“RIFLESSI DI CIELO” N. 4
Brani tratti dal libro
L’amore umano, la famiglia e il matrimonio.
INTRODUZIONE
Questo libro
è stato ottenuto dalla registrazione di alcune lezioni che don Ferdinando aveva
dato in occasione di corsi in preparazione al matrimonio per fidanzati e sposi.
Sono state poi assemblate e completate dall’autore prima di accettarne la
pubblicazione, che avvenne a più riprese, viste le numerose richieste, nei
primi anni senza una vera casa editrice, ultimamente attraverso la Casa
Editrice “Fede & Cultura” di Verona che ha in consegna la pubblicazione di
quattro dei suoi libri e alla quale ci si può rivolgere per l’acquisto.
Il libro in
oggetto, pur non affrontando le ultime problematiche emerse a seguito di
questioni delicate e difficili come “coppie di fatto, matrimoni gay, gender…” e
tutte le pericolose novità di quest’ultimo periodo storico che altri esperti
della materia hanno ampiamente affrontato, rimane sempre e perennemente valido
per “tutte le stagioni” perché presenta la famiglia e il matrimonio come è
stato voluto da Dio sin dalla creazione del primo uomo e della prima donna, e
quali sono da parte nostra le risposte che dobbiamo dare e i mezzi che dobbiamo
mettere per vivere questo rapporto nell’amore e nella fedeltà reciproca.
Infatti tutto
ciò che è contrario al progetto di Dio sull’uomo, visibile anche per i non
credenti attraverso la Legge Naturale e la conformazione biologica dei due
corpi, maschile e femminile, complementari l’uno all’altro nell’aspetto fisiologico-genitale
oltre che psicologico confermato anche dal DNA, è assai dannoso anche per la
salute, ma non per motivi di religione ma perché lo vuole la ragione, confermata dal senso comune e dalla legge naturale. Se
poi si arriva al punto, come sta accadendo, di rinnegare anche questi punti di
riferimento universali, allora non ci si deve più stupire del degrado, della
sofferenza e della disperazione della coppia e di tutto il genere umano che dovrebbe
fondare sull’unica vera famiglia la sua esistenza e la sua felicità.
Dio infatti ci
ha creati per essere felici. Lo saremo nel rispetto della sua legge e nella
fedeltà al suo progetto d’amore che molti neppure conoscono. Purtroppo alla
base di tante laceranti separazioni famigliari, che gli esperti reputano più
disastrosi del danno delle stesse guerre mondiali, c’è la responsabilità della
coppia, o meglio, la mancanza di responsabilità dovuta anche a molta ignoranza
perché non ci prepara come si dovrebbe, anzi molti sono convinti che si possa
parlare di matrimonio solo finchè esiste la reciproca attrazione sessuale, ma
non è così. È come dire a un ragazzo “studia, compi il tuo dovere! Ma solo
quando ne hai voglia!”. Quale futuro potremo costruire per lui e per la società
su questi presupposti fragili e volubili? Purtroppo c’è anche la scarsa
preparazione dei sacerdoti che dovrebbero preparare i fidanzati al matrimonio
come sacramento, puntando sull’aiuto di Dio, sulla preghiera e sulle virtù
umane anche eroiche davanti alle difficoltà, perchè anche il matrimonio, come
la vita consacrata, è una strada per la santità e non per la sistemazione a
vita.
Cerchiamo
qui di offrire qualche spunto attingendo all’esperienza sacerdotale di don
Ferdinando e rimandando i lettori al libro intero che, pur essendo piccolo, è molto
solido e completo, oltre che attraente, sempre valido anche come regalo per fidanzati
e sposi di qualunque età e situazione.
36. CREATURE DI DIO.
Papa
Giovanni Paolo II parlando ai rappresentanti del Corpo Diplomatico diceva:
"dobbiamo restituire agli uomini i motivi di vivere". Infatti ciò che
l'uomo moderno ha smarrito è il senso della vita, il significato
dell'esistenza.
Molte
nevrosi e molti disturbi psichici nascono dal vuoto esistenziale, cioè da una
paurosa carenza di significato. Un vuoto che molte volte si cerca di colmare
attingendo a un mercato culturale che presenta falsi valori, false prospettive
di felicità che talvolta si cercano un po' frettolosamente in persone sconosciute
o in rapporti provvisori.
Sul piano
personale la conseguenza peggiore che ne deriva è una falsa conoscenza di sé
stessi, che porta a un profondo smarrimento interiore: non mi conosco più, non
mi capisco più, non so più chi sono e che cosa voglio. Da qui un modo sbagliato
di stare nella propria vita e anche di vivere il rapporto con gli altri, le cui
conseguenze si ripercuotono negativamente nel campo della vita coniugale e
familiare.
Queste
problematiche riconducono inevitabilmente al problema di fondo o di partenza: il
problema di Dio. Si potrebbe obiettare che cosa centra Dio e la teologia con il
nostro argomento che è il rapporto matrimoniale e ancor prima quello della
reciproca conoscenza in vista di formare una famiglia. Materia che spetterebbe
di più al settore pedagogico o legale, dicono.
Eppure la
riflessione iniziale su questo argomento "DIO" è indispensabile per
chiunque voglia impostare la propria vita sulla roccia secondo il disegno di
Dio, non solo per i cristiani che decidono per il matrimonio religioso come
Sacramento, ma per tutti, per il semplice fatto che la famiglia secondo natura,
diciamo così, costituita da un solo uomo e una sola donna in un impegno
reciproco di amore e di fedeltà in vista della procreazione non l'ha voluta la
Chiesa e nemmeno lo Stato o la società, ma l’ha voluta DIO. Dice la Genesi
"Maschio e femmina li creò (…) I due saranno una carne sola... Non separi
l'uomo quello che Dio ha unito", vale a dire che Dio ha inciso nella
natura stessa, e nella sua diversità e specificità, maschile e femminile, le
caratteristiche anche biologiche e fisiologiche di questa unione, che è carnale
e spirituale nello stesso tempo, talmente importante e forte che esige anche un
atteggiamento a priori di impegno reciproco prima di essere accettata e
consumata.
37 IL NOSTRO ESSERE CREATURE.
Riconoscere
di essere creatura non solo è accettare di essere relativo a Qualcuno che è
sopra di me, cui debbo la mia esistenza, ma anche accettare il progetto divino
che questa esistenza contiene. Infatti l'esistenza che riceviamo da Dio non è
indefinita; il nostro essere che è unico e irripetibile, contiene un progetto
che Dio vuole realizzare.
San Paolo
quando parlò agli Ateniesi nell'areopago fece un discorso molto serio perché
parlò non solo del nostro essere ma anche del nostro vivere e agire: "In
Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo". (Atti 17,28).
Quindi non
solo veniamo dalla potenza creatrice di Dio che ci fa partecipi del suo Essere,
ma anche tutta la nostra vita contiene un progetto che è di Dio. Non siamo
delle creature che Dio ha messo su questa terra per gioco, senza alcuna
prospettiva e che ognuno si arrangi come può.
Dio è
infinita Sapienza, infinita Potenza, infinita Provvidenza e infinito Amore e
vuole realizzare su di noi e con noi un disegno.
Cosa centra
questo discorso col nostro tema principale che è il Matrimonio? Centra eccome!
Anzi calza a pennello perché se noi siamo convinti di questo che abbiamo detto,
capiremo anche che la strada del matrimonio l'ha voluta Dio per l'uomo e la
donna, non un "duo" qualunque ma un "tu" maschile personale
che assieme all'altro "tu" femminile specifico sono chiamati a
realizzare un preciso progetto di Dio
38. IL NOSTRO RAPPORTO CON DIO.
Recuperare
questa consapevolezza della nostra creaturalità è fondamentale per l'uomo
europeo perché proprio l'uomo di questa vecchia Europa ha smarrito le radici
cristiane della sua civiltà, smarrimento che ha prodotto per esempio, "l'uomo
del rifiuto e della ribellione" descritto particolarmente da Nietzsche e
da Sartre. Sartre nel suo libro "La nausea" dà all'uomo il giudizio
più negativo e pessimista che mai sia stato dato: "Ogni uomo nasce senza
ragione, si prolunga per debolezza e muore per caso". Il suo ateismo
voleva essere l'affermazione della piena maturità dell'uomo che non ha più
bisogno di Dio. Ma questo lo porterà a un vicolo cieco perché senza Dio nulla
sarà più comprensibile né avere una spiegazione: è la crisi esistenziale, è
"la nausea". La vita allora non è altro che uno schifo, come si sente
dire anche da molti giovani.
Entrambi gli
autori di questa visione dell'uomo, Nietsche e Sartre sono morti disperati e
suicidi.
Il cristiano
invece sa che su di lui personalmente esiste un progetto divino che scoprirà se
saprà accettare il suo rapporto di creatura con Dio Creatore e Padre. E questo
rapporto lo deve vivere sia come individuo che nel suo ruolo specifico di
sposo/sposa; padre/madre; figlio/figlia ecc. Ecc. Cioè nel suo rapporto
relazionale dentro un progetto divino meraviglioso che lo trascende e che si
chiama "matrimonio e famiglia".
39 AMORE E MATRIMONIO NEL PROGETTO DI DIO.
Abbiamo
visto che se non partiamo da Dio, tutta la nostra vita diventa un problema. Noi
stessi diventiamo incomprensibili alla nostra intelligenza e perdiamo a poco a
poco la coscienza della nostra identità e del nostro destino.
Tutto questo
conduce a interrogarci sul disegno che Dio ha su di noi, il progetto di Dio
sull'uomo e sulla donna nella loro vocazione all'amore.
L'amore
umano nel matrimonio e nella famiglia non come è inteso e spesso vissuto dagli
uomini, ma come Dio lo ha pensato e voluto.
Dio,
Creatore dell'universo, è autore dell'uomo e della donna, del loro patto
d'amore, e li ha uniti nella prima e originaria società umana che è la
famiglia.
Nella
creazione Dio si è proposto un unico scopo: partecipare ad altre creature la
sua stessa felicità, la sua stessa gloria. Dio è amore e l'amore è per sua
natura effusivo, partecipativo.
Egli dunque
ha creato per amore e ha chiamato l'uomo a partecipare al suo amore. Creare è
dare l'esistenza a una creatura ed è perciò l'atto d'amore più grande.
Se amare
significa volere l'esistenza di una persona, essere felici che essa esista,
nessuno ci ama più di Dio e nessuna vocazione è più grande di quella di
collaborare all'amore creativo di Dio.
Nel disegno
di Dio, infatti, l'uomo è chiamato ad essere collaboratore con Lui:
- nella
creazione,
- nel
trasmettere la vita,
- nella
redenzione e nella stessa glorificazione di tutte le cose.
40 UOMO E DONNA. DIGNITÀ DELLA SESSUALITÀ.
Affermare la
trascendenza spirituale dell'uomo (e della donna) è affermare la sua dignità di
persona che è "immagine e somiglianza di Dio".
Anche la
differenziazione dei sessi è espressione partecipativa di questa dignità che
tocca profondamente la persona: "Dio creò l'uomo a sua immagine. A
immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò". (Gen. 1,27)
In questa
semplice frase è affermata la dignità, il valore e il significato profondo
della sessualità. L'essere umano, proprio come uomo e donna, riflette
l'immagine di Dio; la femminilità e la virilità sono realtà che, pur avendo il
loro fondamento nella struttura corporea della persona, assurgono a una
dimensione che si riflette nella realtà stessa di Dio.
Il primo aspetto
da considerare è la dignità della sessualità umana. Essa partecipa alla dignità
della persona e alla dignità del servizio specifico alla vita.
In questo
senso l'uomo e la donna riflettono l'immagine di Dio, non solo individualmente,
ma anche come coppia, nella loro "unità" corporea di "una sola
carne".
Ma il brano
biblico citato, oltre a sancire la condanna di ogni ingiusta discriminazione
tra uomo e donna, aiuta anche a riscoprire il senso positivo e gioioso della
sessualità.
La Chiesa,
nel suo insegnamento, non è mai stata vittima di tabù riguardo al sesso ma ha
sempre difeso la dignità della sessualità umana da ogni forma di degradazione o
di abbruttimento vergognoso che ne fa merce di scambio, e da ogni volgarità che
ne fa stupido esibizionismo.
Del resto
non dimentichiamo che proprio la femminilità, un Corpo Verginale di donna, è
stato il luogo dove il Figlio di Dio si è fatto Carne, e la
"virilità", un Corpo integro e verginale di uomo immolato sulla
croce, è stato il luogo del nostro riscatto e della nostra pace.
41 ELEMENTI COSTITUTIVI DEL MATRIMONIO.
Quando si
parla di matrimonio di solito si fa leva sulla sua peculiarità che è l'amore,
inteso anche come rapporto sessuale e pertanto viene spontaneo pensare che
quando questo elemento costitutivo dovesse cessare, è normale che si accetti la
fine del matrimonio.
QUESTO È
FALSO PERCHÉ DUE SONO GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL MATRIMONIO: L'AMORE
CONIUGALE E IL PATTO CONIUGALE! L'uno e l'altro devono andare di pari passo.
Parlare
dell'amore coniugale potrebbe sembrare la cosa più scontata e inutile perché
tutti pensiamo di sapere che cosa sia l'amore e pensiamo di esserne
capaci.
È vero che
l'amore è una realtà insita nella natura umana, ma è anche vero che l'amore non
è affatto scontato e che, per essere autentico, l'amore esige IMPEGNO E LOTTA
perché va difeso sempre come fosse una creatura debole ed esposta alle
intemperie del mondo.
L'amore fa
parte della vita di ogni persona e accompagna la vita umana in tutta la sua
estensione, e ne esprime la ricchezza e la profondità. Pensiamo all'amore
materno e paterno con tutte le espressioni di dedizione e di generosità che
esso sa trovare. Pensiamo anche all'amore fraterno, all'amore filiale,
all'amore di amicizia, all'amore di benevolenza cioè il dedicarsi gratuitamente
alle necessità del prossimo ecc. come fanno o dovrebbero fare in modo
particolare i consacrati, suore, religiosi, gli stessi sacerdoti verso le anime
loro affidate. Devono anch'essi vivere e accogliere l'amore che è peculiare per
la loro scelta di vita.
Ma al di
sopra di tutte queste espressioni d'amore vissute in modo diverso le une dalle
altre, spicca per la sua peculiarità L'AMORE CONIUGALE! PERCHÉ È L'UNICA FORMA
DI AMORE A PREVEDERE ANCHE L'UNIONE SESSUALE DEI DUE CORPI, MASCHILE E FEMMINILE.
Quest'ultimo è normalmente preceduto e preparato dall'amore detto di
"FIDANZAMENTO" che è un amore di amicizia ma caratterizzato da una
promessa di fedeltà perché finalizzato alla reciproca conoscenza in vista del
matrimonio.
Ognuna di
queste espressioni d'amore ha una sua natura e delle leggi che le sono proprie,
natura e leggi che vanno rispettate, pena la deformazione e anche la corruzione
stessa dell'amore con conseguenze anche terribili per la stessa psiche delle
persone perché la natura, come l'amore, hanno le loro leggi.
Che direste,
infatti, se l'amore materno e paterno diventasse amore coniugale? Orribile!! O
se l'amore fraterno o di amicizia o di benevolenza pretendesse di esprimersi
come amore coniugale? Altrettanto orribile! Quelle espressioni di amore non
sarebbero più amore! Chiamatele come volete ma non è certo amore! Ora, se in
questi casi il disordine è abbastanza evidente a tal punto da indignarsi contro
tutte le proposte abominevoli sulla strumentalizzazione del sesso che ha cancellato
l'amore, purtroppo non appare altrettanto evidente quando si tratta di venire
meno alla natura dell'amore coniugale o di fidanzamento. ANCHE QUESTO RAPPORTO
D'AMORE HA LE SUE LEGGI CHE VANNO RISPETTATE SE SI VUOLE VIVERE FELICI.
42. RESPONSABILITÀ
DELLA COPPIA CHE CONTRAE MATRIMONIO.
Come già
visto, il primo errore è di credere che l'amore coniugale sia l'elemento
costitutivo essenziale del matrimonio, per cui basta volersi bene - anzi questa
è la cosa più importante - e il resto viene da sé.
Quando c'è
l'amore tutto è lecito, dicono, come se questo bastasse a giustificare la
validità e la sincerità del matrimonio. E per questo molti ritengono che
neppure abbia senso parlare di matrimonio, sia civile che religioso, perché
finché dura l'amore, dura l'unione, e dopo?? Se l'amore finisce ci si può
lasciare, dicono. Invece no!
Il
matrimonio non è solo un accordo privato tra un uomo e una donna ma è anche una
Istituzione pubblica. Fondata su un patto ben preciso e vincolante, il PATTO
NUZIALE O CONIUGALE che vincola i due a norma di giustizia ed esige da entrambi
una buona dose di responsabilità.
Quella
responsabilità che ti fa affrontare eventuali prove o difficoltà cercando
soluzioni ragionevoli senza buttare al macero tutto e subito, davanti ai primi
malintesi o incomprensioni o altro.
L' amore è
veramente fondamento e presupposto del matrimonio - perciò importante e
necessario - ma non è sufficiente perché ci sia matrimonio.
43. IL PATTO
CONIUGALE, COSTITUTIVO DEL MATRIMONIO.
Forse
penserete che insisto un po' troppo sull'importanza del "patto
coniugale" nel matrimonio, ma la verità è che su questo argomento c'è
molta o perfino totale ignoranza e va chiarita.
L'amore
coniugale esige per sua natura IL PATTO CONIUGALE che è un impegno reciproco
degli sposi a salvaguardia della stabilità fondata sulla reciproca
responsabilità. Altrimenti diventa un amore abusivo, una violenza alla realtà,
oltre che un grave disordine davanti a Dio.
Il solo
amore coniugale infatti non è fine a sé stesso, cioè indipendente dal servizio
e dal significato che gli sono propri, tant'è vero che qualora i due coniugi
non provassero più lo stesso trasporto sessuale che oltretutto varia ovviamente
con il tempo, l'età, la malattia ecc. essi devono far leva sull'amore di
donazione gratuita nella buona e nella cattiva sorte. E tutto questo in forza
della consapevolezza DI AVER ACCETTATO UN PATTO DAVANTI A DIO E ALLA SOCIETÀ.
Patto che oltretutto vincola ancor di più se ci sono figli che subiscono in
modo traumatizzante certe scelte di separazione spesso superficiali dei
genitori.
Il patto
coniugale è la libera volontà personale di un uomo e di una donna di cedere
irrevocabilmente all'altro i diritti sul proprio corpo in vista di un
responsabile servizio alla vita. La consapevolezza di rispettare un giuramento
fatto davanti a Dio e alla società attraverso un "patto" dovrebbe
caricare i due sposi di responsabilità ma anche di gioia perché si rendono
conto che la loro unione non si può basare solo su attrattive sessuali effimere
che oggi ci sono e domani forse no, ma va ben oltre questi poveri limiti perché
perdura anche in assenza di essi.
Anzi il
giuramento di fedeltà fatto davanti a Dio conferisce agli sposi anche la
cosiddetta "grazia di stato" che aiuta ad essere fedeli anche nella
prova. Quando alle volte si sente dire con tono rassegnato " Cosa ci posso
fare! Mi sono innamorata/o di un altro/a! Oppure: non ci capiamo più..."
Che vuol dire? Questo non ha senso, anzi denota superficialità perché tu devi
mantenerti fedele a una parola data, a un giuramento vincolante anche a costo
di inevitabili sofferenze. Che poi semmai aumentano a dismisura con la
separazione e coinvolgono tutti in un tunnel oscuro senza più ritorno. Quante
facce tristi dopo il divorzio! Sembrano funerali se non fossero obbligati dai
doveri del sorriso esterno a tutti i costi.
Quanti
sposi, invece, non sempre anziani, si sentono gratificati da un semplice bacio
o carezza o pensierino affettuoso in occasione di ricorrenze varie? E perché
una madre che non lesina sacrifici per il figlio, quando si tratta di
rinunciare a qualcosa per il marito, fa la martire? O viceversa? Il vero amore
è gratuito, non cerca il proprio tornaconto, dona anche senza ricevere, opera
anche nel silenzio, lavora nel nascondimento solo per amore della famiglia e di
Dio che tutto vede e sa, e che ricompensa sempre anche ogni nostro più piccolo
sospiro e incomprensione e tribolazione. Vuoi essere felice? SII FEDELE! SII
FEDELE!
44 MATRIMONIO
E SANTITÀ.
Per secoli
si è pensato che il matrimonio fosse un ostacolo alla santità, o comunque, una
strada secondaria, difficilmente praticabile per chi voglia veramente servire
Dio in santità di vita. Il Signore ha suscitato oggi nella Chiesa veri
"profeti" della vocazione alla santità rivolta anche ai coniugi cristiani.
Lo stesso
San Giovanni Paolo II lo ha sancito, in un certo senso, non solo attraverso
esortazioni ed encicliche quali ad esempio la "Evangelium Vitae" vero
capolavoro per chi vuole avere punti di riferimento sempre validi, ma
istituendo anche un "Osservatorio per la vita e la famiglia" per
venire incontro a quelle situazioni di disagio familiare e sociale, senza però
mai cedere sui principi fondanti perché compito della Chiesa è di soccorrere i
deboli aiutandoli a rialzarsi dalle cadute, altrimenti tradirebbe la sua
missione divina se assecondasse tutte le debolezze lasciando le persone a terra
a guazzare nel loro misero fango.
Bisogna
prospettare soprattutto ai giovani mete alte da raggiungere, prospettive di
santità proprio dentro il matrimonio e la famiglia secondo il disegno voluto da
Dio fin dalla creazione del mondo. Quella è la sola e unica e vera famiglia e
l'unica strada verso la santità per i coniugi: "Maschio e femmina li creò.
... Non separi l'uomo quello che Dio ha unito". Non esistono altre scorciatoie
o comode autostrade che possono essere prospettate dai falsi profeti che stanno
popolando il mondo.
Se è vero
che il sacramento del matrimonio è lo sviluppo della grazia battesimale in
ordine alla vita coniugale e familiare, allora la vocazione al matrimonio
contiene e specifica la vocazione battesimale che è la chiamata di Dio a vivere
sulla terra VITA DIVINA, seguendo da vicino l'insegnamento e la vita di Cristo.
Pensate alla Grazia Santificante che apre la vostra vita coniugale a un rapporto
più intimo e profondo con Dio, al senso vivo della filiazione divina,
all'orazione e alla preghiera di contemplazione, alle virtù teologali: fede,
speranza, carità con tutto il valore soprannaturale dei doni dello Spirito
Santo che la Cresima ha perfezionato in voi prima di ricevere il sacramento del
Matrimonio!
Questi doni
soprannaturali dello Spirito Santo (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza,
Scienza, Pietà e Timor di Dio), tradotti nella vita di ogni giorno, sono tutte
quelle risorse di forza, di criterio, di saggezza, di fedeltà che vengono
offerti sempre a voi coniugi cristiani ma in particolare nei momenti più
difficili della vostra missione di sposi di genitori.
Per questo è
importante pregare e rinnovare questa consapevolezza nel tempo davanti a Dio
con continui atti di Fede, di Speranza e di Amore che si manifestano anche
nell'accettazione dei difetti del coniuge e nel perdono davanti a debolezze di
cui ci si pente per tornare poi a cambiare vita più innamorati e fedeli e
felici di prima. Prima di rompere un rapporto matrimoniale voluto da Dio... Si
deve passare attraverso la preghiera e il perdono.
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