Intervista a don Ermanno Tubini
Ringrazio il rev. don Ermanno Tubini, della prelatura dell’Opus Dei, il quale ha seguito spiritualmente don Ferdinando Rancan negli ultimi sette anni della sua vita, per l’intervista rilasciata su Verona Fedele il 14 gennaio, riguardante la persona, la spiritualità e gli scritti del nostro autore citato, di cui è stato commemorato il primo anniversario della morte il 10 gennaio 2018 con una Santa Messa presso la chiesa di Sant’Eufemia in Verona.
Nel contempo sento il dovere di segnalare alcune precisazioni in merito. Mi chiamo Patrizia Stella e mi
permetto di intervenire, come persona che è vissuta accanto a don Ferdinando, per volontà di Dio, negli ultimi 14 anni circa della sua vita, vale a dire dal giorno del nostro trasloco nel 2003 quando lo abbiamo accolto in casa nostra, mia madre e io, per poterlo accudire, vista la precarietà della sua salute, fino alla sua santa morte. A onor del vero, è dal lontano 1980, cioè da quando lui ha fatto il suo ingresso come parroco ai Santi Apostoli, che mi sono sempre occupata, come catechista e segretaria nei tempi liberi dal mio lavoro, di trascrivere al computer TUTTE LE SUE OPERE CHE SONO IN TOTALE NOVE, se consideriamo anche l’ultimo libro autobiografico Storia di un somarello, libro che è stato oggetto di contestazione a motivo di diverse interpretazioni che taluni vorrebbero dare, certamente in buona fede, al contenuto stesso del libro.
Da notare che questo libro, già stampato come “pro manuscripto”, ha la prefazione del Vescovo di Verona, mons. Zenti, che è stato fra l’altro suo alunno in seminario, del Vescovo emerito di Ferrara, mons. Luigi Negri, che aveva già fatto la sua prefazione al libro sulla Madonna, e del teologo ed esorcista mons. Gino Oliosi, che è stato molto vicino a d. Ferdinando come confratello nel sacerdozio con grande stima e aiuto reciproco.
Fatta questa premessa, vorrei chiarire soprattutto una frase dell’intervista citata che in questo contesto mi sembra una vera e propria forzatura. Vien detto che «[don Ferdinando] educava all’amore alla Chiesa e al Papa. Amava molto Papa Francesco e ne apprezzava la sua azione pastorale». Sinceramente non si capisce perché si dovesse dire di don Ferdinando, la cui lunga vita è passata attraverso ben otto Pontefici (da Pio XI a Papa Francesco), che egli apprezzava l’azione pastorale proprio e solo dell’ultimo Papa, del quale oltretutto neppure parla nel suo libro (Storia di un somarello), anche perché il libro autobiografico chiude col 2012, anno della cessazione del suo ministero sacerdotale pubblico, vale a dire un anno prima della nomina di Papa Francesco. In realtà don Ferdinando il quale aveva una visione della Chiesa a 360 gradi e amava ciascun Papa con obbedienza filiale e con tutto il cuore, sapendo però ben distinguere innanzitutto il suo Magistero ordinario e universale da certe iniziative di carattere “pastorale” che di per sé non sono vincolanti per la coscienza del cristiano, soprattutto quando capita che non sia in piena sintonia con i principi del dogma e della morale stabiliti dal Magistero solenne della Chiesa.
In altri termini, d. Ferdinando sapeva ben distinguere la figura di Francesco come “Papa”, da quella di Francesco come “Bergoglio”, vale a dire la differenza tra il suo Ministero papale e i suoi altri numerosi discorsi o azioni dalle vedute personali e soggettive, e pertanto non vincolanti per il criterio di fede di un cattolico. Inoltre - come da testimoni diretti della sua vita, in particolare del teologo citato Mons. Gino Oliosi - bisogna affermare che “don Ferdinando mai si è pronunciato né a favore né contro Papa Francesco” tuttavia, intuendo la gravità del momento storico presente, aveva invitato le persone del gruppo di preghiera da lui guidato a pregare il glorioso San Giuseppe, Patrono della Chiesa universale, chiedendo la sua intercessione per la Chiesa e per l’Italia, la quale, come sede del Papato per volontà di Dio, continua ad essere sotto il tiro dei nemici di Gesù Cristo.
Questo era mio dovere segnalare, e mentre ringrazio di nuovo don Ermanno per essere stato vicino a don Ferdinando con molta sollecitudine fino a conferirgli l’Unzione dei Malati negli ultimi istanti della sua vita, porgo i miei cordiali saluti.
Termino includendo la
preghiera per la Chiesa e per l’Italia al glorioso San Giuseppe perché molti
altri la possano recitare in spirito di fede e di intercessione.
PREGHIERA
PER L’ITALIA E LE NOSTRE FAMIGLIE
recitata e
incoraggiata
dal sacerdote diocesano veronese
don FERDINANDO RANCAN
14.6.1926
- 10.1.2017
Glorioso San Giuseppe,
sposo della Vergine Maria, Madre di
Gesù
tu che sei Patrono della Chiesa
universale,
ascolta le suppliche che ti
rivolgiamo
in quest’ora di confusione e di
decadimento:
proteggi l’Italia e tutte le nostre famiglie.
Quell’Italia scelta con predilezione
da Cristo
per collocarvi la Sede del Suo
Vicario, il Papa,
quell’Italia disseminata dei
Santuari
della Vergine Maria e forgiata dai
Santi.
Ottienici con la tua potente
intercessione,
unita a quella della tua Santissima
Sposa,
uomini nuovi,
che abbiano il coraggio di abrogare
le inique leggi contro Dio e contro
l’uomo.
Fa’ che la nostra Patria
possa continuare ad essere
centro vivo di civiltà cristiana,
faro di luce in tutto il mondo,
terra di Santi per la gloria di Dio
e per la salvezza di tutti gli
uomini.
Gesù, Giuseppe e Maria,
salvate Chiesa e Italia, Così sia.
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