mercoledì 27 marzo 2019

CONGRESSO FAMIGLIA E GENDER






Dicono che nessun congresso mondiale di tipo culturale e non politico, perciò pacifico, come quello che si sta svolgendo a Verona in favore della famiglia naturale sia stato così boicottato e osteggiato come questo, minacciando di morte perfino il leader del Family day, il dott. Massimo Gandolfini, colpevole di difendere la famiglia, nonostante abbia più volte chiarito che “i gay vanno accolti, ma è l’ideologia del gender il nemico da combattere, perché mira a scardinare la nostra società e a rovinare creature innocenti, peggio dell’aborto”. Intervistato dal quotidiano “Libero” su questo argomento, il dott. Gandolfini chiarisce che lui non ce l’ha affatto coi gay, perché ad esempio: “se uno dei miei sette figli (tutti adottati d’accordo con sua moglie, compreso qualche disabile), fosse omosessuale, lo amerei come tutti gli altri. Però gli spiegherei che non è una via obbligatoria ma un comportamento che può cambiare senza costrizioni”.
Il prof. Massimo Galdolfini, primario di neurochirurgia e direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto ospedaliero di Brescia. Specializzato anche in psichiatria presso l’università statale di Brescia; è stato ed è tuttora uno dei principali difensori del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale e alla famiglia naturale, e precisa che contro il congresso delle famiglie di Verona c’è stata una preoccupante levata di scudi: siamo in emergenza democratica perché il mondo LGTB (che nessuno di noi si è mai sognato di boicottare nelle sue manifestazioni se non adducendo rispettose ma chiare motivazioni di carattere culturale e antropologico), ha il coraggio di attaccare un’istituzione come la famiglia naturale esaltata dalla nostra Costituzione e che ha costituito l’ossatura portante di tutta l’umanità da quando esiste l’uomo.
E così, mentre si inneggia alla “democrazia”, si prepara il capestro per tutti coloro che commettono un “reato di pensiero”, come è accaduto al dott. Giancarlo Ricci, psicoterapeuta con esperienza quarantennale denunciato dall’Ordine degli psicologi della Lombardia per aver “osato” esprimere il suo parere sulla “priorità della coppia genitoriale formata da un uomo e da una donna
nell’educazione dei figli”, anche se recentemente il suo caso è stato archiviato, ma dopo tre anni di calvario e di spese legali.
Ma nonostante questi e molti altri chiarimenti ed eventi, la controparte sta affilando le armi come se dovesse combattere conto fantomatici giganti, tant’è vero che perfino l’università di Verona, per bocca del suo Rettore, il prof. Nicola Sartor, ha negato gli spazi della sede universitaria al convegno accusando i promotori di sostenere “tesi prive di fondamento e non validate dalla comunità scientifica internazionale”.

Come risposta a queste affermazioni gratuite del Rettore, il medico specialista e docente di bioetica, dott. Renzo Puccetti, attraverso un articolo del 23 marzo su “La Verità” ha chiesto al Rettore “su quali fonti scientifiche egli fonda le sue convinzioni mentre accusa le nostre tesi di essere anti-scientifiche?” Non è da escludere, continua Puccetti, che certe convinzioni pubbliche provengano dalle tesi inventate dal filosofo, bioeticista e abortista australiano contemporaneo, Peter Singer, noto per la sua difesa degli animali equiparati all’uomo, come da sua tesi molto sconvolgente: “né un neonato, né un pesce sono persone, quindi è lecito uccidere entrambi”. Singer si è guardato bene dal dimostrare che un neonato non è persona ma ha buttato là un assioma tutt’altro che scientifico davanti al quale tutti i “sapientoni” lo ringraziano come davanti alla più strepitosa scoperta del secolo.

Purtroppo queste tesi di carattere filosofico ideologizzato, come molte altre di questo ultimo secolo, mai dimostrate dalla scienza, “il neonato e il pesce sullo stesso piano” lì per lì farebbero anche ridere, se non fosse che poi, in realtà si sono rivelate assai pericolose perché si sono fatte strada a tal punto da creare una sorta di cultura, di mentalità, di convinzione falsa fino ad arrivare al crimine legalizzato. Se gli americani di New York, per fare un esempio, hanno votato in favore dell’aborto post partum, col neonato lì davanti al seno della mamma pronto per essere ammazzato anziché baciato, coccolato e allattato, domandiamoci quale “teoria filosofica” faccia da supporto a scelte criminali come queste. La teoria dell’aborto “post partum” che altro non è che infanticidio legalizzato non si sa bene fino a quanti mesi o anni dalla nascita e a quali condizioni, pianto eccessivo, malattia…(sic!!!), è stata accolta perfino all’università di Verona attraverso due docenti invitati a spiegare la liceità di questa orribile pratica, oltre a quella del gender. E mentre continuiamo a commemorare altre mattanze orribili della storia come le fosse ardeatine, i campi di sterminio nazisti ecc. forse non ci rendiamo conto che qui sotto i nostri occhi sta avanzando ben di peggio tra l’ignoranza o la spregiudicatezza di molti italiani.

Assieme all’aborto legalizzato post partum, uno dei primi fondatori dell’altro filone pseudo culturale del cosiddetto gender è John Money, di ispirazione freudiana, psichiatra di Harvard il quale, di fronte a qualche caso di ermafroditismo, anziché aiutare i pochi interessati a trovare la loro vera identità che sempre comunque emerge anche nei casi patologici più gravi, (come quando nasce un bambino con un piedino storto, si cerca di raddrizzarlo senza pensare di estendere la sua patologia a tutti i bambini del mondo come grande conquista scientifica), ha pensato invece di introdurre il concetto di “ruolo di genere” come fonte dell’identità sessuale del tutto sganciata dalla realtà biologica della persona, ma fondata sulla scelta della mente, “ti senti maschio o femmina? Decidi tu.” Scelta molto pericolosa perché la mente è assai debole, vulnerabile e può facilmente essere plagiata e ingannata a danno soprattutto del diretto interessato, che di solito è minore e rischia di subire gravissimi traumi psicologici.

Trentacinque anni dopo, attorno al 1990, Judith Butler, capofila della rivoluzione del genere, ribadisce con più forza le posizioni di Money affermando che “essere maschio o femmina non è qualcosa che siamo, ma qualcosa che facciamo, che scegliamo in pratica”, come si sceglie un vestito o una macchina o una casa! Anche questo non è tesi scientifica ma un puro assioma indimostrabile spacciato per scientifico dai cultori del gender.

Attualmente a portare avanti la teoria del gender nelle sue varie sfaccettature, sono i discepoli dei tre “fondatori” di cui sopra, rappresentati dai vari movimenti, o gruppi o associazioni gay, lgtb, trans, ecc. i cui presidenti o responsabili si distinguono non tanto per i loro titoli accademici, ma piuttosto per l’accanimento delle loro battaglie, come Massimo Prearo, specializzato in movimento lgtb, o Mario Mieli, che incentivava qualunque tipo di rapporto, pedofilia, incesto ma perfino la necrofilia, cioè il rapporto con i cadaveri e altre esperienze innominabili, o Lorenzo Bernini, esperto in laboratori sul gender e così via.

Sono le stesse “fonti di cultura scientifica (?)” che ispirano università, scuole, licei, centri culturali o accademici, ma anche molti nostri politici che nulla hanno di scientifico in quanto, prescindendo totalmente dalla realtà biologica, fisiologica, psicologica confermata oltretutto anche dalla presenza del DNA che non cambia assolutamente con le scelte della mente, ma rimane per sempre quello che è in natura, (XX – XY, o maschio o femmina) le vanno a sparare grosse, adducendo come punto di partenza per giustificare queste loro invenzioni cattedratiche mai provate, la tesi di Freud secondo cui “bisogna liberare il corpo dai vari condizionamenti ambientali o religiosi o altro”. Si libera il corpo dai condizionamenti religiosi per infliggergli dei capestri ben peggiori e terribili che lo strozzeranno a poco a poco su una via di disperazione perché la mancanza della consapevolezza della propria identità porta alla schizofrenia e alla pazzia, quando non addirittura al suicidio e al crimine. Come ribadisce con forza il prof. Gillieron Losanna, medico psichiatra secondo il quale: “le negazioni delle differenze sessuali, generazionali e di ruoli sono “patognomoniche” cioè indicative di psicosi e di perversione”.

Infatti sono in continuo aumento le violenze sessuali sui minori, di cui si parla solo per accusare certi preti cattolici che ormai sono gli unici capri espiatori di tutto questo brutto mondo di perversione e corruzione perché, a forza di sentirsi dire che bisogna assecondare le nostre tendenze, orientamenti, istinti, ecc. si finisce col dare sfogo a tutta la parte più brutale dell’uomo, senza più controllo né limite, arrivando anche all’omicidio, suicidio, furto, stupro, violenze e corruzioni di ogni genere.

Ma una voce coraggiosa decisamente fuori dal coro, è quella del card. Robert Sarah il quale, a proposito del gender in una intervista al quotidiano “La Verità” del 12 agosto 2018, afferma che: “La creazione dell’uomo e della donna ci è narrata nella Genesi in due racconti (Gen. 1,26-28 e Gen. 2,7-25) che si arricchiscono e si completano a vicenda ed è totalmente in contrasto con la teoria aberrante e perversa del gender che è presentata come “scientifica” ma che rivela in realtà un inganno pseudoscientifico assai torbido. Io non esiterei a dire che ci vedo la mano del diavolo, inteso come omicida, come dice la Bibbia. Infatti Satana vuole distruggerci, vuole annientare la presenza di Dio in noi, vuole fare di noi degli individui simili a degli zombi senz’anima e con un corpo sottomesso a tutte le manipolazioni genetiche spacciate per conquista scientifica. Questo è quello che vuole il diavolo: sottometterci a lui per manipolarci meglio e rompere del tutto quel “cordone ombelicale” che ci tiene legati a Dio, nostro Padre e alla Vergine Maria, nostra Madre.”

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Ma noi del congresso pro famiglia ci gloriamo invece di fornire le prove scientifiche vere di quello che sosteniamo con le nostre tesi, oltre a far appello al sempre valido “senso comune” che proviene dall’intelletto sano, grazie al quale possiamo tutti essere d’accordo che la vita umana è sempre sbocciata dall’unione d’amore di una donna con un uomo, detti comunemente “mamma e papà”, con la loro bella ed evidente diversità biologica e nello stesso tempo complementare.  Iniziamo fornendo il link con i nominativi dei 70 relatori italiani e stranieri che interverranno al congresso di Verona con il loro robusto curriculum di preparazione e di esperienza professionale di tutto rispetto:
                               https://www.wcfverona.org/it/relatori/

Tra le prove scientifiche riguardo al gravissimo danno della teoria del gender, ricordiamo innanzitutto la voce autorevole de Il Collegio americano dei pediatri” che, con un testo durissimo datato gennaio 2017, mette in guardia contro queste nuove mode pericolose per l’uomo, a maggior ragione perché proposte a minori e adolescenti facilmente influenzabili dagli adulti, sollecitando educatori, medici e legislatori a “rigettare tutte le politiche che condizionino i bambini ad accettare come normale una vita di impersonificazione chimica o chirurgica dell’altro sesso. I fatti, non le ideologie, determinano la realtà, ribadiscono con forza i pediatri”. Qui il testo originale: https://www.acpeds.org/the-college-speaks/position-statements/gender-ideology-harms-children
Qualcuno potrà chiedere al prof. Sartor e ai suoi docenti se sono almeno a conoscenza di questo testo ufficiale? Se lo hanno letto? Cosa ne pensano?

Non possiamo tacere il fatto che dietro a certi farmaci che bloccano lo sviluppo per dare la possibilità di scegliere la propria sessualità, se maschio o femmina, o neutro, o asessuato, o uomo-gatto, uomo-cane, o uomo-angelo… (sic !!!), come pure dietro a certi vaccini, ci sono le più potenti multinazionali farmaceutiche che fanno i loro interessi sulla pelle di poveri innocenti, spinti magari dalla follia di novità dei loro genitori. Basta suonare la grancassa mediatica, presentando queste novità assurde come conquiste della scienza, liberatorie dei loro condizionamenti psichici o religiosi, o inventandosi parolone come “disforia di genere” o tendenze o orientamenti… che il risultato si ottiene facilmente. Se poi questo martellamento mediatico viene imposto nelle scuole come programma didattico obbligatorio, pena il carcere per chi si oppone alle lezioni o altri ricatti simili, il gioco è fatto purtroppo, e noi non abbiamo altra scelta che quella di invocare Dio che sostenga le nostre battaglie in difesa della verità per il bene di tutta l’umanità e dei nostri figli in particolare.

Molti altri sono comunque i contributi di carattere scientifico che vale la pena ricordare, come ad esempio le pubblicazioni in difesa del diritto alla vita e alla necessità della famiglia naturale per la sana crescita dei bambini da parte del prof. Francis Beckwith docente alla Baylor university, o quelli di Christopher Kaczor, professore di filosofia all’università di Los Angeles, o ancora di Peter Kreeft, cattedratico al King’s college di Vienna! O della scrittrice americana Dale O’Leary, autrice del libro “Maschi o femmine? La guerra del genere”.  Ma senza spaziare oltre oceano, guardiamo agli studi dei nostri esperti italiani o europei: la dott.ssa Chiara Atzori, medico ospedaliero esperta in infettivologia, ha scritto libri sul grave pericolo del gender frutto anche della sua esperienza professionale. Sulla stessa linea il prof. Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, esperto di problemi di omosessualità e gender spesso dovuti a cattive esperienze dell’infanzia, condizionamenti dai quali si può uscire, volendo! La combattiva Silvana de Mari, medico chirurgo, ogni giorno a contatto con casi incredibili di persone disperate perché ingannate da queste e altre ideologie; Tony Anatrella, sacerdote e psicanalista, esperto in psicologia sociale, ha insegnato a Parigi nelle libere facoltà di filosofia e psicologia; Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, docente di psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso l’università gregoriana; Marco Schittano, psicologo e psicoterapeuta, ricercatore clinico presso l’Istituto di Terapia cognitivo di Roma, si occupa di adolescenti e di problematiche dello sviluppo. Giampaolo Squizzato, che nel suo libro “Verso una rivoluzione antropologica” ed. Fede e Cultura, ha messo in luce i collegamenti esistenti fra le teorie gender e la filosofia gnostica dei primi secoli, oltre al manicheismo e al catarismo, che vedevano la differenza maschile e femminile come corruzione dell’umanità e castigo divino da eliminare.

Tutti questi e molti altri studiosi sono concordi nell’affermare che, davanti a eventuali, reali dubbi sulla propria identità sessuale, detta disforia di genere o simile, la via maestra da seguire è quella di far amare all’interessato/a la propria sessualità biologica, così come si presenta al momento della nascita, sapendo che ai genitali maschili e femminili visibili all’esterno corrisponde tutto un complesso “apparato” interno, costituito dal DNA, (XX o XY) ormoni, tessuti, mente, psiche, cuore, pensiero, sentimenti ecc. che sono sempre irreversibilmente, o maschili, o femminili. Pertanto non è con farmaci blocca sviluppo, né con interventi chirurgici superficiali che si cambia il sesso, perchè la nostra identità sessuale è, e rimane quella che ci siamo trovati in natura al momento della nascita e dobbiamo accettarla e assecondarla con gioia, come grande dono di Dio.

Anche perché, al di là dei risultati non solo deludenti, ma spesso anche drammatici di chi si sottopone a interventi pericolosi ritrovandosi con sesso diverso ma ancor più pentito e disperato di prima, (molti sono ormai i casi di suicidio o di pazzia in nazioni dove il gender è in vigore da decenni) ciò che maggiormente preoccupa è l’assoluta mancanza di amore tra le persone che praticano tutto questo.
STA SCOMPARENDO L’AMORE SOSTITUITO DAL GENDER.
Perché lo fai? Per piacere al tuo compagno/a? E quale? Esiste forse? Sei innamorato? Infatti un po’ alla volta, con queste pratiche assurde ci si dimentica la propria identità, la propria origine, si entra come in una fitta nebulosa senza cuore, nè sentimenti, né affetti, perché prima o poi ti lasciano solo e ti vengono a mancare i rapporti personali e parentali, soprattutto quel rapporto d’amore meraviglioso che si manifesta nelle sue varie sfaccettature come amore fraterno, o paterno, o materno, o dei nonni, o degli zii, o degli amici, dei conoscenti, ma in particolare viene a mancare l’ossatura portante dell’amore che è l’amore coniugale tra un solo uomo e una sola donna, rapporto unico ed esclusivo rispetto a tutte le altre tipologie di amore perché solo nell’amore coniugale si verifica quel “divenire una sola carne” come afferma la Bibbia in Gn. 2,24.

Dal punto di vista cristiano. è tanto importante questo amore esclusivo tra un solo uomo e una sola donna uniti nel vincolo del matrimonio che la Chiesa lo ha elevato addirittura a “sacramento”, il settimo, dopo l’Ordine Sacro. Il sacramento “matrimonio” preposto a dare la vita naturale, e il sacramento “Ordine sacro” che consacra i sacerdoti preposti a dare la vita soprannaturale. A tale proposito mi permetto di segnalare anche un libro di approfondimento, piccolo ma completo, di un sacerdote diocesano veronese, che molti conoscono, don Ferdinando RancanRicevi questo anello. Il matrimonio, via privilegiata per la santità” Ed. Fede & Cultura, nel quale l’autore non confuta tesi negative, né combatte contro gender o altro, ma si propone, come è sempre stato il suo stile, di parlare positivo, cioè di Dio, del suo progetto d’amore sulla sua creatura fatta a sua immagine e somiglianza, della bellezza di un cammino come quello coniugale (lui aveva preparato al matrimonio molte coppie) che, sia pure in mezzo a insidie e difficoltà, tuttavia rappresenta la via maestra unica ed eccezionale. Perché è un amore che diventa vita, che dà la vita a nuove creature, che saranno a loro volta figli di Dio col Battesimo e gli renderanno gloria. Perciò investire in figli, lui diceva, è il più grande affare che una coppia di sposi possa fare, a costo di molti sacrifici perchè i beni finiscono, il matrimonio finisce con la morte, ma i figli restano come dono prezioso offerto a Dio per tutta l’eternità.

Nella Chiesa cattolica inoltre si è sempre tenuto in grande considerazione anche una virtù speciale che adesso viene forse derisa ma che continua a resistere a tutte le intemperie che è la VERGINITA’. Al contrario di quello che si crede, la verginità non è prerogativa solo del cristianesimo, nonostante sia stato l’avvento di Gesù Cristo in particolare a valorizzarla, ma ha sempre rappresentato una scelta tenuta in alta considerazione anche nell’antichità. Pensiamo ad esempio ai tempi dei Romani quando c’erano le cosiddette “Vestali” che erano vergini scelte tra le fanciulle migliori per dedicarsi solo al culto degli dei. E si sentivano onorate di questa investitura. E tra i Buddisti non ci sono monaci e monache che cercano di vivere la verginità o la castità distaccati da ogni piacere di questo mondo? Almeno ci provano perché la castità e la verginità non sono impossibili da vivere, anche se al giorno d’oggi costano più fatica perché vengono sbandierate senza pudore le peggiori oscenità e la tentazione di fare esperienze “osé” è sempre in agguato.

Ma per il cristiano, a differenza di tutte le altre religioni o filosofie per quanto nobili, queste e altre virtù, non sono mai fini a sé stesse e neppure hanno come finalità solo il culto religioso a qualche divinità, o una vita senza dolori come per il Buddismo! Per il cristiano la virtù della verginità o castità non avrebbe senso se non perché collegata alla consapevolezza che siamo figli di Dio e che viviamo su questa terra in vista dell’eternità, e che ogni più piccolo sacrificio o rinuncia compiuto per amore di Dio e del prossimo non sono vani ma vengono ripagati con il premio eterno del Paradiso, meta così alta alla quale si desidera portare anche altre anime, soprattutto dei nostri cari, perché non si perdano nella disperazione di quel luogo terribile che è l’inferno, verità di Fede.

Pertanto, sia la rinuncia totale al rapporto sessuale offerto a Dio in vista del Regno dei Cieli con la Verginità, sia la fedeltà che si deve vivere nel matrimonio cristiano, rinunciando a tutte le donne, meno UNA, tua moglie, o viceversa, marito, sono impegni o anche sacrifici che comunque vengono ripagati in questa vita con grande pace e gioia interiore, e poi nella Vita Eterna nella gioia della Comunione con Dio. Sono cose che forse facciamo fatica a capire, abituati come siamo a una vita pragmatica fatta di conti e di corse, ma ci dovrebbero incoraggiare queste belle parole di S. Paolo: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono nel cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano”. (1^ Cor. 2,9).  Coraggio! La battaglia si fa dura, ma Dio è con noi.


                                                                       patrizia@patriziastella.com


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