GIOVEDI’ SANTO 2021
COMMEMORAZIONE DELL’
ISTITUZIONE
DEL SACERDOZIO E
DELLA SANTA EUCARISTIA
Cari amici, in questo giorno solenne e meraviglioso che è il
GIOVEDI’ SANTO nel quale Gesù Cristo ha istituito, durante la cosiddetta
“ULTIMA CENA” nientemeno che due Sacramenti essenziali per la vita cristiana
che sono “L’ORDINAZIONE SACERDOTALE E LA SANTA EUCARISTIA”, penso di fare cosa
gradita riportando alcune frasi di don Ferdinando Rancan tratte da alcuni suoi
scritti in merito a questo sublime argomento.
“(…) Il Sacramento del
Sacerdozio, dell’Ordine Sacerdotale è stato conferito da Gesù non come semplice
titolo onorifico o come mandato speciale in favore degli uomini per consolarli
nelle loro fatiche cercando concrete soluzioni alle loro difficoltà. Il
Sacramento del Sacerdozio è collegato direttamente con un altro grande
Sacramento che è la Santa Eucaristia, anzi si può dire che Sacerdozio ed
Eucaristia sono un binomio inseparabile perché non si può avere Eucaristia
(Santa Messa) senza il Sacerdote consacrato e nello stesso tempo il sacerdote
consacrato di per sé diventa un povero fallito se non celebra o celebra
saltuariamente l’Eucaristia per privilegiare magari altre attività. Infatti la
Santa Messa è un dono così grande da far tremare Angeli e Santi dalla gioia
pensando che solo ai Sacerdoti cattolici, in virtù del Sacramento dell’Ordine
Sacro, è stato concesso da Dio stesso il privilegio di portare Gesù vivo e vero
dal Cielo alla terra per offrirlo agli uomini. A tal punto che per definire il
Sacerdote con due parole, si potrebbe dire che “IL PRETE E’ LA MESSA!”
Nell’antico Testamento il Sacerdozio era privilegio di casta, vale a
dire si nasceva sacerdoti, come un titolo onorifico, nobiliare. La tribù di
Levi non dava che Leviti, cioè Sacerdoti.
Nel Nuovo Testamento
invece, Cristo ha voluto che il sacerdozio fosse patrimonio e privilegio del
suo liberissimo amore. Non vi siete eletti da voi stessi, non vi siete
autocostituiti Sacerdoti, MA IO HO ELETTO VOI.
E San Paolo commenta che nemmeno Cristo si autoglorificò costituendosi
da sé stesso Sacerdote, ma fu il Padre che, nel momento della sua concezione
verginale nel Ventre di Maria, lo costituì come Uomo-Sacerdote Sommo ed Eterno.
Vedete come il Sacerdozio nella sua origine remota, quasi eterna nel seno del
Padre, per mezzo del figlio arriva a noi uomini!
Il Cristo è venuto a cercarsi i
preti fra gli uomini “ex hominibus” specifica San Paolo. Avrebbe potuto
scegliere gli Angeli. Chi più puro di un Angelo per accostarsi all’altare? Chi
più fedele di un Angelo per servire all’altare?
Eppure ha voluto che venissimo noi, ha voluto che il prete fosse un
uomo, e un uomo pieno, completo, con le stessi virtù e difetti, come voi, che
vive e lavora con voi (…) finchè un giorno “Uno” lo ha toccato sulla spalla, lo
ha guardato con amore infinito e gli ha detto “Lascia tutto, vieni via con me,
ti devo fare un cacciatore di uomini. Vieni e seguimi”.
Vi dico che è una scoperta che
sbalordisce, che anche dopo molti decenni ci lascia esterrefatti, attoniti, a
contemplare un mistero più grande di noi per il quale, come povere creature,
siamo indegni. INFATTI LA VOCAZIONE SACERDOTALE È UN DRAMMA! UN DRAMMA
PERSONALE perché tocca ciò che c’è di più individuale e personale in un uomo facendolo
entrare in una dimensione soprannaturale che ci trascende perché non è sempre
facile da comprendere, nemmeno per noi preti (…).
Però non è sufficiente la chiamata (…) perché questa chiamata di Cristo
deve essere sancita, consacrata, passata a ferro e fuoco come un sigillo, in un
certo senso, attraverso IL SACRAMENTO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE” che
conferisce al “Chiamato, all’Eletto” gli stessi poteri di Gesù Cristo per
sempre “TU ES SACERDOS IN AETERNUM”, proprio come il Cristo. Mistero sublime
degno di un Uomo-Dio che più si conosce da vicino e più ci commuove fino alle
lacrime. (…)
Ancora San Paolo parlando di Cristo
Sacerdote dice che i suoi doni erano “PRECES SUPPLICATIONESQUE” “PREGHIERE E
SUPPLICHE”. Ecco il prete, l’uomo della
preghiera. Il prete deve pregare e pregare sempre, sotto pena di sfalsare sé
stesso e diventare una copia adulterata del Cristo che passava le notti sulla
cima dei monti a pregare.
Ma volete vedere il prete nella sua
fisionomia più vera, più esatta e più adeguata? Venite a vederlo qui quando
inalbera le sue mani sull’altare per mostrarvi il sole divino disceso dal Cielo. IL SACERDOTE E’ PER ECCELLENZA IL
SACRIFICATORE, vittima pro populo, proprio come Gesù. Ed è nella Messa in
particolare che egli vive questo sacrificio, incruento ma reale, ugualmente valido
ed efficace per il perdono dei peccati e la salvezza dell’umanità. La Messa è
la più sacerdotale delle azioni, è l’AZIONE PIU’ SULIME DELLA TERRA ED E’ ANCHE
LA MENO COMPRESA E VALUTATA.
Ma poi San Paolo descrive i compiti
che legano profondamente il sacerdote agli uomini: perché possa comprendere il
dolore di coloro che sono nell’ignoranza e nel peccato e proprio qui avete la
spiegazione, la risposta al perché il Cristo è venuto a cercarsi i preti fra
gli uomini. E’ NECESSARIO CHE IL PRETE SIA UOMO PERCHE’ E’ NECESSARIO CHE IL
PRETE SENTA LA DEBOLEZZA, LA LOTTA, I DOLORI, LE TENTAZIONI, I TIMORI, LE
RIVOLTE DELL’UOMO… E’ NECESSARIO CHE EGLI SIA MISERABILE PER ESSERE
MISERICORDIOSO! (…)
San Paolo indica anche i destinatari
dell’azione del prete: coloro che sono nell’ignoranza e coloro che peccano. Il
sacerdote deve portare la scienza agli ignoranti. Quale scienza? IN UNA PAROLA
IL PRETE INSEGNA INNANZITUTTO LA SCIENZA DI SALVARSI L’ANIMA. Sono
ingiustificabili pertanto coloro che cercano nel prete eleganti discorsi umani
o dotte elucubrazioni come se egli avesse una dottrina sua da propagandare,
frutto di sue speculazioni filosofiche. NO! Perché il prete, anche il meno
dotato, ha questa meravigliosa potestà di predicare la verità più sublime e più
grandiosa che sia mai stata annunciata sulla terra. E questo con una certezza e
con una sicurezza tali che trascendono ogni autorità e sapienza umana, perché
la dottrina del prete non è sua ma di Gesù Cristo e come tale porta in sé
stessa le garanzie della verità, perché si tratta innanzitutto di annunciare LA
SCIENZA DELLA SALVEZZA ETERNA che accomuna e riguarda tutti gli uomini di tutti
i tempi (…)
Da
alcuni scritti e omelie di
Don
Ferdinando Rancan
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