domenica 5 gennaio 2025

CONFRONTO TRA IL VESCOVO MONS. POMPILI E IL GIORNALISTA ANDREA CIONCI

                                               LETTERA APERTA

 link n. 1       Commento di Cionci sulle parole del vescovo Pompili

https://youtu.be/M0Swnvyvpcs?si=BsI373k7Pe0qdgub

 

link n.2           Apertura Porta Santa a Roma. Intervista al Vescovo Pompili

  

Link n. 3        Cerimonia di apertura del Giubileo a Verona 29.12.2024 e omelia del Vescovo Pompili.

https://youtu.be/82FDqF1ctXs?si=0VUhBP0OwkKpJqNP

 

link. N. 4 omelia Vescovo mons. Pompili fino anno civile 31.12.2024

 

   (i link non sono stati accettati.  Vedrò di riproporli appena possibile)


Stimatissimo dott. Cionci,

anche se lunga, la prego vivamente di leggerla tutta con pazienza. Grazie

 

vengo innanzitutto a ringraziarla per il coraggioso lavoro che lei sta conducendo allo scopo di far emergere la verità sulla questione intricata in merito ai due cosiddetti “Papi” di questo nostro travagliato periodo storico. Credo di essere stata una delle sue fans più convinte sin dai primi tempi, avendo avuto da lei conferma ai miei dubbi circa la nomina di Bergoglio al soglio pontificio, che io avevo percepito come dubbia sin dal primo momento che l’ho visto sul loggiato di San Pietro in quel fatidico 13 marzo 2013. Dentro di me ho capito che quell’uomo vestito stranamente di una specie di cencio bianco con tanto di saluto ambiguo “Buonasera!” non poteva essere il nuovo Papa per i motivi che ormai tutti conosciamo, anche se non vogliamo ammetterli.  Ricorda la sua prima conferenza a Verona più di tre anni fa mi pare?  Non c’era molta gente perché lei non era ancora molto conosciuto, eppure come inizio direi che è stato molto significativo grazie al piccolo ma fattivo impegno di tutti col passaparola, anche del mio, modestamente. Ho sempre riposto in lei molta fiducia, sottoscrivendo tutte le petizioni e inviandole ai miei contatti, nonostante alcune mie diverse vedute sulla Messa “Una cum” e sul suo pericoloso “sodalizio” con don Minutella, dal quale l’ho sempre messo in guardia, se ricorda, finalmente chiuso per sempre, almeno io spero, grazie a Dio.

 

Forte di questa stima che da sempre ho nutrito nei suoi confronti, non posso negarle di essere rimasta molto amareggiata ultimamente a motivo del suo accanimento mediatico contro il nostro Vescovo mons. Domenico Pompili, passato più volte al tritacarne del suo parere personale poco obiettivo, anche secondo il giudizio di molti veronesi, anzi oserei dire talvolta perfino calunnioso.

Pretendere di dare un giudizio negativo su un Vescovo che non si conosce personalmente, solo perché è assai probabile che qualche mala lingua veronese glielo abbia voluto presentare nella sua veste di “fedele portavoce” di Bergoglio in occasione dell’apertura del Giubileo, per dargli addosso pretestuosamente, mi sembra un po’ azzardato e anche pericoloso, quando invece la sottoscritta, ad esempio, che ha seguito quasi tutte le sue omelie registrate da un amico fotoreporter, può invece testimoniare con tutta sicurezza, confortata dal parere di altri esperti, l’ortodossia della sua fede nelle sue omelie o discorsi che iniziano quasi sempre citando una frase del Vangelo e offrendo degli spunti di vita cristiana davvero profondi e sorprendenti, espressi forse in modo nuovo e perciò talvolta difficili da capire al primo approccio. Sta di fatto che comunque nessun consacrato si può esporre troppo spavaldamente se non vuole essere scomunicato, per quanto invalida questa scomunica, e allora noi laici, in questo difficile momento storico, dovremmo essere molto più comprensivi con tutti i sacerdoti e Vescovi, sostenendoli almeno quando cercano di “barcamenarsi” per rimanere a galla nei pericoli col rischio di privare i fedeli dei sacramenti!!! Le ho inviato all’inizio qualche registrazione di omelie abbastanza recenti per una sua eventuale, obiettiva consultazione.

Adesso mi permetto di contestare alcune questioni principali per essere estremamente concreta:

1)    Cominciamo dal fatto che mons. Pompili è stato ordinato Vescovo con una cerimonia pubblica da Mons. Bagnasco e non da Bergoglio (come vede, io lo chiamo così perché non me la sento proprio di chiamarlo “Papa Francesco” perché l’ultimo vero Papa della successione apostolica rimane solo il Grande Papa Benedetto XVI), e su questo siamo in piena sintonia e ci auguriamo che la vera Chiesa faccia chiarezza su questa situazione molto strana, come è avvenuto per tutto l’operato dei 40 antipapi dei duemila anni della storia della Chiesa identificati e sconfessati assieme al loro operato, anche a distanza di decenni dalla loro morte grazie all’azione perenne dello Spirito Santo. Ovvio che poi la nomina a Vescovo è stata compiuta da Bergoglio, come per tutti i Vescovi e Cardinali da lui nominati in questi 11 anni di falso pontificato, tuttavia la consacrazione episcopale di mons. Pompili ad opera del card. Bagnasco rimane validissima e questo è ciò che più conta.

2)    la sua critica alla croce pettorale che non si vede nel primo video, come lei fa notare, si vede invece benissimo dal video del link n. 2 dove viene messa in evidenza la croce pettorale che è in piena regola con le normali croci pettorali previste da sempre per i Vescovi, e non certo bergogliana, come lei ha invece sospettato, domandandosi perché era nascosta sotto la giacca! Perché non sempre, quando si porta il clergeman col collettino da prete, è obbligatoria anche la croce pettorale, mi consta, come quando si usa la veste talare.

3)    Il fatto poi che vengano citati dal Vescovo anche nomi di autori non cattolici, come lei denunciava molto seriamente soprattutto in merito al libretto “Sulla Luce” (che non è prerogativa solo dei Luciferini ma innanzitutto dei cattolici amanti della Verità che è Luce per gli occhi e gioia per il cuore) non è certo segno di essersi arresi passivamente alle opinioni del “nemico”, ma è segno di quel coraggio che fa emergere la Verità che è Gesù Cristo in mezzo a tanti pareri contraddittori! Se veramente vogliamo cominciare ad aprirci alla novità, anche rischiosa ma necessaria, di un dialogo interreligioso, come era anche nell’intento dei nostri Grandi Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per questo molto criticati dai cosiddetti perfettissimi “tradizional-sedevacantisti”, dialogo reso ormai indispensabile anche a motivo di un cambiamento epocale dei mezzi di comunicazione che ci costringe a vivere in mezzo alle culture e religioni più disparate cercando di “dare ragione della Speranza” che è in noi, come afferma San Pietro, dobbiamo avere altresì il coraggio di conoscere anche le argomentazioni di altri studiosi non cattolici, senza buttarli subito al rogo con disprezzo prima ancora di averli ascoltati, ma sapendo far emergere la Verità di Gesù Cristo da tutte le altre proposte, cercando dei punti di convergenza comune senza però mai cedere sulla dottrina, nella consapevolezza che, comunque, la conversione dei cuori è sempre e solo frutto della Grazia di Dio. Non è certo facile questo compito e per questo motivo si preferisce “glissare” su questo aspetto pastorale senza mai avere il coraggio di affrontarlo perché è necessario trovare una specie di “equilibrio soprannaturale” che sappia muoversi fra due opposti, cioè la presunzione da parte cattolica di possedere, come dicono, tutta la verità in tasca che vorrebbe annientare l’interlocutore come sul ring mettendolo gloriosamente K.O, oppure, al contrario, il pericolo per i cattolici di cadere in quel complesso di inferiorità che porta al mutismo e al dubbio, come se fossimo stati ingannati dalla Chiesa per oltre duemila anni e tutti gli altri “pensatori” avessero l’esclusiva della verità assoluta.

Su questo argomento delicatissimo e impossibile da affrontare solo con le nostre povere forze, ci era venuta in aiuto sin dal 28 ottobre 1965 quella famosa dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane “NOSTRA AETATE” di San Paolo VI, sbandierata come pericolosa ed eretica dai sedicenti tradizionalisti mentre invece, se letta con occhio puro e illuminato dallo Spirito Santo è di una chiarezza e bellezza incredibile, laddove afferma ad esempio che “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini. Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare il Cristo che è “Via, Verità e Vita” (Gv.14,6) in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con sé stesso tutte le cose (Corinti, 5,18-19)

 

Chi prega, studia e si mantiene umile non può correre il rischio di rimanere “confuso in eterno”, perchè lo Spirito Santo lo illumina con la sua Grazia, come sosteneva un sacerdote veronese in concetto di santità don Ferdinando Rancan con quelle frasi famose scritte nei suoi libri “Se io ho Fede e Princìpi, ho sempre la risposta a problemi anche se sembrano nuovi, perché i Princìpi che vengono dalla Fede illuminano la Ragione e pertanto la Ragione non ha più bisogno delle risposte degli uomini, ma di quelle di Dio.”. E ancora mettendoci in guardia contro il pericolo di omologare tutte le religioni in un unico calderone indefinito, affermava “Le religioni fanno da piedistallo a “colui” che è il padre della menzogna. E’ solo la Fede in Gesù Cristo che fa la differenza”.  E dove sta il segreto per far accettare questi discorsi così categorici, quasi impossibili da vivere? Ce lo ha insegnato lo stesso sacerdote con la sua vita eroica e tribolata: L’AMORE! Solo guardando all’altro con amore e comprensione e non come un antagonista da sconfiggere, solo pregando per lui e offrendo a Dio le nostre tribolazioni, possiamo sperare di riuscire ad avvicinarlo alla Fede cattolica, perché il nostro vero punto di riferimento non è una dottrina, per quanto sublime, ma una “Persona” eccezionale, umana e divina: Gesù Cristo, per il quale hanno dato la vita milioni di cristiani.

4)    Lei inoltre si è scandalizzato perché mons. Pompili ha citato il filosofo greco Protagora con la sua teoria dell’uomo come centro dell’universo, mentre per il cristiano solo Gesù Cristo è al centro dell’universo, ovviamente. Ma allora dovremmo tutti scandalizzarci perché lo stesso San Tommaso D’Aquino, non solo ha citato ma ha attinto pienamente alla filosofia cosiddetta greca-ellenistica, soprattutto a quella ispirata dai tre grandi filosofi Socrate, Platone e Aristotele, privilegiando l’aspetto del realismo filosofico, basato sull’osservazione della realtà concreta, proveniente dalla Legge naturale voluta da Dio stesso, piuttosto che sulle fantomatiche elucubrazioni provenienti da una intelligenza umana malata e bacata dal peccato e dalla superbia.  E tutti questi illustri filosofi greci non conoscevano Gesù Cristo, essendo nati intorno al 300 a. C. e anche prima, tuttavia, essendo l’uomo stato creato a immagine e somiglianza di Dio, è stato pure dotato di una tale intelligenza che può arrivare a conoscere la profondità dell’Essere e del Cosmo quando si mantiene integro e retto, perché anche il cattivo comportamento morale e le false ideologie possono arrivare a offuscare l’intelligenza e farci cadere nelle trappole di teorie immaginarie, soprattutto quando vengono proposte addirittura in certi Seminari che nulla hanno ormai di veramente cattolico perché non si insegna più la storia della Filosofia con i dovuti “distinguo” rispetto alla filosofia cristiana, ma si offre solo una carrellata di opinioni vaghe, opinabili , complesse e indefinite, spesso demenziali, fra cui viene presentato anche il parere di un certo Maestro detto “Gesù Cristo” posto sullo stesso piano di miserabili millantatori, e che ognuno scelga ciò che più gli aggrada!!!  Questo è il grande problema di oggi “IL SEMINARIO” da dove vengono sfornati purtroppo, questi sacerdoti dalle menti bacate e contorte i quali, non essendo più illuminati dalla bellezza della “Verità” che proviene dalla Grazia di Gesù Cristo, l’unica che conferisce anche la forza interiore di vivere le virtù umane e soprannaturali, in primis la castità e la fedeltà, finiscono poi con l’abbandonarsi alle miserie più basse e meschine per cui non valeva la pena di consacrarsi sacerdote per dare simili esempi di immoralità e schifezza.

S. Tommaso non ha considerato eretici questi ragionamenti filosofici perché non cristiani ma li ha accolti e completati con la filosofia e teologia cristiana che lo stesso Cristo, Via, Verità e Vita è venuto ad offrire agli uomini attraverso la Rivelazione. Come ci hanno proposto i due Grandi Papi del Concilio, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con quella enciclica stupenda “Fides et Ratio” tanto osteggiata dai tradizionalisti i quali, a forza di rinnegare tutto il Concilio e i veri Papi della successione apostolica, sono finiti negli “artigli” di un antipapa escludendosi dalla Comunione con la vera Chiesa, la quale offre una Fede basata certamente sulla Rivelazione ma che deve andare di pari passo con la Ragione, perché entrambe provengono da Dio e non possono contraddirsi.

 

Ringrazio dell’attenzione mentre segnalo in calce le due mail, quella del dott. Cionci e anche del Vescovo Mons. Pompili per chi volesse contattarli per un eventuale costruttivo dialogo o consultazione           codiceratzinger@libero.it                    vescovado@diocesivr.it

           In fede

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