Ha destato scandalo
più che stupore (al quale siamo già abituati da tempo) uno degli ultimi
discorsi di Bergoglio quando ha affermato che tutte le religioni sono uguali, perché
portano tutte a Dio. Infatti, secondo lui, non ci deve essere una specie di
competizione fra i vari credenti (uso parole non letterali ma come le ricordo dopo
averle ascoltate dalla sua voce) nell’affermare ad esempio che: il mio Dio è
più grande del tuo, perché sarebbe una specie di competizione assurda e anche
divisoria tra di noi. Invece, continua Bergoglio, dobbiamo ritenerci tutti
fratelli di un solo Dio che ci ama attraverso le varie religioni che conducono
tutte a lui. In queste affermazioni mai
ha nominato Gesù Cristo, come quando ha impartito una specie di benedizione “universale”
a un gruppo di persone di varie religioni durante le sue visite all’estero,
vale a dire che ha benedetto senza benedire, cioè senza un Segno di Croce e
ancor meno senza nominare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, per cui non
si potrebbe neppure parlare di benedizione se non di semplice augurio di
prosperità, alla stregua dei laici o degli atei, fatto assai grave in piena
contraddizione con la figura di un “Capo” della Chiesa cattolica, Papa vero o
presunto.
Queste
affermazioni sono in netto contrasto sia con l’insegnamento di Gesù Cristo, sia
con la dottrina perenne della Chiesa sin dai tempi dei primi Apostoli e poi dei
Padri della Chiesa, dei vari Papi, catechismi ecc. Lo esprime molto categoricamente don
Ferdinando Rancan, sacerdote veronese in concetto di santità nel suo bellissimo
libro “In quella casa c’ero anch’io” con queste testuali parole “Le religioni fanno da piedistallo a colui
che è il padre della menzogna”.
Infatti, se un Dio vale l’altro, vana risulterebbe la figura di Gesù
Cristo, la sua Incarnazione, Morte e Risurrezione, e assurda sarebbe la stessa
nostra salvezza eterna, compresa la resurrezione della carne al giudizio
Universale, alla quale non pensiamo mai e invece dovremmo ricordarci che i
nostri 80 o 100 anni di vita su questa terra sono solo “la prova” che ci
concede il Signore per guadagnarci il nostro destino di eternità, perché quello
dura per sempre e se falliamo in questo, abbiamo fallito tutto. Gesù Cristo infatti ha sempre dichiarato pubblicamente che per
i reprobi esiste il fuoco eterno dell’inferno e questa non è una fiaba per
spaventarci e indurci a fare i “bambini buoni e bravi” ma fa parte delle nostre
fondamentali Verità di Fede, i cosiddetti Novissimi “Morte, Giudizio, Inferno,
Paradiso”. Tutto questo comunque non ci autorizza a giudicare gli altri di
altre religioni, se si salvano o meno, perché questo giudizio spetta solo a Dio
il quale guarda essenzialmente al cuore, alla rettitudine con cui si vive e si
agisce nel proprio contesto storico e logistico, e per fortuna non chiede il nostro illustre parere.
Ma allora
come si fa ad avvicinare i non cristiani alla nostra bella ma impegnativa fede cattolica?
Non certo ingannandoli con delle falsità dottrinali e teologiche, ma neppure
con le guerre di religione che di solito sono pretesti umani per giustificare
motivazioni politiche o interessi di parte. Come hanno fatto i primi cristiani a
far conoscere Gesù Cristo se non proclamandolo con coraggio davanti a tutti
anche a costo della propria vita? Non l’hanno certo messo sullo stesso piano
delle divinità pagane del tempo pur di andare d’amore e d’accordo con tutti, ma
partendo da cose concrete, sono arrivate a parlare di realtà sublimi ed eterne
che riguardano proprio tutti, cioè l’umanità intera passata, presente e futura,
perché fa parte del disegno di Dio Creatore. Nessun mortale può sfuggire a
questo destino di eternità voluto e decretato da Dio fin dalla creazione del
mondo.
FIDES ET
RATIO. Ma non basta conoscere la religione con i suoi riti, tradizioni,
preghiere ecc. per convertire il cuore dell’uomo perché assieme alla doverosa
conoscenza intellettuale della dottrina, è altrettanto necessaria la FEDE, cioè
quella Virtù che conferisce una grazia speciale mediante la quale la mente e il
cuore vengono illuminati dallo Spirito Santo per penetrare le verità di fede a
tal punto da farle proprie e amarle come facenti parte della propria vita tanto
che piuttosto di rinnegarle, si preferisce essere denigrati, umiliati, derisi,
perseguitati e perfino uccisi. Ecco la numerosa schiera di santi e di martiri che
hanno preferito sopportare tutte queste persecuzioni piuttosto che venire meno
alla loro Fede cioè al loro Amore per Gesù Cristo, l’unico che dà senso alla
nostra esistenza su queste terra e in Cielo.
D’altra
parte ci ha avvisato lo stesso Gesù Cristo che il cristiano è destinato ad
essere “segno di contraddizione” e a subire incomprensioni e persecuzioni per
amor suo fino alla morte se vuole essere fedele. Bellissima è quella enciclica di Giovanni
Paolo II scritta assieme al suo uomo di fiducia card. Ratzinger a quei tempi, “Fides
et ratio” dove si spiega in modo semplice e chiaro che sono necessarie entrambe
le condizioni per arrivare alla conoscenza e all’amore di Dio, cioè la FEDE E
LA RAGIONE. Perché una fede astratta, generica, evanescente, su misura
personale, senza dottrine chiare, senza dogmi sicuri, senza autorità che
garantiscano la verità, non è fede cristiana ma fideismo che porta poi alla
negazione di tutto per credere alle favole del New age. Mentre la fede cristiana
si fonda sulla realtà di una Persona vero Dio e vero Uomo venuto a dare la vita
per far conoscere la Verità che è Gesù Cristo e portarci alla salvezza eterna.
Riportiamo
dagli Atti degli Apostoli il capitolo 4:10-12
Dovendo
giustificare davanti ai sacerdoti e al Sinedrio il miracolo della guarigione di
uno storpio e di altri fatti miracolosi, Pietro proclamò con coraggio queste
affermazioni: “Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele che questo è
stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi [ebrei] avete
crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che
quest'uomo compare guarito in presenza vostra.
11 Egli è
"la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la
pietra angolare".
12 In nessun
altro vi è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che
sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”.
Chi ci da
questa forza per difendere non una religione o dottrina spesso arida, ma una “Persona
viva” che è Dio in terra se non lo stesso Dio? Il quale promette felicità anche
su questa terra se crediamo in Lui ma soprattutto la Vita Eterna dopo la morte
in Comunione con Lui e con i nostri cari se avremo fede in Lui e nel suo Amore
di Padre buono. Che interesse abbiamo nel rifiutarlo?
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