LA
RIFORMA DELLA CHIESA INIZIA DAL SEMINARIO
È finalmente terminato il sinodo della “tachicardia”,
vale a dire quello che, a motivo degli argomenti spesso scabrosi che esponevano
alla gogna pubblica i sacerdoti cattolici come fosse una conquista, molti di
noi lo hanno seguito con vera sofferenza e trepidazione.
Ognuno si è sentito in dovere di dire la sua.
Denunciare? Fino a che punto? Ma allora l’eventuale segreto della confessione
rischia di diventare pubblico? Sono cose molto delicate ma non se ne verrà
fuori senza una cura che vada alla radice di tanta sporcizia, mettendo mano a
una riforma del Seminario radicale perché, anche si arrivasse a riconoscere il
peccato di omosessualità come fattore da combattere, non è sufficiente continuare
a chiedere scusa se non si procede a una serie di riforme che investono tutto un
programma di studi, di regole e di disciplina a iniziare dai primi anni del
Seminario.
L’omosessualità che per la legge civile non è reato,
invece per la Legge Divina, come troviamo sul catechismo della dottrina
cattolica e sulla Sacra Scrittura, è un peccato gravissimo che “grida vendetta
al cospetto di Dio”, perché rompe l’ordine della natura
facendo del male all’anima
e al corpo di coloro che la praticano. Pertanto il cristiano deve andare oltre
l’aspetto puramente civile per vedere davanti a Dio cosa è bene e cosa è male,
perché se l’omosessualità per lo Stato diventa un diritto da legalizzare, come
l’aborto, per la Legge divina è peccato gravissimo, punito da Dio sin
dall’antichità in modo assai pesante; pensiamo a Sodoma e Gomorra che adesso si
svuole deridere. Pertanto deve essere assolutamente proibito per tutti, a
maggior ragione per i sacerdoti che sono anime consacrate e che devono
impegnarsi per vivere la castità secondo il volere di Gesù che non chiede nulla
di impossibile, se puntiamo sulla preghiera e sulla sua Grazia. Oltretutto la
Santa Messa celebrata da un sacerdote che vive costantemente nel peccato di omo
o eterosessualità, pur essendo valida per i fedeli, per lui stesso diventa
sacrilegio. Diceva padre Amorth, l’esorcista che conosceva bene il diavolo “se
la gente sapesse cosa è l’Inferno, non peccherebbe tanto facilmente”. Con Dio
non si scherza!
Tutto
ciò premesso
Se si vuole ridare credibilità al clero e a tutta la chiesa
caduta negli artigli di satana, non basta la denuncia e il mea culpa...è come buttare
acqua dopo che la casa si è bruciata. Te lo vedi un prete che magari
esternamente fa anche il suo dovere, segue giovani e malati, celebra la Messa,
predica, raccoglie offerte per i poveri, ma vive costantemente in peccato di
omosessualità con uno o più compagni di turno, come se fosse la normalità? O
con una amante fissa o più di una? I fedeli non vogliono un prete così. Deve
essere coerente, come lo deve essere un marito che se non è fedele a sua moglie,
diventa adultero e deve cambiare vita. Gesù è molto esigente e parla di “porta
stretta” per andare in Paradiso, eppure il suo “giogo” è dolce, il cammino diventa
facile, anzi felice, se preghiamo e rimaniamo con lui.
Se si vuole raggiungere un obiettivo serio e avere dei
veri preti affidabili, anche se non perfetti, ma umili, sinceri, puliti, di
preghiera e non manager, che si affidano essi stessi al sacramento della
confessione davanti a eventuali cadute, come fanno i laici, e non cedono alle
lusinghe del mondo, non ci resta altro che RIFORMARE TUTTI I SEMINARI imponendo
una disciplina ferrea come si faceva una volta coi novizi degli Ordini
religiosi più severi: vita ascetica, regole chiare, penitenza, apostolato, sincerità,
preghiera, adorazione davanti al Santissimo, confessione settimanale, studio
della dottrina cristiana e della metafisica, obbedienza ai superiori,
proibizione agli estranei di entrare nelle stanze private dei seminaristi,
insomma una vita ascetica comporta anche una certa rinuncia e penitenza, grazie
alla quale poi si selezioneranno automaticamente da soli i veri, sinceri
candidati, senza bisogno di inutili psicologi, e si distingueranno dai
profittatori che entrano in seminario per seminare fango e zizzania. In tempo
di guerra, davanti alla fame, al freddo, alle bombe e a tante tribolazioni
vissute dai seminaristi, resistevano quelli con vera vocazione e gli altri se
ne tornavano a casa a farsi coccolare dalla mamma. Adesso la battaglia per la
castità è ancora più dura ed eroica perché il sesso te lo propongono ogni
istante con il piatto dove mangi, ma Gesù è con noi e ci darà la forza per
vincere.
La realtà è che, adesso, purtroppo, con la carenza di
sacerdoti, si è portati ad accogliere tutti i candidati con molta
superficialità, senza chiedere nulla della loro vita e senza esigere nulla:
vitto gratis, studi gratis, vai dove vuoi e con chi vuoi, se ti confessi ti
senti dire che tutto va ben anche i rapporti omosex o eterosex, meglio se con
una persona fissa (sic!), piena libertà decisionale, insomma hai tutto da "guadagnare"
umanamente parlando e nulla da perdere. Il prete rischia di diventare un
mantenuto in stato di peccato. Col sacerdozio di adesso si può condurre facilmente
una vita falsa, doppia o tripla, in barba alla legge di Dio, ma in sintonia col
mondo, all’unica condizione di rimanere in seminario che è diventato, né più né
meno, che un comodo college per ricchi dove si sta bene e si fa quello che si
vuole, pur di studiare... oltretutto ERESIE che sono quelle che più facilmente
conducono alla infedeltà perché senza la conoscenza della Verità, nessuna virtù
può reggere.
Infatti se manca la base “culturale e dottrinale” che
fonda la nostra fede, se manca la consapevolezza che la vita del cristiano
sulla terra è come “una milizia” perché bisogna combattere contro i propri
istinti, se manca la conoscenza vera della figura meravigliosa di Gesù che ci
ama e rimane il “perno” della consacrazione e della rinuncia per il Regno dei
Cieli… tutto il resto non ha senso. Perché devo essere casto e rinunciare a una
famiglia se non ho dentro di me, nella mia anima, la convinzione, i presupposti
fondanti che mi spingono a lottare nel momento della tentazione? Che mi fanno
intravedere che, dietro a questa rinuncia, c’è nientemeno che la Vita Eterna
per me e molte anime a me affidate, e non interessi di potere, di denaro, di sesso
o altro? Se perdiamo di vista il nostro fine ultimo, il nostro destino di
eternità, come ribadiva don Ferdinando Rancan nel suo primo libro “Il tempo,
l’eternità”, abbiamo fallito tutto! Vale la pena lottare per raggiungere il
premio eterno che è la felicità con Dio.
Ma siccome qualche autorità vera o falsa ci ha detto
che la misericordia copre tutto sullo stile di Lutero, in base al suo motto "pecca
molto e sta tranquillo perché la misericordia di Dio copre le tue miserie come
un manto”, poi risulta però che, a dargli troppa retta, ti ritrovi miseramente prigioniero
delle sabbie mobili. Infatti Lutero, con tutta la sua libertà, onori, denaro e
donne, morì disperato impiccandosi alla spalliera del suo letto e alcuni
mistici lo hanno visto all’inferno tra grandi tormenti. Nel dubbio di finire in
quel luogo di perdizione così terrificante, che esiste per davvero, è meglio
saper controllare i propri istinti e chiedere l’aiuto a Dio per non cadere così
in basso, facendoci invece assaporare la bellezza di una vita casta e
consacrata a Dio come Ministri di Gesù Cristo che hanno l’immeritato onore di
“farlo venire sulla terra fino alla fine dei secoli”.
E costoro che hanno ricevuto da Dio stesso questo
potere e privilegio enorme tramite il sacramento dell’Ordine Sacro, dovrebbero
perdersi nei meandri puzzolenti e schifosi di una vita omosessuale? Ma chi ve
lo fa fare di diventare preti per condurre una miserabile vita di tradimento del
genere giocandovi l’anima per l’eternità? Se uno sa di non potercela fare, piuttosto
di una vita ambigua di sofferenze e di vergogna, (la coscienza rimorde sempre) meglio
che si ritiri prima dell’ordinazione, che si sposi e faccia figli. Ma questo
comporta anche il discernimento da parte degli assistenti spirituali del
Seminario che spesso rimangono in superficie senza voler scendere in profondità
sulla vera idoneità del candidato, forse per timore di perderlo. Ma tenere una
mela marcia nel cesto a chi giova?
Riformare il seminario impostandolo su una vita
ascetica robusta, sui sacramenti, sulle virtù umane e soprannaturali, anche
sulla gioia, sullo sport, su svaghi leciti e gite culturali, sull’amicizia
pulita e leale che non ti crea vergogna, e alla base di questo, su un piano di
studi serio e fedele al Magistero della chiesa cattolica in vista di un’intima
Comunione con Dio per l’eternità, ecco i motivi di sempre per riformare la Chiesa
secondo il volere di Gesù per la salvezza del mondo intero. Che Gesù venga
presto a liberarci.
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