della “grande promessa”, cioè l’avvento del Messia, ma essi non hanno voluto
riconoscerlo in Gesù di Nazareth.
Interessante la motivazione offerta dal prof. don Ugo
Borghello:“Si possono capire le grandi
incomprensioni ebraiche verso il Cristo: si passa dal Dio degli Ebrei, popolo
di elezione, al Dio dei peccatori.(…) Le attese prevalenti tra gli Ebrei erano
attese messianiche, magiche, rivolte all’attesa di un “nuovo Mosè” che li
liberasse dall’Impero Romano. Questo spiega che senza la fede nella divinità di
Cristo si rimane fuori dal nuovo popolo di Dio (…) Ebrei e cristiani leggono le
stesse Parole di Dio, ma capiscono in modi diversi, perché partono da “chiese
diverse”.[5]
Nel Vangelo Gesù
Cristo conferma la validità di tutto il Vecchio Testamento con le sue parole e
con la sua stessa vita, citando più volte Abramo, Mosè e i profeti davanti ai
Farisei increduli, addirittura apparendo davanti agli Apostoli nella
trasfigurazione assieme a Mosè e ad Elia, come segno di continuità con il passato del popolo
ebraico. “Non pensate che io sia venuto
ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare
compimento” (Mt, 5,17).
Forti di questa consapevolezza, Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI hanno cercato più volte un riavvicinamento col popolo ebraico
attraverso visite alla sinagoga dove hanno perfino chiesto perdono per le
mancanze dei figli della Chiesa se in qualche modo hanno favorito le piaghe
dell’antisemitismo.[6]
Purtroppo uguale umiltà mai è venuta dalla controparte, come se eventuali
errori commessi fossero da attribuire sempre e solo alla Chiesa cattolica!
Anche Papa Francesco sembra voler proseguire su questa difficile strada della
reciproca, rispettosa conoscenza.
· Tuttavia Gesù Cristo, nel confermare la continuità, mette anche in
risalto con fermezza la “novità assoluta” che è costituita dalla sua Presenza
Divina come Figlio di Dio, un tutt’uno con il Padre dal cui amore promana lo
Spirito Santo: la Santissima Trinità, cioè un solo Dio in Tre Persone divine! Rivelazione davvero sconvolgente e
vincolante per la salvezza eterna. Prima di ascendere al cielo, Gesù disse agli
apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in
cielo e sulla terra. Andate, dunque, e fate miei discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!” (Mt.
28,16)
Da quel momento gli
Ebrei dovranno adorare l’unico Dio in Tre Persone perché il Dio del Vecchio
Testamento si è rivelato in Cristo e ha parlato di sé proclamando la sua piena
unità con il Padre e lo Spirito Santo “Io
e il Padre siamo una cosa sola, il Padre è in me e io sono nel Padre” (Gv. 10,30).
E quando i Giudei, increduli, per sfidare Gesù gli ricordano
che loro discendono da Abramo e hanno Dio come padre, Gesù risponde loro “Se Dio fosse vostro Padre mi amereste,
perché da Dio sono uscito e vengo.(…) Perché non potete dare ascolto alle mie
parole VOI CHE AVETE PER PADRE IL DIAVOLO e volete compiere i desideri del
padre vostro!.(…) Abramo, vostro padre esultò nella speranza di vedere il mio
giorno, lo vide e se ne rallegrò”. Gli dissero allora i Giudei “Non hai ancora
cinquant’anni e hai visto Abramo?” Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi
dico “prima che Abramo fosse, IO SONO”. (Gv.8,31-59)
Forte e terribile questo brano di Giovanni, dove Gesù appare
in tutta la sua forza, autorità e potenza. Pur essendo egli stesso ebreo,
tuttavia non esita a definire i suoi connazionali “figli del diavolo” e non
figli di Abramo, perché? Dio non ha
rotto l’alleanza con i figli di Abramo però, con l’avvento di Gesù Cristo e
soprattutto con la sua Morte e Risurrezione, il “Dio di Abramo” è ormai solo nella fede in Cristo e pertanto
qualunque parentela o discendenza è solo di ordine spirituale. Si possono
definire “figli di Abramo” solo coloro che nascono alla fede in Cristo,
pertanto anche i pagani che si convertono a Gesù Cristo, cancellando
definitivamente il valore della successione carnale, etnica per privilegiare
solo quella della fede in Lui, aperta a tutti gli uomini di tutte le razze,
lingue e nazioni di ogni parte del mondo.
“Abramo vide il mio giorno e si rallegrò”
ha affermato Gesù. Com’è possibile questo se Abramo è vissuto circa duemila
anni prima di Cristo? San Tommaso da questa risposta: “Era necessario che il mistero dell’Incarnazione di Cristo in qualche
modo fosse creduto da tutti, in modi diversi, a seconda dei tempi e delle
persone…” (S Tommaso D’Aquino, Summa Theol” II, q.2-7).
Quindi anche Abramo,
Mosè, Davide e i Profeti dell’Antico Testamento si sono salvati non per le
opere della Legge e neppure per la fede in un unico Dio, MA PER LA FEDE IN
CRISTO, CIOÈ PER LA FEDE NEL DIO TRINITARIO. Pertanto, pur avendo le stesse radici e lo stesso
Vecchio Testamento in comune, ciò che fa la differenza è l’adesione, cioè
l’atto di fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, che gli Ebrei non hanno
ancora compiuto come popolo ma semmai solo singolarmente come individui o
piccoli gruppi in numero sempre maggiore, a quanto pare, dai tempi di Cristo
fino ad oggi.
In tutti i casi noi cristiani siamo incomparabilmente più
vicini al Dio degli Ebrei che a quello dei musulmani, ovviamente, non solo come
fede perché abbiamo le stesse radici, ma anche come cultura, costumi,
tradizioni ecc. anche se esistono correnti ebraiche estremiste, dette
“sioniste” che combattono tenacemente la Chiesa cattolica forse peggio di
quanto stanno facendo i musulmani, perché in modo subdolo, anzi talvolta si
servono della natura bellicosa dei musulmani per scatenare quelle guerre che
essi programmano con mente luciferina. Ma come per tutte le correnti estremiste
nate nel tempo, anche questa non rappresenta il vero popolo ebreo, quello che
ha dato i natali a Cristo, Figlio di Dio, ma una sua stortura socio-politica.
Si potrebbe dire, in un certo senso, mi si permetta il
paragone con i dovuti “distinguo”, come per noi certe correnti del protestantesimo
che, pur professando a parole la fede nell’unico Gesù Cristo, tuttavia non è
più il Gesù dei cattolici, tanto che le numerose correnti protestanti in genere
hanno abolito tutti i Sacramenti, tranne il Battesimo per certuni, non credono
in Maria come Madre di Dio, ancor meno nel Papa come successore di Pietro e
Capo della Chiesa visibile, e arrivano a dubitare perfino della presenza
storica di Gesù Cristo.
TERZA PARTE
IL DIO DEI CRISTIANI. UN SOLO DIO IN TRE
PERSONE.
Alla luce di quanto detto, ne deriva
che per i cristiani l’unico vero Dio è Colui che si è manifestato in Gesù
Cristo, Figlio di Dio, circa duemila anni dopo Abramo e che ha rivelato
l’essenza più intima e peculiare della natura divina: Tre Persone in una sola
Natura: Padre, Figlio e Spirito Santo, cioè la Santissima Trinità,
inconcepibile per gli Ebrei, bestemmia per i musulmani.
Quel Gesù Cristo che si è incarnato nel seno della Vergine
Maria, che ha dato le prove della sua divinità, che ha parlato di Dio come
Padre, lo ha fatto conoscere come Amore, identificandolo col Figlio a tal punto
che anche il Figlio è venuto sulla terra per Amore, e solo per Amore ha dato la
sua vita per gli uomini, quel Cristo che è risorto e che ha promesso anche per
noi la risurrezione dai morti è un fatto storico, reale, meraviglioso, a dir
poco sconvolgente che esige da ciascuno di noi un preciso e consapevole atto di
fede.[7]
Infatti non siamo di fronte a un sistema religioso tra gli
altri che prevede delle verità in cui credere e dei riti da celebrare, ma ci
troviamo di fronte a una Persona Divina, Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo”.[8] “Una
“Persona” speciale che non vuole solo l’adesione del nostro intelletto ma anche
quella del Cuore, perché dice di amare e di voler essere amato e pertanto
l’unità dei cristiani si realizza soltanto se i cristiani sono intimamente
uniti a Gesù” dice Papa emerito Benedetto XVI nella Messa in Coena Domini del
21 aprile 2011. E prosegue: “Se la Comunione eucaristica richiede la fede, la
fede richiede l’amore, altrimenti è morta anche come fede”.
Perciò chi adora Gesù
Cristo adora anche Dio, e chi non adora Gesù Cristo non adora assolutamente Dio, come ha espresso Giovanni Paolo II
nell’Enciclica “Redemptor hominis” laddove afferma che: “Gesù Cristo è il centro di tutta la storia e di tutto il cosmo” Ecco
perché manipolare la figura di Cristo è un “deicidio”, un grave peccato contro
lo Spirito Santo che potrebbe avere delle conseguenze terribili per tutta
l’umanità!
E mai come in questo periodo storico è stata attaccata,
oltraggiata e dissacrata la Persona di Gesù Cristo proprio come Dio, perfino
dagli stessi teologi cattolici. Infatti, se si esclude Gesù Cristo, o lo si
considera solo un Profeta alla pari di tanti altri, o gli si nega la
Resurrezione, si vanifica la stessa Redenzione, tutto il Nuovo Testamento,
l’Amore divino, lo Spirito Santo, la Santissima Trinità, si esclude la Chiesa
da Lui voluta, il Sacerdozio, i Sacramenti, insomma si esclude Dio stesso.
Solo Gesù Cristo risponde alle esigenze più intime della
persona e della sua dignità perché nel presentare agli uomini la Verità, che
Egli identifica con la sua Persona, non la impone con la violenza, ma la
propone alla nostra coscienza rispettando la nostra libertà.[9]
[1] S. Noja, Maometto profeta dell’Islam, Mondadori,
Milano, 1991
[2] A.Bausani, T. Fahad, Storia dell’Islamismo, Mondadori,
Milano, 1997
[3] Utile l’opuscolo “Islam e
Cristianesimo” della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, ed. Dehoniane,
Bologna
[4] Robert Spencer, Guida
all’Islam e alle crociate. Tutto ciò che sapete sull’Islam e le crociate è
falso. Ed. Lindau, 2005
[5] Ugo Borghello, Liberare
l’amore, ed. Ares, 2010/4
[6] Benedetto XVI, discorso
durante l’incontro con le comunità ebraiche di Roma, 17 gennaio 2010.
[7] Benedetto XVI, Gesù di
Nazareth, Libreria editrice Vaticana.
[8] Catechismo della Chiesa
cattolica, Compendio dal n. 79 al 135, Libreria Ed. Vaticana
[9] Ferdinando Rancan, In quella casa c’ero anch’io. C’è un posto anche per te nella vita di Gesù. Ed. Fede
& Cultura.
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